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  • Pubblicata il: 17/02/2021 19:46:02

Mattinata, lupi sbranano pecore e un cane: "Noi allevatori abbandonati. Il Parco del Gargano se ne frega"

Dopo la denuncia di un'imprenditore agricolo, la presa di posizione della Coldiretti

“I lupi sono arrivati alle porte di Mattinata. La notte scorsa hanno sbranato diverse pecore di mia proprietà e un povero cane ha fatto una morte atroce. Ci sentiamo abbandonati”.

LA DENUNCIA. Lo sfogo arriva da un allevatore della cittadina garganica. Numerosi capi del suo gregge sono stati assaliti in contrada Fantette. Le foto, pervenute alla nostra redazione, non hanno bisogno di commenti. “In alcuni casi i lupi sono arrivati anche in paese” prosegue l'imprenditore agricolo. “Per noi allevatori, ormai, stare nei boschi è diventato ogni giorno come vivere in un campo di battaglia. Dobbiamo difendere i nostri animali e i nostri sacrifici”. Poi l'accusa: “Il parco nazionale del Gargano se ne frega! Se non si svegliano presto, sarà un problema serio per l'intera popolazione”.

LA COLDIRETTI. Sull'episodio è intervenuta la Coldiretti Puglia. “Nelle campagne ci sono più animali selvatici, tra lupi, cinghiali e cani inselvatichiti che lavoratori agricoli e la situazione è drammatica in tutta la regione, per cui lanciamo l’appello al Ministro dell’Ambiente e della Transizione Ecologica Cingolani affinché venga messo un freno ad un fenomeno che ormai è sfuggito di mano” ha dichiarato il presidente Savino Muraglia. “Nel giro di dieci anni i lupi si sono moltiplicati, mettendo a rischio non solo gli animali nelle stalle e al pascolo, ma anche la vita stessa di agricoltori e pastori. In Puglia sono enormi le perdite registrate in campagna causate dalla fauna selvatica, con un danno pari ad oltre 12 milioni di euro”. “Il tema ormai ingestibile della fauna selvatica e dei predatori – aggiunge il presidente Muraglia - va affrontato ai massimi livelli con una strategia congiunta tra il Ministero dell’Ambiente e la Regione Puglia per stabilire le misure da adottare a tutela delle aziende agricole e zootecniche”. “La resistenza degli agricoltori è al limite – spiega la Coldiretti – è urgente trovare nuove modalità di azione che permettano di organizzare in maniera più efficace un sistema di gestione di questi animali predatori, che non sono più specie in via di estinzione”.

di Redazione