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  • Pubblicata il: 09/04/2013 14:19:03

Leonardo Di Gioia si difende: "Non sono un traditore"

"Ma con il pdl foggiano non si può dialogare"

Attacca solo il pdl foggiano. Per il resto difende tutti, da Vendola ai suoi "vecchi amici" compreso Rocco Palese. Eppure dopo il cambio di casacca in politica e l’accettazione della carica di assessore al bilancio nella giunta Vendola, Leonardo di Gioia è entrato nell’occhio del ciclone come simbolo del trasformismo politico. A quasi un mese dal suo insediamento, Di Gioia traccia un primo bilancio.

Iniziamo dal presente. Ci si mette anche il "fuoco amico". Foggia è tappezzata di manifesti a firma "ex amici elettori di Di Gioia" che la accusano di trasformismo. Che risponde a chi la accusa di tradimento del mandato elettorale? A proposito, ha idea di chi possa aver commissionato i manifesti?

 

Su chi li ha realizzati ho non un’idea, ma una certezza: persone ed ambienti di assoluta opacità, che non hanno niente a che vedere con i miei amici e sostenitori, con i quali ho avuto e continuo ad avere un rapporto di chiarezza e lealtà, che condividano o meno le scelte che ho compiuto, fatte sempre senza acrimonia, senza veleni e senza polemica, perché ritengo che fare politica sia altro. Penso che avrei tradito quanti mi avevano scelto sulla base di un impegno e di una promessa di cambiamento se fossi rimasto con chi non voleva cambiare nulla. Sia chiaro: ho grande rispetto per gli elettori e i militanti del Popolo della Libertà, ma faccio fatica a dialogare con la sua classe dirigente locale.

Qual è stato il Suo rapporto con Vendola al di là delle differenti ideologie politiche? Avete avuto modo in passato di scambiarvi opinioni in merito a questioni regionali? Perchè pensa l'abbia scelto? In quale occasione (se ce n'è stata una specifica) pensa che il governatore abbia potuto apprezzare le sue competenze?

 

Con Vendola c’è stato sempre un rapporto di grande correttezza istituzionale e rispetto reciproco. Ci siamo scambiati spesso opinioni su questioni regionali, perché al di là del teatrino delle contrapposizioni, governare è un’attività difficile, che richiede il concorso e il contributo di tutti, a prescindere dalle posizioni che gli elettori assegnano all’uno o all’altro. Non so dire se c’è stata un’occasione specifica; posso solo dire che nei due anni e mezzo trascorsi in Regione ho cercato di lavorare molto, come è mio costume, e al meglio delle mie capacità. 

Tornando a qualche giorno fa. Il primo effetto della sua nomina ad assessore è stato quello di spaccare il Pd di Capitanata. Sotto questo aspetto tutto torna a favore dell'opposizione in regione. Lo ha fatto apposta per scompaginare gli avversari della sinistra?

 

Non ho un’indole così diabolica, né credo che il mio ingresso in Giunta sia stato della portata che lei descrive. Penso che il Presidente Vendola abbia voluto fare una scommessa, in questi ultimi due anni di legislatura, cioè quella di mettere ancor più al centro i territori, l’economia reale, i cittadini. Su questa nuova impostazione è fondato anche il nuovo rapporto fiduciario e personale che si è instaurato fra me e il presidente Vendola.

Si è già messo al lavoro? Quali sono stati i primi adempimenti che ha dovuto compiere?
 
Sto lavorando molto fin dal primo giorno, perché, senza scendere in dettagli tecnici, quello al Bilancio non è un Assessorato di spesa, ma piuttosto il metronomo dell’attività di tutto il Governo regionale. Bisogna quindi procedere con la massima attenzione, per evitare gli sprechi mantenendo però lo standard quantitativo e qualitativo dei servizi.
 
Che ne pensa dei suoi colleghi in giunta?
 
Che siano persone impegnate per il bene della Puglia
 
Cosa pensa di poter portare a livello personale? Quale particolare contributo pensa di poter dare?
 
Ritengo di poter mettere in campo una certa competenza in fatto di numeri e un’abitudine al lavoro condiviso e alle decisioni concertate presa quando ho avuto lo stesso ruolo alla Provincia. Oltre che di far crescere nelle politiche regionali il peso specifico della Capitanata. Questo sarà possibile a condizione però che anche la nostra comunità assuma un atteggiamento costruttivo e dialogante, che si rimbocchi le maniche e proponga, anziché chiudersi nella lamentela
In passato ha avuto posizioni nettamente contrarie all'operato della giunta Vendola. Come concilierà queste opinioni con la necessità di dover adempiere e rendere operative proposte politiche che ha sempre avversato?
 
In realtà, seguendo le orme di Rocco Palese, un uomo che stimo moltissimo e da cui ho imparato tanto, noi non abbiamo mai fatto un’opposizione preconcetta. Come si può facilmente verificare, in questa legislatura il centrodestra e il centrosinistra hanno votato insieme quasi tutti i provvedimenti, proprio perché anche dall’opposizione abbiamo contribuito ad emendarli, a correggerli, a migliorali, e la maggioranza ha avuto il buonsenso di non chiudersi. Di converso abbiamo votato contro le leggi di bilancio e lo abbiamo fatto secondo me a giusta ragione. Oggi si tratta di rendere operativa la nuova apertura culturale che il presidente Vendola ha richiamato. E il bilancio sarà proprio il terreno migliore per testare questa nuova formula di governo
A livello personale proseguirà il suo percorso politico nella lista Monti? Che opinione ha del suo risultato alle politiche? In caso di nuove elezioni nazionali si ricandiderà?
 
 
Con questa legge elettorale è difficile parlare di un proprio risultato individuale. Sapevo che la posizione che mi veniva proposta era a rischio elezione, ed ho accettato perché le cose giuste si devono fare prima di quelle convenienti. La mia collocazione ideale e valoriale è certamente quella del popolarismo europeo che in questo momento trova la sua espressione più autentica nell’area Monti. Sul piano pratico bisognerà comprendere quale percorso seguirà Scelta Civica, che è un soggetto politico ancora largamente in divenire. Spero che il risultato elettorale inferiore alle attese, ma tutt’altro che disprezzabile, non distolga dall’andare avanti su un progetto di pulizia, partecipazione e rinnovamento. Tre cose di cui l’Italia, la Puglia e Foggia hanno un gran bisogno. Quanto a nuove elezioni politiche, mi auguro che vengano evitate. L’Italia rischia il baratro e non può permettersi altri mesi di stallo.

Prossime elezioni regionali: chi sarà il prossimo governatore? Chi si augura vincerà in Puglia? Lei sarà candidato?

 

Se fossi capace di predire il futuro, giocherei al superenalotto. La decisione di Vendola di restare in Regione ha sparigliato molte strategie e molte aspirazioni. Di qui a due anni molte cose saranno cambiate. Per cui l’unica risposta possibile è “non lo so”

 

Ma insomma, in fin dei conti, la Puglia rispetto a otto anni fa sta meglio o peggio? Che giudizio complessivo dà all’operato di Vendola?

 

La Puglia soffre, come tutta l’Italia e come l’intero Occidente; ma non è certo colpa di Vendola. Nell’operato della amministrazione regionale ci sono state criticità nella gestione dei consorzi di bonifica ad esempio; e successi indubbi nelle politiche culturali e del Walfare. La Puglia ha migliorato la sua immagine all’esterno, ma molto ancora da fare c’è per combattere i sui suoi squilibri sociali interni. Difficile riassumere queste complessità in un giudizio. Per parte mia vorrei contribuire, in questi ultimi due anni, ad aumentare le luci e diminuire le ombre.


di Redazione