TASSI ESORBITANTI. Era stato un dipendente dell’albergo e ristorante gestito dall’imprenditrice a mettere la donna in contatto con i due fratelli. Un prestito di bassa entità, ma che a causa dei tassi d’interesse applicati, nel giro di pochi mesi era raddoppiato e addirittura triplicato. Così la donna, sostenuta anche dall’associazione antiracket di Vieste, ha deciso di denunciare i suoi aguzzini, destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Foggia, su richiesta della locale Procura della Repubblica.
IL DENARO DI “ORESTE”. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, tali provvedimenti vedevano come principale indagato il pregiudicato albanese Orges Fisniku, meglio conosciuto come “Oreste”, deceduto all’ospedale di San Giovanni Rotondo a seguito
dell’agguato di via Mario Carli, dove morì anche il connazionale Amir Ballo, raggiunto da una pioggia di proiettili. Nel corso delle indagini, infatti, gli agenti hanno sequestrato circa 54mila euro occultati nella controsoffittatura dell’abitazione di Oreste, ritenuto dagli inquirenti il provento dell’attività usuraria.
SEQUESTRO DI BENI. A carico dei fratelli Ciarfaglia sono stati eseguiti sequestri di beni immobili e mobili rispettivamente del valore stimato di oltre 150mila e 140mila euro in appartamenti e automobili, entrambi eseguiti dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Foggia, che ha accertato una rilevante discordanza tra i redditi dichiarati e quanto nella effettiva disponibilità dei due indagati.