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  • Pubblicata il: 13/03/2015 15:43:23

Regionali 2015, ecco Patrizia Lusi, progressista rosa: “Due donne unite sono più forti di dieci uomini insieme”

Intervista alla capolista del Pd per la provincia di Foggia

Quote rosa, identià, ambiente. E ancora Gino Lisa, foggianità e anti-baresità. Il volto nuovo del Pd foggiano si presenta e parla del suo impegno alle Regionali. Patrizia Lusi, capolista del Partito democratico alle elezioni regionali. 
Patrizia Lusi, come si configura la sua candidatura all’interno del partito e quali sono le idee che apporterà con il suo programma?
"Ho dato la mia disponibilità al partito comunicandola al segretario cittadino e a quello provinciale. La competizione regionale è particolarmente difficile, perché è più di carattere amministrativo che politico. Peraltro il Partito Democratico ha, al suo interno, numerose figure femminili meritevoli come Rosa Cicolella, Elena Gentile, che è la punta di diamante della provincia di Foggia, Lia Azzarone, Maria Elena Ritrovato, ma sono stata l’unica a dare la disponibilità per questa competizione. A fronte di questo, quando è stato chiesto alle altre donne del partito di prendere una decisione e di dare dei nomi, dopo la bocciatura della legge elettorale che proponeva la doppia preferenza (un uomo e una donna), si è configurata una situazione nella quale ognuna aveva la propria idea su cosa fare. Io ho continuato a ribadire la mia disponibilità e, nella notte tra sabato e domenica, ho ricevuto la telefonata in cui mi veniva comunicato che il partito mi aveva scelta come capolista".

Si sente onorata o prevale di più il peso della responsabilità?

"Mi sento onorata, per la storia che rappresenta il Partito Democratico. Una storia che può servire da monito per fare meglio nel futuro perché, come dice Michele Emiliano, “la politica non si può occupare del presente. La politica il presente lo può gestire, ma si deve occupare del futuro”. I cambiamenti della società sono più veloci dei cambiamenti degli organismi intermedi, quindi sono gli organismi intermedi che devono adattarsi e corrispondere questo cambiamento".

A questo proposito, quali sono le proposte che avanzerà nel caso in cui verrà eletta?

"Quello che più mi sta a cuore è la valorizzazione delle risorse naturali, che poi è il motivo per cui tutto il mondo invidia la Puglia. In secondo luogo, mi piacerebbe consentire ai cittadini di Capitanata di non doversi più lamentare per le dimenticanze che la Regione Puglia gli dedica".

Proprio in virtù di questa dimenticanza, qualche politico ha preso le distanze dalla realtà barese. Lei cosa ne pensa?

"Il candidato a cui lei fa riferimento, Savino Santarella, ha affisso i suoi manifesti con lo slogan “io non sono barese”, anche a Bari. Emiliano ridendo ha commentato “nessuno è perfetto”. Io non riesco a comprendere una logica in cui ci si mette l’uno contro l’altro, fermo restando le differenze e le peculiarità di ogni territorio. La nostra società ha attraversato vari momenti negli ultimi decenni, passando dalla esaltazione della globalizzazione al tema della delocalizzazione. Questo è il momento in cui bisogna riconoscere le proprie specificità e unirsi, apportando ognuno il proprio contributo. Noi siamo cittadini pugliesi, e dobbiamo smetterla di sentirci la pecora zoppa della Puglia".

Lei sa che la maggior parte dei candidati insisterà sulla possibilità di riaprire il Gino Lisa e sulla valorizzazione del ruolo della città di Foggia all’interno del panorama regionale. Su tutti questi temi, la linea del Partito Democratico è sempre stata decisa. La società attuale vive l’impeto del cambiamento: è arrivato il momento di rompere con il passato o c’è ancora bisogno di continuità?

"Cambiare completamente registro sarà difficile, perché in dieci anni di governo di centrosinistra in regione tante cose sono state fatte bene. Ci sono sicuramente delle cose da migliorare, soprattutto nella gestione delle istanze a livello territoriale. Per quel che riguarda l’aeroporto, se Emiliano verrà eletto la regione attribuirà un budget per la provincia di Foggia. Ma sarà Foggia a stabilire come questo budget deve essere ripartito. Certo è che se si privilegerà l’aeroporto qualcos’altro ne farà le spese. E poi c’è anche un altro discorso: con l’aeroporto attivo, saremo in grado di costruire progetti in sinergia tra i vari attori presenti sul territorio? Perché possiamo avere anche gli aerei che atterrano e partono dal Gino Lisa, ma se sono vuoti a poco serve. Negli anni sono stati spesi fondi per l’aeroporto, ma sono stati soldi persi che potevano essere utilizzati per sistemare le strade provinciali del Gargano o del Subappennino".

Che cosa si può fare meglio?

"È necessario pensare al problema della disoccupazione che colpisce non solo i giovani, ma anche i cittadini over trenta. La regione Puglia deve pensare anche a quelle imprese già esistenti, piene di manodopera specializzata, che hanno bisogno di essere incentivate".

Come crede che si possano veicolare le istanze regionali presso l’Unione Europea?

"Il ruolo degli europarlamentari è un compito molto complesso. Noi siamo fortunati perché abbiamo Elena Gentile che a Bruxelles, con la sua esperienza amministrativa maturata a livello regionale, può tradurre le esigenze del territorio pugliese a livello europeo. I rapporti di interscambio tra Regione ed europarlamentari sono strategici in questo senso, ed è necessario che tutti siano preparati, non solo le donne".

Esiste e resiste, quindi, la questione di genere.

"È inutile fare gli ipocriti. La differenza di considerazione tra un genere e l’altro esiste. Le donne devono essere competenti, preparate, a disposizione h24, perché se dici “ho il bambino con la febbre”, subito parte il commento “sei donna, non puoi fare politica”. Quello che mi stupisce sono le donne che puntano il dito e non sanno solidarizzare. È da stupide, perché basterebbe rendersi conto che due donne unite sono più forti di dieci uomini insieme".

Hanno ancora un senso le quote rosa?

"Purtroppo sì. Acquisire voti per le donne è molto più difficile, probabilmente per le differenze a livello anche di gestione familiare che distinguono gli uomini dalle donne. Perché gli uomini hanno molto più tempo libero, e quindi vengono considerati più affidabili. Io stessa credo che il ruolo di una donna in casa e in famiglia non sia sostituibile, come credo che sia necessaria la sua presenza all’interno delle istituzioni. Perché le donne sono pragmatiche, risolvono i problemi con facilità e prontezza. Sono abituate agli intoppi. Io ho idee fortemente progressiste, e credo che lo spirito progressista alberghi molto più nelle donne che negli uomini".

Bianca Bruno

di Redazione