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  • Pubblicata il: 18/01/2020 11:19:32

I "regalini", i soci, le assunzioni e le minacce: il faccia a faccia di Vigilante coi presunti mafiosi prima degli attentati

Cristian Vigilante, nei primi giorni del 2020, è stato vittima, in due distinte occasioni, di intimidazioni: prima con un attentato incendiario all'auto aziendale in via D'Aragona e poi con una bomba carta posizionata dinanzi a un centro per anziani a lui riconducibile. Circa due anni prima, la mattina del 12 gennaio 2018, Ernesto Gatta e Francesco Tizzano, due pregiudicati ritenuti elementi di spicco della mafia foggiana, si presentarono sul Viale degli Aviatori presso la sede della residenza sanitaria per anziani 'Il Sorriso', per parlare con lui, dirigente della struttura e conoscente di lunga data di Francesco. Le indagini dovranno chiarire nel dettaglio il collegamento tra questi episodi. Il faccia a faccia con i mafiosi, tuttavia, fu immortalato in diretta, con numerose foto e riprese, dagli organi di polizia in servizio di appostamento. È questo il motivo per cui di quel colloquio se ne conoscono i particolari, finiti nelle carte dell'operazione 'Decima Azione'.

LE DICHIARAZIONI. Qualche giorno dopo quell'incontro, infatti, il 16 gennaio 2018, gli inquirenti chiamano a sommarie informazioni testimoniali proprio Cristian Vigilante. Gli chiedono conto sul contenuto del colloquio. Il manager, in quella sede, rivela tutto. Tizzano e Gatta avevano fatto intendergli “di essere venuti per parlargli 'in amicizia' prima che iniziassero i boom e i baam”. È lo stesso Cristian a precisare che, con tali espressioni, intendessero riferirsi a eventuali esplosioni ai danni della Residenza sanitaria 'Il Sorriso'. Tizzano, sempre secondo il racconto di Vigilante, lo aveva poi incalzato dicendogli che “nella lista c'era D'Alba ma non c'era ancora Paolo Telesforo”.

I SOCI. Per comprendere questa affermazione occorre qualche passo indietro e qualche precisazione. La lista, in primo luogo: deve intendersi – annotano gli inquirenti - la “lista delle vittime delle estorsioni”. Si tratta di un elenco vergato su carta, ambito dai vertici della Società Foggiana che riporta tutti i nominativi che pagano il pizzo. In secondo luogo, perchè il collegamento con Michele D'Alba e Paolo Telesforo? La residenza per anziani 'Il Sorriso' è di proprietà della società Sanità Più, guidata dai fratelli Cristian e Luca Vigilante, ma è nell'orbita del gruppo di Paolo Telesforo. Inoltre, tre mesi prima dell'incontro intimidatorio, nell'ottobre del 2017, l'Universo salute srl, cui fanno capo le cliniche di Paolo Telesforo e l'impresa leader nelle pulizie industriali 'Tre Fiammelle' di Michele D'Alba, si era aggiudicata il complesso sanitario del Don Uva e il sodalizio tra i due imprenditori era divenuto di dominio pubblico. Tizzano e Gatta, dunque, pretendono che, poiché Michele D'Alba – secondo quanto da loro affermato – è presente nella lista degli estorti, anche il socio Paolo Telesforo deve provvedere“a un regalino o a un piccolo pensierino”.

IL RIFIUTO E LA RICHIESTA DI ASSUNZIONE. Agli inquirenti Cristian Vigilante racconta di aver fatto presente che con Paolo Telesforo non aveva rapporti visto che è il suocero di suo fratello Luca e che, se avessero avuto intenzione di chiedere a lui il pizzo “era una persona che denunciava immediatamente questo tipo di richieste visto che conosce molti magistrati e alti ufficiali della Polizia e dei Carabinieri”. Tizzano con strafottenza gli passò il suo telefono sfidandolo “a chiamare il 113 e di sporgere denuncia, tanto se lui veniva arrestato dopo sarebbero venute altre decine di persone con le stesse sue richieste”. Poi chiese di recapitare a Paolo Telesforo, in occasione dell'inaugurazione del cambio di gestione della struttura Universo Salute Don Uva in programma il giorno dopo, il messaggio: “Questa palla se la deve tenere D'Alba” intendendo dire che quest'ultimo avrebbe dovuto provvedere a pagare il pizzo. Dai due pregiudicati giunse, infine, un'ulteriore richiesta: l'assunzione nella Rssa di Gatta e della moglie di Tizzano nonostante non fossero operatori sanitari tanto “loro avrebbero provveduto a recapitare le certificazioni necessarie”.

LE ALTRE DICHIARAZIONI. Anche Luca Vigilante fu ascoltato in procura. Il 27 gennaio 2018 dichiarò “di aver appreso dal fratello Cristian della richiesta di assunzioni aggiungendo che l'istruttore della palestra in cui si allenava, nel mese di ottobre 2017, proprio a ridosso dell'inaugurazione del Don Uva, gli aveva riferito che Ernesto Gatta voleva parlare con lui. Michele D'Alba, sentito l'8 febbraio 2018 e Paolo Telesforo ascoltato il 16 riferirono di essere stati informati da Luca Vigilante “della richiesta espressa del versamento di un pensiero”. Son passati due anni da quelle intimidazioni e il processo legato all'operazione Decima Azione è iniziato. Venticinque dei ventinove arrestati, tra cui Francesco Tizzano ed Ernesto Gatta, sono sotto processo a Bari con richieste di carcere per oltre 300 anni. A Tizzano la richiesta di condanna più alta: 18 anni.

di Michele Gramazio