Stampa questa pagina
  • Pubblicata il: 11/06/2013 13:24:02

Imprenditrice si sfoga e denuncia: "Tassi al 300%", due arresti per usura a San Severo

In manette due fratelli del posto di 33 e 32 anni

Gli inquirenti della squadra mobile di Foggia e del commissariato di San Severo hanno pochi dubbi: Rocco e Nazario Ciarfaglia, due fratelli sanseveresi di 33 e 32 anni gestivano e prestavano il denaro di Orges Fisniku, 31enne volto noto della criminalità sanseverese deceduto lo scorso 30 dicembre a seguito di un agguato. E’ quanto scoperto, a San Severo, nel corso delle indagini partite dalla denuncia, per usura, di una imprenditrice del posto che si era rivolta ai due giovani per un prestito di 6mila euro, gravato però da interessi pari al 300% annui.
TASSI ESORBITANTI. Era stato un dipendente dell’albergo e ristorante gestito dall’imprenditrice a mettere la donna in contatto con i due fratelli. Un prestito di bassa entità, ma che a causa dei tassi d’interesse applicati, nel giro di pochi mesi era raddoppiato e addirittura triplicato. Così la donna, sostenuta anche dall’associazione antiracket di Vieste, ha deciso di denunciare i suoi aguzzini, destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Foggia, su richiesta della locale Procura della Repubblica.
IL DENARO DI “ORESTE”. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, tali provvedimenti vedevano come principale indagato il pregiudicato albanese Orges Fisniku, meglio conosciuto come “Oreste”, deceduto all’ospedale di San Giovanni Rotondo a seguito dell’agguato di via Mario Carli, dove morì anche il connazionale Amir Ballo, raggiunto da una pioggia di proiettili. Nel corso delle indagini, infatti, gli agenti hanno sequestrato circa 54mila euro occultati nella controsoffittatura dell’abitazione di Oreste, ritenuto dagli inquirenti il provento dell’attività usuraria.
SEQUESTRO DI BENI. A carico dei fratelli Ciarfaglia sono stati eseguiti sequestri di beni immobili e mobili rispettivamente del valore stimato di oltre 150mila e 140mila euro in appartamenti e automobili, entrambi eseguiti dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Foggia, che ha accertato una rilevante discordanza tra i redditi dichiarati e quanto nella effettiva disponibilità dei due indagati.

di Redazione