Foggia calcio, Verile replica ai dubbi: "Non ho colpe. Entro il 16 pago tutto, ma poi..."
Il presidente rossonero tra passato e futuro
“Per come è andata, non ho alcuna colpa ma, poiché la situazione che si è creata deriva ugualmente dalla mia condotta, manterrò fede ai pagamenti del 16 aprile; subito dopo, però, aspetto segnali dai tifosi e dagli imprenditori locali".
LE SCADENZE. Fabio Verile è stretto tra passato e futuro. Dopo l'articolo di Foggia Città Apertache ha elencato una serie di dubbi e discordanze sulla trattativa sfumata per la cessione del pacchetto di maggioranza della società, (LEGGI: Arsenico e vecchi "Merletti") il presidente del Foggia calcio contatta la redazione chiedendo di chiarire punto per punto i dubbi sollevati, ma poi si proietta verso le imminenti scadenze da onorare: un totale di oltre 700mila euro necessari per il versamento degli stipendi a staff e calciatori e per il pagamento della fideiussione agli ex soci.
LA PROPOSTA D'ACQUISTO. Ci accoglie nel suo studio accompagnato dalla copiosa documentazione di oltre un mese di trattative: mail, sms, studi di fattibilità e anche l'offerta vincolante d'acquisto inviata dall'avvocato Alfonsi. “Non la mostro – ribadisce - solo perchè inviata in via riservata e confidenziale. Sarà invece certamente prodotta in giudizio poiché non si tratta di corrispondenza tra avvocati ma di una vera e propria proposta della Istifid”. Sul documento, ci conferma Verile, “non vi è alcuna firma ma – precisa - la proposta arrivava da soggetti altamente affidabili la cui credibilità non poteva lasciare spazio a incertezze”.
I PROFESSIONISTI. Il succo è tutto lì. Se gli chiediamo perché ha
dato ampiamente credito ai comportamenti volubili di Francesca Merletti, Fabio
Verile esclude ogni colpa. "Non era - ripete - una trattativa con una dolce signora
ma un negoziato con fior di consulenti". Il riferimento è ai professionisti della Deloitte e agli
intermediari della Istifid che hanno accompagnato la famigerata
signora Merletti durante tutte le fasi della trattativa. “Dinanzi a
me si sono messi a disposizione per la risoluzione di qualsiasi
intoppo o questione che emergeva. E infatti sarà la Istifid ad essere chiamata in
giudizio. Ero rassicurato da questo - insiste il presidente - almeno fino al 9 marzo".
IL DIETROFRONT. È in quella data che tutto cambia. Verile ci legge solo alcuni sms (“il resto sarà materiale
del giudizio” – precisa), il cui contenuto mostra l'improvviso dietrofront della
Merletti, confida "di aver avuto in quell'occasione i primi dubbi"
ma di aver ugualmente dato corso alle cessioni "perchè temevo che i Lo
Campo potessero cambiare idea da un momento all'altro. Erano restii a cedere e
chiedevano un sovrapprezzo di 100mila euro – aggiunge. Rinviare l’atto in
quella occasione poteva significare bloccare tutto. Serviva, infatti, cedere la maggioranza e –
ricorda Verile - solo con la quota dei Lo Campo era possibile. La mia quota,
infatti, faceva capo anche ad altri imprenditori non intenzionati a cedere”.
RIVOLUZIONE SOCIETARIA. Fatto sta che quelle ore frenetiche causano
un ribaltone a livello societario e le successive due settimane sono da incubo
sia sul campo che a livello societario, con qualche errore di comunicazione: “Se ho detto
proposta irrevocabile ho sbagliato”. Di quel periodo Verile precisa: “Ho aperto le porte alla Merletti, è
vero, ma l’ho fatto per il bene del Foggia. C’era un impegno
ad apportare nelle casse della società 2 milioni di euro, non bruscolini. La
mia totale buona fede è dimostrata dal fatto che dopo quello che è successo
sono ancora qui e ci metto la faccia per onorare gli impegni assunti".
IL FUTURO. Fabio Verile per l’imminente scadenza rassicura i tifosi:
“Il 16 aprile saranno effettuati tutti i pagamenti dovuti”, ma poi chiama a
raccolta gli imprenditori: “Fino al 16 giugno avremo due mesi in cui poter
coagulare nuove forze intorno al Foggia. Le porte sono aperte a chiunque voglia
dare un sostegno in maniera seria”. Nel frattempo, ad aiutarlo sono gli amici
di sempre: gli imprenditori Tiso e Leccese sino ad ora rimasti nell’ombra, negli
ultimi giorni usciti allo scoperto. “Acquisiranno il 18% ciascuno delle quote.
Le modifiche nell’organigramma sono consequenziali” (Luca Leccese
vicepresidente, Giuseppe Tiso responsabile settore giovanile, ndr). Detto in
altri termini, insomma, logico che chi
ci “mette” i soldi ricopra le cariche. Con Miccoli, perciò, “solo un mancato
accordo. Ha rifiutato di acquistare delle quote e ha preferito andar via".
Il Foggia, come Verile, stretto tra passato e futuro. L’impressione è che la
mano più grossa possa arrivare dal campo: se la truppa di De Zerbi dovesse
agguantare i play off alle porte della società rossonera qualcuno in più
potrebbe bussare.