Pubblichiamo un bellissimo intervento di un lettore spaventato dalla possibilità che la scomparsa dell'Us Foggia cambi per sempre la sua (e la nostra) domenica. Chiunque volesse intervenire può mandare una mail a redazione@foggiacittaaperta.it
Da piccolo c’era un giorno della settimana in cui mi svegliamo  prestissimo benchè potessi dormire. Quel giorno non si andava a scuola.  Avevo voglia di godermelo appieno quel giorno. La mattina presto la  messa dei bambini alla Madonna della Croce ( abitudine che persi presto,  purtroppo direbbe qualcuno), il gelato con gli amici, la passeggiata  per il corso come i grandi che invece si erano svegliati un po’ più  tardi.  
 
Crescendo, una di quelle solite domeniche, accadde quello che non ti  aspetti. Tuo zio, quello grande, quello che per te è come un padre tanto  gli vuoi bene ti invita e ti dice che è disposto a portarti allo stadio  se tua madre ti da il permesso. Si dai, ti dice, ti porto allo  Zaccheria (solo rinominarlo, solo a ripensarlo quel momento mi da i  brividi). E tu lì ad elencare fioretti a tua madre che potresti esaudire  pur di vedere i satanelli calpestare il prato verde. 
 
 
E Vai. Prima una, poi una seconda e una terza. Vai e tutto cambia, la  domenica non è più la stessa. Ti alzi lo stesso presto ma non per andare  a messa ma perché l’emozione non ti fa dormire. Ti sei innamorato di  quei colori, sei cresciuto e ti sei innamorato di quella curva, la Sud.  Non riesci a dormire devi vivertela. Sei lì dalle dieci, vuoi viverne il  sapore, le voci. Vuoi sentire l’atmosfera fuori e vedere come si  allestisce la coreografia dentro. E già ti immagini lì su quel gradone,  con quelli che da sconosciuti diventano conoscenti e poi compagni di  trasferte e poi amici. E sì, perché come ti unisce il Foggia nulla può.  Quell’abbraccio su un gol fatto, quella disperazione condivisa su un gol  subito non puoi capirla se non ci sei dentro.  Non esiste età in quella  curva, un uomo anziano che fuori da quella curva lo vedresti bene al  davanzo, urla più di te si dispera più di te, ci mette ancora più  orgoglio. Allora ci credi anche tu. Urli, lo ringrazi per quella forza  che ti ha dato e lui sa che lo invidi perché ha visto quei colori da più  anni di te. Può raccontare della coppia Rosa Rosa – Pugliese e tu puoi  ascoltare. Insieme vedete Baiano, Signori. Vedete inchinarsi Rossi  Sebastiano. Sei in quella curva e vedi tua zio nel suo solito settore, i  vecchi distinti, e quando esci lo abbracci. A distanza di anni gli  ricordi ancora quella domenica e lui sorride. 
 
 
Sei felice, sei felice di macinare chilometri la domenica e non fa nulla  se torni con una delusione, noi siamo il Foggia nonostante tutto. 
 Sei felice, ti bastava sapere che sarebbe arrivata la domenica e oggi questa felicità vogliono togliertela. 
 Non potete. Non è giusto. Rivoglio la mia domenica. 
 
Oreste Di Giuseppe