Le quarantotto romane ritrovate a Manfredonia e la storia del porto di Siponto
La ricerca curata da Ettore Braglia
Le quarantotto monete rinvenute nell’agro di Manfredonia, presso la Taverna del Candelaro, tra il ponte e la collina denominata “Monte Aquilone” sono una testimonianza circa il traffico dell’antica città di Siponto con l’Oriente.
I ROMANI A SIPONTO. Quando i Romani alla fine del III secolo a.c. stabilirono in Siponto la loro prima colonia che divenne sempre più importante e giovò alla loro espansione nell’Adriatico e nel Mediterraneo Orientale, trovarono questa città ben fortificata e munita di mura di cinta che sono tornate alla luce con cantieri di lavoro. Né la laguna Sipontina, che doveva raggiungere la zona, dove sono state rinvenute le monete d’argento, costituiva una difficoltà per le comunicazioni con l’interno, perché vi mancava il traffico, siccome dimostrano i rinvenimenti preistorici di Coppa Nevigata, che ci fanno risalire all’età del bronzo e ci assicurano dell’esistenza di un villaggio sipontino.
I GRECI E IL PORTO DI SIPONTO. L’antico geografo Strabone fa risalire ai Greci la fondazione di Siponto e accenna a un grande fiume o lago che permetteva la navigazione nell’interno, forse fino al così detto Mare Morto, che si trova alle falde del Monte Aquilone. Polibio parla della celebrità del porto di Siponto, nel fare le lodi a quello di Taranto nel 209 a.c. risalendo alla seconda guerra punica. Cicerone riferisce che Cesare per chiudere al nemico Pompeo, l’uscita dei luoghi di mare, non solo pose delle legioni a Brindisi e a Taranto ma anche a Siponto che aveva preso parte di Pompeo nella guerra civile dove furono catturate delle navi piene di grano. Siponto ricevette soccorso da Ottaviano che ricevette la notizia da Agrippa generale di Cesare che aveva recuperato Siponto facendola ritornare all’obbedienza del suo capitano.
LE MONETE. Sono proprio di Cesare Augusto e di Marco Antonio la maggior parte delle monete d’argento ritrovate nell’agro di Ponte Candelaro. Tutt’ora presso questa via tra il Candelaro e Monte Aquilone si vedono dei massi tufacei di antiche fabbriche e i resti di tegoloni che costituiscono a destra del Candelaro delle tombe di epoca imperiale, sepolte dalle colmate di questo torrente, più che fiumicello, nel podere n.366 assegnato a Basta Michelangelo, furono rinvenute in un cofanetto d’argilla le quarantotto monete d’argento sono state consegnate e fanno ora parte, per il lodevole interessamento dell’Amministrazione Comunale del medagliere locale del Museo Civico. Invece arnesi ed oggetti rinvenuti dell’epoca neolitica nell’agro di Coppa Nevigata si trovano nel Museo Etnografico di Roma. Sono dei preziosi ritrovamenti della “Storia dell’Antica e nuova Siponto”.