Michela Murgia e quella volta a Foggia: “Fu un book tour emozionante”
Il ricordo di Salvatore D’Alessio della Ubik
“Un’autrice popolare ma anche un’intellettuale a tutto tondo che sapeva parlare della nostra contemporaneità e di temi per cui ancora ci si batte, anche nella nostra città”. È il ricordo di Salvatore D’Alessio, uno dei tre attuali titolari della libreria Ubik di Foggia che, il 17 febbraio del 2015, ospitò la scrittrice Michela Murgia, scomparsa nelle scorse ore a causa di un tumore.
UN VERO E PROPRIO BOOK TOUR. “Presentava il romanzo ‘Chirù’ (Einaudi) – racconta D’Alessio, uno dei librai storici del presidio culturale di Piazza Giordano che, all’epoca, era guidato da Michele Trecca e Giovanna Draicchio, i fondatori della libreria – e organizzammo per lei un vero e proprio book tour. Venne in libreria davanti a tantissimo pubblico, ma incontrò anche gli studenti delle scuole nell’auditorium della biblioteca ‘La Magna Capitana’ e il circolo femminista ‘La Merlettaia’, per poi raggiungere gli amici della libreria Kublai di Lucera. È stato uno dei book tour più emozionanti e partecipati – continua il libraio che, in quell’occasione, presentò l’autrice sarda in tutti i contesti – tra quelli organizzati in questi sedici anni di attività”.
FU GENEROSA. “Chi è stato a quell’evento ancora ricorda l’attenzione e l’energia delle parole di Michela Murgia”. Un’affermazione, quest’ultima, confermata dagli accorati messaggi di commento pubblicati dai lettori della libreria sotto al post in memoria della scrittrice scomparsa. “Ero presente a questa presentazione – scrive ad esempio un lettore sulla pagina Facebook “Ubik Foggia”, richiamando la foto dell’incontro del 2015 – e Michela Murgia è stata generosa sia con le parole da lei scelte per raccontare il suo libro, sia con quelle usate per le risposte alle domande del pubblico. Mancherà al mondo intero”.
AVEVA GIA’ IL CANCRO. Quanto al libro in questione, fa sapere ancora D’Alessio, Michela Murgia teneva tantissimo: “Già in quell’occasione – spiega il libraio – disse che sarebbe stato il suo ultimo libro perché poco prima di scriverlo le avevano diagnosticato il cancro, dandole pochi mesi di vita. Quella volta andò bene, ma la notizia la sconvolse e ‘Chirù’ fu la dichiarazione d’amore a uno dei suoi figli d’anima”. Il riferimento è a un’espressione della lingua sarda – Fillus de anima – che sta a indicare una pratica diffusa nell’isola, consistente nell'affidare spontaneamente il proprio figlio biologico ad altri adulti, generalmente senza figli, appartenenti alla stessa comunità. “Si trattava di una vera e propria filiazione non biologica – chiosa ancora Salvatore D’Alessio – uno dei suoi temi ricorrenti, a ben guardare, sin dai tempi di ‘Accabadora’, il suo romanzo più famoso”.
I TEMI DELL’INCONTRO FOGGIANO. “Quella volta a Foggia – conclude il libraio – fu davvero emozionante perché Michela parlò anche di quei temi che, successivamente, l’hanno resa famosa sui social, persino al cospetto dei non lettori: famiglie non biologiche, queer, adozioni di coppie omosessuali, fine vita e tutte quelle tematiche etiche che ricorrono nei suoi testi e che, anche in questo suo ultimo libro dal titolo ‘Tre ciotole’, tornano puntuali. È stata una delle esperienze più belle della vita in libreria e continueremo a ricordarla attraverso i suoi libri”.