“Dall'io al noi, dall'individuo alla comunità”: un sottotitolo che può ben essere inteso come il punto di riferimento dell'intenso lavoro operato nel sociale da parte degli attori protagonisti della “due-giorni” di sabato 11 e domenica 12 ottobre. Dagli “orti sociali” di Masseria De Vargas infatti, ha avuto luogo il primo di una serie di eventi rivolti alla città e ai cittadini, organizzati allo scopo di proporre un altro tipo di comunità, di integrazione sociale. Forse, di una vera e propria società differente.
LA CITTA' DI TUTTI. “Fatti gli orti, adesso dobbiamo fare la comunità”: è una delle frasi ricorrenti che, negli ultimi mesi, dalla costituzione degli Orti Sociali in Masseria De Vargas, ha animato le iniziative dei membri e amici di Emmaus. Dopo la distribuzione dei piccoli lotti di terra ai cittadini, dopo la messa a coltura, i raccolti e gli scambi tra questi, tocca alle persone, alle famiglie, ai gruppi di individui che, senza conoscersi, hanno deciso di condividere una stessa terra. Bisogna costruire la comunità dunque: ed è stato proprio questo l'obiettivo dell'intero pomeriggio di sabato 11 ottobre, cominciato intorno alle 15 e conclusosi con un banchetto finale. Prima tappa del progetto “La città di tutti”, finanziato dalla Regione Puglia e organizzato su quattro linee di intervento: educazione ambientale, educazione alimentare, educazione finanziaria ed educazione alla socializzazione: “Vogliamo riprenderci la città – ha dichiarato in merito la direttrice della Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus, Rita De Padova – perché crediamo che la nostra comunità abbia bisogno di ritrovarsi, di tornare a fare le cose insieme... Non è un convegno, ma un momento di scambio concreto”.
C'E' ANCHE “LA BANCA DEL TEMPO”. La psicologa Marina Galati infatti, ha dato vita ad un vero e proprio laboratorio umano con metodologia interattiva, nel quale famiglie e gruppi di conoscenti si sono dovuti separare, “costretti” a condividere, proporre, lanciare e rilanciare progetti di comunità con altre persone. Non una sterile conversazione intorno a tipi di società e comunità diversamente possibili, ma idee da mettere in campo, tradotte su cartelloni affissi alle pareti interne della Masseria. Il cibo, lo scambio di prodotti, gli acquisti e i condomini solidali, il mercatino dell'usato, il baratto e il “baratto senza baratto”, il quale tradotto può sintetizzarsi nella cultura del dono, slegato da qualsiasi logica di “ritorno”. E ancora: la realizzazione di una banca del tempo, ad esempio, la quale metta al centro, come “oggetto di scambio”, uno dei beni ormai più esosi della società occidentale, dando la possibilità a gruppi di persone di beneficiare della propria fetta di tempo libero a disposizione, valorizzando competenze e idee. Ma, soprattutto, l'umanità di ciascuno.
DAL LABORATORIO ALLA QUOTIDIANITA'. Coltivare la Comunità, coltivare le relazioni, coltivare la terra, coltivare la spiritualità e l'interiorità, coltivare la speranza, coltivare l'umanità: questi i rispettivi momenti della giornata di sabato, temi di incontro e di interrelazione che hanno visto una cinquantina e oltre di partecipanti dare vita ad una proposta di società e di comunità differente. Emmaus e Masseria Antonia de Vargas, con la concreta esperienza degli Orti Sociali, hanno fatto da base, supporto concreto in grado di dare il via ad una serie di scambi e di realtà che, con ogni probabilità, troveranno traduzione effettiva nella quotidianità di ognuno. A conferma di quanto resti la centralità della persona, e la fiducia in essa, la sola e unica risposta al bisogno di umanità sempre più pressante delle attuali forme di comunità occidentali.
“Dall'io al noi, dall'individuo alla comunità”: un sottotitolo che può ben essere inteso come il punto di riferimento dell'intenso lavoro operato nel sociale da parte degli attori protagonisti della “due-giorni” di sabato 11 e domenica 12 ottobre. Dagli “orti sociali” di Masseria De Vargas infatti, ha avuto luogo il primo di una serie di eventi rivolti alla città e ai cittadini, organizzati allo scopo di proporre un altro tipo di comunità, di integrazione sociale. Forse, di una vera e propria società differente.
LA CITTA' DI TUTTI. “Fatti gli orti, adesso dobbiamo fare la comunità”: è una delle frasi ricorrenti che, negli ultimi mesi, dalla costituzione degli Orti Sociali in Masseria De Vargas, ha animato le iniziative dei membri e amici di Emmaus. Dopo la distribuzione dei piccoli lotti di terra ai cittadini, dopo la messa a coltura, i raccolti e gli scambi tra questi, tocca alle persone, alle famiglie, ai gruppi di individui che, senza conoscersi, hanno deciso di condividere una stessa terra. Bisogna costruire la comunità dunque: ed è stato proprio questo l'obiettivo dell'intero pomeriggio di sabato 11 ottobre, cominciato intorno alle 15 e conclusosi con un banchetto finale. Prima tappa del progetto “La città di tutti”, finanziato dalla Regione Puglia e organizzato su quattro linee di intervento: educazione ambientale, educazione alimentare, educazione finanziaria ed educazione alla socializzazione: “Vogliamo riprenderci la città – ha dichiarato in merito la direttrice della Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus, Rita De Padova – perché crediamo che la nostra comunità abbia bisogno di ritrovarsi, di tornare a fare le cose insieme... Non è un convegno, ma un momento di scambio concreto”.
C'E' ANCHE “LA BANCA DEL TEMPO”. La psicologa Marina Galati infatti, ha dato vita ad un vero e proprio laboratorio umano con metodologia interattiva, nel quale famiglie e gruppi di conoscenti si sono dovuti separare, “costretti” a condividere, proporre, lanciare e rilanciare progetti di comunità con altre persone. Non una sterile conversazione intorno a tipi di società e comunità diversamente possibili, ma idee da mettere in campo, tradotte su cartelloni affissi alle pareti interne della Masseria. Il cibo, lo scambio di prodotti, gli acquisti e i condomini solidali, il mercatino dell'usato, il baratto e il “baratto senza baratto”, il quale tradotto può sintetizzarsi nella cultura del dono, slegato da qualsiasi logica di “ritorno”. E ancora: la realizzazione di una banca del tempo, ad esempio, la quale metta al centro, come “oggetto di scambio”, uno dei beni ormai più esosi della società occidentale, dando la possibilità a gruppi di persone di beneficiare della propria fetta di tempo libero a disposizione, valorizzando competenze e idee. Ma, soprattutto, l'umanità di ciascuno.
DAL LABORATORIO ALLA QUOTIDIANITA'. Coltivare la Comunità, coltivare le relazioni, coltivare la terra, coltivare la spiritualità e l'interiorità, coltivare la speranza, coltivare l'umanità: questi i rispettivi momenti della giornata di sabato, temi di incontro e di interrelazione che hanno visto una cinquantina e oltre di partecipanti dare vita ad una proposta di società e di comunità differente. Emmaus e Masseria Antonia de Vargas, con la concreta esperienza degli Orti Sociali, hanno fatto da base, supporto concreto in grado di dare il via ad una serie di scambi e di realtà che, con ogni probabilità, troveranno traduzione effettiva nella quotidianità di ognuno. A conferma di quanto resti la centralità della persona, e la fiducia in essa, la sola e unica risposta al bisogno di umanità sempre più pressante delle attuali forme di comunità occidentali.