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  • Pubblicata il: 29/04/2014 15:00:02

La Biblioteca di Foggia? Come una portineria

Il mondo della cultura foggiana (e non solo) prova a reagire alla mutilazione della Provincia

La cultura non si mangia, aveva ragione quel ministro. La cultura si chiude e basta. E che a farlo sia il “pragmatico” di turno con le rovine di Pompei già sulla giacca oppure un mero funzionario di Stato di un'istituzione dichiaratamente inutile, conta poco. In tempi di crisi – e non solo – se c'è qualcosa da chiudere, abbandonare, dimenticare o sfinire, questa è la cultura. Eppure, prima di subire l'ennesimo sfregio, c'è chi vuole opporsi. Anche a Foggia – persino a Foggia. La città dei teatri e degli anfiteatri chiusi. La città con una delle biblioteche più importanti d'Italia. Quella stessa che il Commissario della Provincia di Foggia, Fabio Costantini, ha deciso di mutilare con una deliberazione datata 16 aprile 2014, la numero 105, trattandola alla stessa stregua della portineria di  di Palazzo Dogana e via Telesforo (le uniche, come di fatto si legge nel medesimo atto, “che saranno soggette a turnazione”). 
 
LA PROTESTA. Mercoledì 30 aprile, le associazioni Link Foggia e Uds hanno indetto un sit-in proprio davanti a “La Magna Capitana” - com'è il nome vero della Biblioteca di Foggia. Si comincia alle ore 10.30, con l'invito rivolto non solo a tutta la comunità accademica, ma anche all'intera cittadinanza, chiamata a  protestate contro una decisione interpretata come un “disagio intollerabile”. Una preghiera rivolta alla collettività che fa il paio con quanto lanciato, qualche giorno fa, sul sito www.firmiamo.it da parte della dottoranda foggiana Angela Articoni, promotrice di una petizione contro il provvedimento della Provincia e in favore del mantenimento dell'attuale orario continuato della Biblioteca. 
 
“RAGAZZI EMIGRATE”. Ma a mobilitarsi sono anche “gli interni”, coloro i quali hanno condiviso – e condividono ancora – esperienze importanti dentro e insieme con la struttura di Viale Michelangelo. I quali ritengono la decisione intrapresa “un segnale pessimo, brutto, deprimente, una sconfitta per tutti quei ragazzi che hanno creduto e continuano a credere che si possa ripartire da qui, senza andare altrove”. Parola di SpazioBaol, il collettivo letterario – concorso di scrittura, cerchia di appassionati di lettura, lettori, webtv letteraria: la si chiami in mille modi – che proprio al nome de “La Magna Capitana” ha legato la propria fortuna, riconoscendo e riconoscendosi in essa in occasione delle diverse iniziative culturali organizzate negli ultimi anni – spesso a proprie spese o di altri partner culturali non proprio dorati. “Ragazzi emigrate” è il titolo del comunicato lanciato agli organi di stampa, emblematico, nel quale si sottolinea la scelleratezza di “un atto calato dall’alto da una burocrazia che ignora i bisogni e le esigenze del territorio o che comunque se ne infischia”.
 
ROBERTA JARUSSI E MINIMA ET MORALIA. Tra gli ultimi contributi, quello di un'autrice e funzionaria stessa della Biblioteca Provinciale, da questa mattina lanciato e rilanciato dagli scrittori che ruotano attorno ad uno dei blog culturali più seguiti d'Italia, “Minima et Moralia”. Roberta Jarussi scrive così: “Ore 17.10. Se non fosse per la privacy, vi farei un paio di foto della folla di ragazzi e ragazze, il più grande avrà 24 anni, che riempie, esattamente ora, la mia sala, quella di fronte, quella sopra (sopra sono un po’ più ‘vecchi’, per modo di dire), lo spazio fuori, in faccia al sole, i tavolini, il bar, la balconata, le scale, la strada qua sotto”. È solo la parte finale del suo contributo, scritto direttamente dal “luogo incriminato”, e nel quale – come dice – non si racconta semplicemente che cos'è una biblioteca in genere, ma cos'è esattamente la Biblioteca di Foggia. 
 
LO SCRITTORE NICOLA LAGIOIA. Un contributo importante, accorato, con titolo e sottotitolo che non lasciano nulla al caso: “Per questo la chiamo mia - La Biblioteca Provinciale di Foggia chiuderà al pomeriggio. Ve lo racconto, da dentro”. Un brano di narrativa e un articolo di denuncia insieme che, in poche ore e com'era facile immaginare, ha trovato già il calore di alcuni intellettuali. Tra gli ultimi, il noto scrittore ed editor Nicola Lagioia, uno dei curatori del blog della casa editrice minimum fax e che non ha esitato a chiedere alla bibliotecaria foggiana un contributo diretto, poi commentato così: “Era una Biblioteca che (come scrive bene Roberta Pilar Jarussi) rappresentava una importante sacca di Welfare. Ci si andava per leggere, sostare, chiacchierare, vedere presentazioni e reading, in una città che non è certo Parigi per quantità di offerta culturale. Decisione triste, in cui non solo chi ci lavora, ma la cittadinanza non credo sia stata minimamente interpellata”. Una città che, scrive l'autore, non è certo Parigi e che, aggiungiamo, di questo passo rischia di non essere neanche più una città. 
La cultura non si mangia, aveva ragione quel ministro. La cultura si chiude e basta. E che a farlo sia il “pragmatico” di turno con le rovine di Pompei già sulla giacca oppure un mero funzionario di Stato di un'istituzione dichiaratamente inutile, conta poco. In tempi di crisi – e non solo – se c'è qualcosa da chiudere, abbandonare, dimenticare o sfinire, questa è la cultura. Eppure, prima di subire l'ennesimo sfregio, c'è chi vuole opporsi. Anche a Foggia – persino a Foggia. La città dei teatri e degli anfiteatri chiusi. La città con una delle biblioteche più importanti d'Italia. Quella stessa che il Commissario della Provincia di Foggia, Fabio Costantini, ha deciso di mutilare con una deliberazione datata 16 aprile 2014, la numero 105, trattandola alla stessa stregua della portineria di Palazzo Dogana e via Telesforo (le uniche, come di fatto si legge nel medesimo atto, “che saranno soggette a turnazione”). 
LA PROTESTA. Mercoledì 30 aprile, le associazioni Link Foggia e Uds hanno indetto un sit-in proprio davanti a Palazzo Dogana, sede della Provincia di Foggia, in Piazza XX Settembre. Si comincia alle ore 10.30, con l'invito rivolto non solo a tutta la comunità accademica, ma anche all'intera cittadinanza, chiamata a  protestate contro una decisione interpretata come un “disagio intollerabile”. Una preghiera rivolta alla collettività che fa il paio con quanto lanciato, qualche giorno fa, sul sito www.firmiamo.it da parte della dottoranda foggiana Angela Articoni, promotrice di una petizione contro il provvedimento della Provincia e in favore del mantenimento dell'attuale orario continuato della Biblioteca "La Magna Capitana".
“RAGAZZI EMIGRATE”. Ma a mobilitarsi sono anche “gli interni”, coloro i quali hanno condiviso – e condividono ancora – esperienze importanti dentro e insieme con la struttura di Viale Michelangelo (la foto riporta proprio una di queste iniziative ndr). I quali ritengono la decisione intrapresa “un segnale pessimo, brutto, deprimente, una sconfitta per tutti quei ragazzi che hanno creduto e continuano a credere che si possa ripartire da qui, senza andare altrove”. Parola di SpazioBaol, il collettivo letterario – concorso di scrittura, cerchia di appassionati di lettura, lettori, webtv letteraria – che proprio al nome de “La Magna Capitana” ha legato la propria fortuna, riconoscendo e riconoscendosi in essa in occasione delle diverse iniziative culturali organizzate negli ultimi anni – spesso a proprie spese o di altri partner culturali non proprio dorati. “Ragazzi emigrate” è il titolo del comunicato lanciato agli organi di stampa, emblematico, nel quale si sottolinea la scelleratezza di “un atto calato dall’alto da una burocrazia che ignora i bisogni e le esigenze del territorio o che comunque se ne infischia”.
ROBERTA JARUSSI E MINIMA ET MORALIA. Tra gli ultimi contributi, quello di un'autrice e funzionaria stessa della Biblioteca Provinciale, da questa mattina lanciato e rilanciato dagli scrittori che ruotano attorno ad uno dei blog culturali più seguiti d'Italia, “Minima et Moralia”. Roberta Jarussi scrive così: “Ore 17.10. Se non fosse per la privacy, vi farei un paio di foto della folla di ragazzi e ragazze, il più grande avrà 24 anni, che riempie, esattamente ora, la mia sala, quella di fronte, quella sopra (sopra sono un po’ più ‘vecchi’, per modo di dire), lo spazio fuori, in faccia al sole, i tavolini, il bar, la balconata, le scale, la strada qua sotto”. È solo la parte finale del suo contributo, scritto direttamente dal “luogo incriminato”, e nel quale – come dice – non si racconta semplicemente che cos'è una biblioteca in genere, ma cos'è esattamente la Biblioteca di Foggia. 
LO SCRITTORE NICOLA LAGIOIA. Un contributo importante quello di Roberta Jarussi, accorato, con titolo e sottotitolo che non lasciano nulla al caso: “Per questo la chiamo mia - La Biblioteca Provinciale di Foggia chiuderà al pomeriggio. Ve lo racconto, da dentro”. Un brano di narrativa e un articolo di denuncia insieme che, in poche ore e com'era facile immaginare, ha trovato già il calore di alcuni intellettuali. Tra i primi, il noto scrittore ed editor Nicola Lagioia, uno dei curatori del blog della casa editrice minimum fax e che non ha esitato a chiedere alla bibliotecaria foggiana un contributo diretto, poi commentato così: “Era una Biblioteca che (come scrive bene Roberta Pilar Jarussi) rappresentava una importante sacca di Welfare. Ci si andava per leggere, sostare, chiacchierare, vedere presentazioni e reading, in una città che non è certo Parigi per quantità di offerta culturale. Decisione triste, in cui non solo chi ci lavora, ma la cittadinanza non credo sia stata minimamente interpellata”. Una città che, scrive l'autore, non è certo Parigi e che, aggiungiamo, di questo passo rischia di non essere neanche più una vera città. 

di Redazione