Sono gli Stain i protagonisti del nuovo appuntamento con la rubrica di Foggia Città Aperta, ‘MACCHEMUSICA’. Una sezione a cura
di Simona Auciello e Alessandro Cavotta, nata con l’obiettivo di scoprire
giovani talenti e conoscere artisti e nuove proposte nel panorama musicale.
LA BAND. In uscita il 5 ottobre 2018, Zeus il disco d’esordio degli Stain
realizzato con il contributo di “Puglia Sounds Record 2018”. La
rock band composta da 4 ragazzi di Capurso (Bari) di circa vent’anni,
che hanno deciso insieme di creare qualcosa di nuovo e autentico. Francesco
Lagioia (voce), Michele Tangorra (chitarra), Dario Ladisa (basso), N.I.C.H.O.
(batteria, backing vocals). Nel primo anno di attività, gli Stain vincono
due concorsi regionali e vengono premiati come “Best Original Band”
e “Premio della critica” nell’ambito del contest nazionale “Tour
Music Fest” (presieduto da Mogol). Questo ha permesso loro di organizzare
un tour nazionale che è partito ad ottobre. Hanno aperto il concerto
dell’headliner del Medimex 2019 Brian Ferry lo scorso 13 aprile a
Foggia.
Com’è nata la scelta del nome della band il
cui significato tradotto vuol dire macchia, e come mai la scelta della
lingua inglese per comunicare attraverso i vostri brani? Diciamo che scegliere il nome in inglese, ma soprattutto cantare in
inglese, è stata l’attitudine che abbiamo da sempre. Abbiamo venti anni,
ci conosciamo e suoniamo insieme da quando ne avevamo tredici. Il nostro
percorso è cominciato con le cover di brani soprattutto anglofoni,
e ci siamo così abituati all’ascolto e alla riproduzione dei brani
in questo stile, tanto da ritrovarci a nostro agio anche quando in un
secondo momento abbiamo intrapreso il discorso scrittura, ci risultava
più naturale farlo, tutto qua. Per quanto riguarda il nome della band
e quindi la scelta di Stain come nome, abbiamo fatto una sorta di discorso
sull’identità ancora non ben definita, probabilmente da attribuire
alla nostra giovane età, quindi la macchia come il segno di qualcosa
che rimane in chi ci ascolta. Una grande macchia è stata lasciata e prende il
nome di Zeus, il vostro disco d’esordio che è anche il nome di un
cane al guinzaglio che appare anche in copertina. Dalle interviste voi
stessi asserite che questo disco è il risultato di uno stato d’animo
condiviso, qualcosa che nasce da una sorta di insoddisfazione. E allora
la domanda è: "Di cosa siete scontenti? Cosa cambiereste
della vostra realtà?"Lo stato d’animo di insoddisfazione che raccontiamo nell’album
è legato al concetto del vivere da adolescenti e che in qualche modo
ci lega al cane. Zeus è il nome del cane che vediamo ogni volta che
andiamo a fare le prove musicali al box. Non è un randagio, supponiamo
sia il cane del padrone dei box. Abbiamo vissuto gli ultimi cinque anni della
nostra vita vedendolo lì a passeggiare in quei cinque metri che lo rendono
libero di gironzolare, attaccato al guinzaglio, anzi a una catena.
Facendo considerazioni sul suo stato, lo abbiamo un po’ paragonato
al nostro concetto di malessere. La monotonia di un cane legato, che
ci rimembra le nostre giornate a volte uguali, ripetitive e banali,
ed è questo che ci accomuna a Zeus. Non abbiamo una catena ma è come
se ce l’avessimo. Partendo da questa visione del mondo, vorremmo rompere
le catene e s-catenare il nostro canto per ribaltare la realtà delle
cose. C’è uno scatto che rappresenta la band in cui
apparite con i volti mossi, come se fosse stata scattata mentre scuotevate
il capo. Che scelta c’è dietro questa foto? La scelta è fondamentalmente di creare hype non mostrando l’identità
dei nostri volti, anche se inizialmente Daniele Notaristefano (artista e fotografo barese, vincitore nel 2015 dell’International
Photography Award a Los Angeles) non ci aveva detto quale fosse la sua idea. E’ stato tutto molto
spontaneo poi ne è uscita questa foto che abbiamo apprezzato in tantissimi
e che ha avuto tanto successo. Seize the day ha 24.803 ascolti su Spotify, voi
dite che è un’esortazione a pensare che ci sia sempre una possibilità,
come è venuto fuori questo brano? E in merito agli attimi perduti cosa
ne pensate della famosa espressione carpe diem? Diciamo che inizialmente doveva essere uno dei 4 brani scelti per
l’Ep poi però abbiamo deciso di lavorarci ancora e tirar su altri
brani. Il disco è uscito in un periodo in cui non stavamo ottenendo
quello che volevamo però continuavamo a provarci tenendo duro, non
mollando dandoci ancora un’altra possibilità. Più che al carpe diem,
noi crediamo nel fatto che non ci sia solamente “un attimo”, anzi
se lo hai perso, può capitare che ne avrai un secondo o un terzo. Il
succo è non arrendersi e aspettare l’altra possibilità, perché
può arrivare da un momento all’altro. Il video è stato realizzato
dal regista Pierpaolo Pepe, lui ebbe quest’idea partendo da Vampiro
il quadro di Edward Munch che appare nel video, il significato gira
intorno al quadro, la giovane donna che riappare come fosse una sorta
di trauma adolescenziale irrisolto e che ritorna in età adulta. Vincitori del Tour Music Fest, siete in tour da
ottobre, qualche giorno fa avete aperto il concerto di Brian Ferry in
occasione del Medimex a Foggia, raccontateci questa esperienza. E’ stato il primo festival a cui abbiamo partecipato di queste dimensioni,
abbiamo avuto a che fare con dei professionisti del settore, è stato
un onore per noi. Ci siamo trovati a nostro agio più del previsto,
è stata un’esperienza meravigliosa, anche la performance è andata
piuttosto bene sempre grazie alla grande macchina fatta di persone che
ci lavorava dietro, dei professionisti che ringraziamo e che ci hanno
fatto sentire bene, la situazione era perfetta e quindi nonostante la
forte tensione e l’ansia, il nostro live adrenalinico è arrivato
a chi ci seguiva e a sei mesi dal primo disco è una grandissima soddisfazione
per noi e per chi ci sostiene. Cosa faranno nei prossimi mesi gli Stain?
Ci piacerebbe suonare in alcuni festival come ad esempio il Color
Fest in Calabria o il Giovinazzo Rock festival, per ora abbiamo raggiunto
una buona posizione in un contest che ci piacerebbe vincere, parliamo
dell’Isle of Wight Festival New Blood Competition. Ad oggi abbiamo superato
i 1500 voti e ci piacerebbe poter vivere quell’esperienza, quindi il nostro invito è: 'Votateci'.
(Simona Auciello e Alessandro Cavotta)