Mafia foggiana, la relazione della Dia: "Omicidi in calo, ma la scarcerazione di boss può far cambiare gli equilibri" LA MAPPA
“Nella Capitanata convivono società foggiana e mafia garganica, difficili da distinguere l'una dall'altra”. È il biglietto da visita dell'ultima relazione semestrale della Dia, la Direzione Investigativa antimafia su Foggia e provincia (clicca sulla mappa).
I NUOVI EQUILIBRI. Le aggregazioni criminali – si legge nella relazione -, pur colpite dalle numerose inchieste giudiziarie e dalle conseguenti dure condanne e in assenza di un assetto ben determinato, a causa della detenzione di capi e sodali, continuano ad agire secondo precise strategie operative/territoriali, nell'intento di non disperdere le proprie risorse in conflitti che potrebbero destabilizzarle e renderle più vulnerabili. A Foggia le consorterie criminali, conservando la propria autonomia, tendono a consolidare le proprie attività illecite. Gli esigui vuoti di potere che si sono venuti a creare hanno comunque consentito ad alcune figure emergenti di ritagliarsi un autonomo spazio, avviando un processo volto a far acquisire all'organizzazione criminale i caratteri di "mafia", com'è stato riscontrato nell'ambito della recente inchiesta denominata "Pecunia"condotta nei confronti degli appartenenti alla nota famiglia Masciavè di Stornara che avrebbe assunto il controllo di tutte le attività, lecite ed illecite, orbitanti nella cittadina e nel suo hinterland.
L’OMERTÀ. Inoltre, la scarsa rete informativa anche a livello confidenziale è dovuta sostanzialmente all'atteggiamento "omertoso" da parte delle vittime della criminalità. Tuttavia, a Foggia – prosegue la relazione -, le Istituzioni hanno dato un segnale positivo con l'apertura del primo presidio antiracket della provincia. Resta alto l'allarme sociale per la serie degli attentati dinamitardi in danno di esercizi commerciali avvenuti anche in pieno giorno e nel centro cittadino, come quelli consumati nei pressi del Palazzo di Governo, ed i cui moventi sono tuttora al vaglio degli inquirenti.
I CLAN. Nella città di Foggia, teatro di episodi di criminalità organizzata, da circa un biennio, come ciclicamente già verificatosi nel passato, si è registrato un calo degli omicidi. Ciò nonostante, l'equilibrio esistente potrebbe essere messo in crisi dalla recente scarcerazione di alcuni degli esponenti più carismatici dei sodalizi Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese, Sinesl-Francavilla e Pellegrino-Moretti. Ciò anche in considerazione della nota contesa fra i clan Sinesl-Francavilla e Pellegrino-Moretti alla quale, in passato, sono da ricollegare diversi omicidi e tentati omicidi. Nell'intento di scongiurare una nuova stagione di violenza, mirate indagini hanno consentito di accertare che i boss del clan Pellegrino-Moretti, acquisita la libertà, non hanno esitato a riorganizzare l'omonimo sodalizio con lo scopo anche di garantirsi la latitanza alla luce delle imminenti possibili loro condanne processuali. Potenziali ripercussioni sullo stato di pacificazione esistente potrebbero derivare anche dalla decisione dell'ex coniuge del noto capo del sodalizio Francavilla di collaborare con la giustizia.