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  • Pubblicata il: 10/05/2019 14:59:57

Lucera, violenti pestaggi ad un uomo che non aveva pagato la cocaina

Arrestati quattro giovani e il padre di due di loro

Sempre all'interno dell'Operazione Chorus 2 un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Foggia  è stata eseguita nelle prime ore del mattino di ieri a carico dei fratelli Giovanni e Marco Albis, di 21 e 19 anni e di  Giuseppe Costantino, 19enne, tutti gravati da precedenti di polizia, di Vincenzo Esposito, 18enne incensurato, e quella degli arresti domiciliari a carico di Fabrizio Albis, 43enne, pregiudicato, diversamente abile, padre dei due giovani fratelli, tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di estorsione in concorso e lesioni personali.

LA DENUNCIA. Il provvedimento giunge all'esito di una complessa attività investigativa condotta dalla Procura della Repubblica di Foggia e dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile e della Stazione di Lucera, tra i mesi di febbraio e aprile scorsi. Tutto era partito dalla denuncia sporta da un uomo alla fine dello scorso febbraio, che aveva riferito di essere rimasto vittima di un violento pestaggio, ordinato da Fabrizio Albis e messo in pratica dai suoi figli, a causa di un debito con questi, di 5.500 euro, non onorato. Il pestaggio era stato talmente violento da portare la vittima ad un ricovero d'urgenza all'ospedale di San Giovanni Rotondo, dove era poi stato addirittura sottoposto ad un intervento chirurgico.

L'INDAGINE. Le indagini immediatamente avviate avevano però consentito di far luce su di una vicenda dai contorni diversi da quelli inizialmente tratteggiati dalla vittima. Era infatti emerso che il "credito" vantato dagli Albis non fosse da imputarsi ad una loro liberalità, bensì a numerose cessioni di cocaina mai pagate. Si era potuta così accertare l'esistenza di un vero e proprio gruppo criminale, formato dai giovanissimi arrestati e con a capo Fabrizio Albis, che non esitava a ricorrere alla violenza per recuperare i crediti derivanti dalla vendita di sostanze stupefacenti.

GLI EPISODI. Svariati sono stati gli episodi documentati che hanno visto vittima il denunciante. Già nel luglio 2017 Fabrizio e Marco Albis, notato l'uomo in via Nicola Campanile, lo avevano affiancato con l'auto intimandogli di saldare un debito di 200 euro e, resisi conto dell'impossibilità di ottenere il pagamento, lo avevano aggredito selvaggiamente, nell'indifferenza generale dei numerosi passanti. Un'altra aggressione si era verificata nell'agosto 2017, quando l'Albis, in compagnia del figlio Giovanni, aveva costretto l'uomo a salire a bordo della propria vettura per poi colpirlo al petto con un bastone. Si è così arrivati alle aggressioni del 2019. La prima, commessa nel mese di febbraio, riconducibile a Fabrizio Albis, nel ruolo di mandante ed istigatore dei suoi due fidi, questi ultimi quali esecutori delle gravi percosse inferte alla vittima. Dopo qualche settimana, Fabrizio Albis, in compagnia di Giuseppe Costantino, minacciava di morte la vittima ed i suoi congiunti.

NELLA SALA GIOCHI. Ancor più grave l'episodio accaduto nel tardo pomeriggio di sabato 23 marzo: in quella circostanza, infatti, Vincenzo Esposito aveva scorto casualmente la vittima nei pressi di una sala giochi e, consapevole del "credito" vantato dagli Albis, provvedeva immediatamente a chiamarli. Il giovane aveva nel frattempo pedinato l'uomo per le vie del centro storico di Lucera e, una volta giunti ali altri membri della banda (in particolare, Marco Albis e Giuseppe Costantino), accompagnati sul posto in auto da un complice ancora in corso di identificazione, lo avevano bloccato nella centralissima piazza Tribunali e qui sottoposto al un violento pestaggio. dal quale sono derivate lesioni personali giudicate guaribili in 30 giorni. Il gruppo aveva poi abbandonato l'uomo quasi esanime. dandosi alla fuga in auto. La scena è stata in parte ripresa dalle telecamere dei numerosi impianti di videosorveglianza (qui il video) presenti nella zona.

L'ARRESTO. Valutata la pericolosità del gruppo. e quindi l'esigenza di interrompere gli episodi criminosi sempre più gravi, la Procura della Repubblica ha avanzato. sulla base degli elementi di prova raccolti dai Carabinieri, la richiesta di misura cautelare successivamente accolta dal GIP ed eseguita nelle prime ore del mattino di ieri.

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di Redazione