Era nato con un clima da “tarallucci e vino”, si è passati alla “gente reclutata al costo di una birra” e ora sta finendo a “pesci in faccia”. L’enogastronomia c’entra poco con il congresso provinciale del Partito democratico ma evidentemente calza a pennello come metafora di una situazione che rischia di degenerare (o forse l’ha già fatto).
L’APPELLO DI RAGNI: “FERMATEVI”. Non si fa a tempo a concepire un atto di questa tragicomica competizione elettorale interna al Pd, infatti, che subito la telenovela offre un altro spunto. Due giorni fa era stato Aldo Ragni a lanciare un appello ai due rivali Raffaele Piemontese e Michelangelo Lombardi: “Fermatevi”. Davanti alla “gente reclutata al costo di una tessera e di una birra”, il presidente della direzione provinciale del Pd aveva chiesto di trovare una soluzione politica per gestire il partito nei prossimi mesi prima di riconvocare il congresso.
"ORA BASTA!". A distanza di meno di 24 ore, l'invito di Ragni, quanto meno a parole, è stato colto dall'ex sindaco di San Marco in Lamis, Lombardi che ha voluto in prima persona ribadire il concetto. "Per quanto mi riguarda ora dico basta. Fermiamoci fin che siamo in tempo. Impediamo ai pasdaran di fare ancora del male, di farci ancora del male" il suo appello. Un'interpretazione del calumet della pace tutt'altro che riuscita se è vero che il resto della missiva getta benzina sul fuoco della vicenda, alimentando i dubbi e le accuse incrociate su irregolarità e tessere last minute sottoscritte in pratica dinanzi ai circoli. "Ho visto i sostenitori del mio competitor - la denuncia di Lombardi - coinvolgere e "costringere" un imprenditore di Foggia in un gioco sporco di tesseramenti forzati dei propri dipendenti, col fine nemmeno tanto celato di umiliarmi nella mia città". Stesso "attacco" avvenuto a Cerignola e ancora irregolarità a Foggia, Manfredonia, Vieste, Cagnano Varano. "Arrivati a questo punto, è ancora possibile individuare chi, tra le due parti, ha ragione? - si interroga Lombardi - E' ancora possibile andare avanti così? La mia storia politica e la mia coscienza rispondono no" la conclusione a cui arriva, evidentemente assalito da dubbi etici apparsi, da più parti, sin troppo tardivi.
"UNITA' E CREDIBILITA' NEL PD". La reazione di Piemontese all'intervento a gamba tesa "dell'avversario" non si è fatta attendere tanto che poche ore dopo si è concretizzata in una lettera indirizzata direttamente a Lombardi. "Caro Michelangelo, non puoi chiedere il penultimo giorno del congresso, di interrompere la sfida prima della sua naturale conclusione con l’elezione del segretario scelto dagli iscritti". "Da tutti gli iscritti! - la sottolineatura polemica del presidente del consiglio comunale di Foggia - Compresi gli oltre mille di Manfredonia e i circa 700 di Foggia che lo sono diventati nelle 6 ore di apertura dei seggi. Centinaia di persone che hanno orientato il voto a tuo favore, come testimoniato dagli esiti dello spoglio e da chi organizzava ingressi e uscite dai seggi". Per non parlare poi del caso di Stornara (15 voti su 15 tesserati per Lombardi) dove "si è svolto l’unico congresso d’Italia convocato all’ora di pranzo, alle ore 13.00, di un sereno sabato foggiano. Senza che alcuno di noi sapesse alcunché". Dal candidato foggiano, l'accusa di una doppia morale lanciata da chi, con l'appoggio della direzione provinciale, ha definito "risultati politici clamorosi" quelli "viziati" di Foggia e Manfredonia e ha gridato allo scandalo dinanzi agli esiti sfavorevoli di San Marco in Lamis e Vieste.
SHOW MUST GO ON. Nessun passo indietro dunque da parte di Piemontese ad un passo dal traguardo che lo vede in vantaggio su Lombardi. E se la sortita di Aldo Ragni aveva come scopo quello di "lavare i panni sporchi in casa" mai tentativo ha avuto un esito così infausto. Gli stracci sono ormai volati fuori e il Pd locale da tutta la vicenda ne esce con le ossa rotte. Lo spettacolo, comunque, deve continuare e tra poche ore probabilmente celebrerà la vittoria di Piemontese: non importa se il pubblico in sala, nel frattempo, sbadiglia e quel che dovrebbe maggiormente preoccupare, si allontana sempre più dal palcoscenico della politica.