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  • Pubblicata il: 28/10/2013 10:20:01

L'ira del WWF: "Il Tar boccia lo scempio di Roccamare, ma nessuno lo demolisce"

Ambiente, la protesta della delegazione foggiana

L'ecomostro andrebbe demolito, ma resta ancora dov'è. È questa, in sostanza, la denuncia del WWF Foggia contro la mancata concretizzazione di una recente sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale.
LA SENTENZA. Il Tar Puglia – evidenzia il WWF - ha infatti respinto in toto i ricorsi proposti dalla società Roccamare contro l'annullamento, deciso dalla Provincia di Foggia, della concessione edilizia per l'omonima costruzione e contro la conseguente ordinanza di demolizione, emanata dal comune di Rodi. Ma ad oggi l'edificio - evidenzia il WWF Foggia - è ancora al suo posto, continuando a schiaffeggiare l'ambiente e il paesaggio.
LA STRUTTURA. L'associazione ricorda che si tratta di un edificio a grezzo in area ad alto valore paesaggistico e panoramico, a meno di 50 metri di distanza dal mare. Quella contro lo scempio edilizio "Roccamare" a Rodi Garganico è una battaglia che il WWF conduce da tempo insieme ad altre associazioni ambientaliste e ai cittadini confinanti.
L'IMPRESA DI DIFENDERE L'AMBIENTE. "La vicenda della Roccamare è rappresentativa di come sia difficile difendere l'ambiente nel nostro territorio. - ha affermato Carlo Fierro presidente del WWF Foggia - Da ben 15 anni, infatti, è partita l'azione di cittadini e Associazioni ambientaliste contro tale scempio e al momento, purtroppo, i responsabili riescono ancora ad evitarne la demolizione."
LE MOTIVAZIONI. Eppure le motivazioni della sentenza di primo grado del 2008 del Tribunale di Lucera – spiega la nota del WWF - hanno dettagliatamente illustrato l’illegittimità dell'edificio che è stato realizzato alterando nei documenti progettuali misure di angoli e distanze. Il CTU nominato dal Tribunale nel procedimento di primo grado, con l’ausilio di una squadra di topografi, ha tracciato e picchettato sul terreno il limite della zona edificabile, constatando così che la Roccamare è collocata interamente all’esterno di tale limite in zona G1 – Salvaguardia Costa – assolutamente inedificabile, soggetta a vincolo paesaggistico ed in “Zona franosa I” del Piano di Fabbricazione. La sentenza, pur avendo riconosciuto la responsabilità degli imputati in ordine a tutti i reati contestati, ha dichiarato di non doversi procedere per la maggior parte di essi per l’intervenuta prescrizione, mentre ha condannato gli imputati per i reati d'abuso in atti d’ufficio ed aggravamento del dissesto idrogeologico in atto per i fabbricati circostanti, stabilendo ,infine, la confisca del fabbricato.
L'APPELLO. Successivamente – prosegue la nota del WWF - gli imputati hanno proposto Appello, chiedendo di essere assolti sia per i reati dichiarati prescritti che per quelli per i quali sono stati condannati. Per contro, a marzo del 2012, la Corte d’Appello di Bari ha respinto tale richiesta confermando la prescrizione di tutti i reati già dichiarata nei giudizi di primo grado e dichiarando anche la sopravvenuta prescrizione per il reato di abuso d’ufficio mentre ha assolto gli imputati per il solo capo d'imputazione di aggravamento del dissesto idrogeologico per i fabbricati circostanti. In definitiva, evidenzia il WWF Foggia, il Tribunale, sia in primo che in secondo grado, non ha creduto nelle tesi degli imputati, coperti, però, dal solito scandalo italiano della prescrizione a processo già iniziato.

di Redazione