Rapine dopo la maxi evasione dal carcere di Foggia, definitive le condanne per 9 persone
I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia hanno dato esecuzione a nove ordini di esecuzione per la carcerazione emessi dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Bari a carico di altrettante persone, in prevalenza già detenute in vari carceri del territorio nazionale per motivazioni diverse. Dopo il pronunciamento finale della Suprema Corte di Cassazione dei giorni scorsi sui ricorsi presentati dalle difese degli interessati, è divenuta quindi definitiva la relativa condanna per le rapine pluriaggravate in concorso dagli stessi commesse, a vario titolo, in occasione della maxi evasione del carcere di Foggia del 9 marzo 2020. Si tratta infatti di 9 degli oltre 80 detenuti fuggiti dalla Casa Circondariale di Foggia, che dopo i disordini scoppiati per le proteste “Covid” di quei giorni - avvenute tra l’altro in diversi carceri del territorio nazionale – si sono poi resi protagonisti di alcune rapine di autoveicoli commesse in danno di un’officina e di alcuni
privati, nei pressi di tale Istituto di Pena, al fine di guadagnarsi la fuga.
L'OMICIDIO BRUNO. Tra gli arrestati c’è anche l’ex “super ricercato” Cristoforo Aghilar, tuttora a processo in Corte d’Assise a Foggia per l’efferato omicidio di Filomena Bruno. Nel giugno 2020, su richiesta della Procura della Repubblica di Foggia, che coordinò le relative indagini, i 9 arrestati odierni, insieme ad altri detenuti evasi sempre in quella eccezionale circostanza, furono già arrestati a seguito dell’ordinanza di custodia cautelare applicativa del carcere emessa dal GIP del Tribunale del capoluogo per i medesimi fatti, andati poi in esecuzione nei giorni scorsi dopo la decisione di inammissibilità del ricorso in Cassazione. Le pene comminate ai nove condannati sono state in media di circa quattro anni di reclusione, oltre alla sanzione accessoria dell’interdizione dei pubblici uffici ed in alcuni casi anche della sanzione penale pecuniaria. Alcuni condannati, in tali provvedimenti restrittivi, hanno altresì avuto il cumulo per pene concorrenti riguardanti altri procedimenti penali, anch’essi già definiti.
LE AUTO RUBATE. In particolare, i soggetti destinatari dei provvedimenti restrittivi in questione, al fine di allontanarsi rapidamente dalla Casa Circondariale da cui erano poco prima evasi e di sfuggire così al tempestivo intervento delle Forze di Polizia, accorse nel frattempo sul posto, si erano impossessati delle autovetture presenti in quella zona, nota come “Villagio Artigiani”, caratterizzata dalla presenza di numerose attività commerciali, tra cui anche alcune concessionarie di auto, arrivando addirittura anche a fermare con violenza e minaccia alcuni veicoli in transito e costringendo poi gli occupanti a cedergli il veicolo o in alcuni casi persino ad accompagnarli presso luoghi più sicuri.