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  • Pubblicata il: 02/02/2013 09:28:03

Manfredonia, quattro omicidi in due mesi: sgominata banda di giovanissimi incensurati

Quattro omicidi in cinque mesi. Una banda di giovanissimi incensurati che ha seminato il panico a Manfredonia per tutto il 2012. E’ quanto scoperto dagli agenti della squadra mobile di Foggia e del commissariato sipontino, con l’ausilio dei carabinieri del posto, che questa mattina hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere, provvedimento emanato nei confronti di un gruppo di giovani, incensurati, garganici (tra i quali anche una ragazza, minorenne).
I PROVVEDIMENTI CAUTELARI sono stati disposti al termine di attività investigativa, condotta con il coordinamento della Procura di Foggia, ed afferente al duplice omicidio di Francesco Castriotta e Antonio Balsamo, alla scomparsa e all’omicidio di Salvemini Cosimo, nonché all’omicidio di Matteo Di Bari, tutti avvenuti a Manfredonia, rispettivamente in data 5 giugno, 18 luglio e 5 novembre 2012. I particolari relativi all’operazione – battezzata “Romanzo criminale” per l’efferatezza dei fatti compiuti - sono agghiaccianti: gli inquirenti hanno evidenziato, infatti, la brutalità con la quale i presunti assassini hanno operato, “come ispirati da un disegno tanto folle, quanto lucido”. Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state chieste dai sostituti procuratori foggiani Alessandra Fini, Rosa Pensa e Giuseppe Riccio per tutti i maggiorenni, e dal pm Carla Spagnuolo, della Procura per i minorenni di Bari, per i minorenni. 
A FINIRE IN MANETTE, insieme al 30enne Francesco Giannella, sono stati Ilario Conoscitore, di 21 anni, Emanuele Biondi di 32, Mario Renzulli di 30 e Cristopher Paloscia di 21 (accusato di detenzione di stupefacente, insieme ad un 17enne, L.P.). Arrestata anche una ragazza di 17 anni, V.C., ritenuta responsabile di concorso nel sequestro di persona, nella rapina e nell’omicidio di Salvemini e di concorso nella rapina e nell’omicidio di Di Bari. Sono accusati, a vario titolo, di omicidio, sequestro di persona, soppressione di cadavere, favoreggiamento e detenzione e cessione di sostanza stupefacente.
LE INDAGINI. Non è stato semplice, per gli investigatori, collegare gli episodi appena passati in rassegna e trovarne i punti di contatto. Per quanto concerne, in particolare, il caso Castriotta-Balsamo e Salvemini si trattava di scandagliare nell'ambiente della droga; nell'ultimo, quello dell'assassinio di Di Bari, il movente è una rapina finita male. Nei primi due casi, secondo il quadro ricostruito dalla Procura, tutto ruotava attorno a due partite da 2kg di droga, che il Giannella voleva accaparrarsi a tutti i costi. Per questo, secondo gli inquirenti, il 30enne si incontrò con Castriotta a Siponto, in un luogo isolato, e poi - dopo essere entrato in possesso dello stupefacente - uccise lui e il suo amico Balsamo, ritenuto un "possibile testimone". E sempre per mettere le mani su altri 2kg di hashish, avrebbe architettato il tranello nei confronti di Cosimo Salvemini, servendosi della collaborazioni di alcuni tra gli altri sei indagati.
BRUTALITA' INAUDITA: IL CASO SALVEMINI. I sostituti procuratori che hanno seguito e coordinato le indagini hanno a più riprese sottolineato "la brutalità rara" con la quale il gruppo agiva. Una crudeltà che va letta come la volontà di alcuni degli indagati (e soprattutto di Giannella) di diventare il capo 'riconosciuto' della criminalità manfredoniana. Era la sera del 18 luglio quando Cosimo Salvemini veniva invitato, con un inganno,  in un box in località Monticchio dai due minori coinvolti. Ma ad attenderlo, in zona “100 box” vi erano Giannella, Conoscitore e Biondi che, sotto la minaccia delle armi, hanno costretto il 21enne a consegnare loro i 2kg di hashish che custodiva in casa. Prelevato lo stupefacente, il ragazzo è stato portato - legato e chiuso nel bagagliaio di un’auto – nelle zone rurali in località “Amendola” dove è stato ucciso. Il suo cadavere è stato seppellito prima nel fondo agricolo dove era stato ammazzato; poi riesumato e seppellito in zona più sicura. Tutto questo è rimasto soffocato dal silenzio. Fino al pomeriggio del 10 dicembre scorso, quando il corpo di Cosimo Salvemini è stato ritrovato, portando con sè alla luce tutto il resto.

di Redazione