Va bene salire sul carro dei vincitori. Ma salirci con il carro ancora in corsa (elettorale) e pretendere pure di guidarlo, era un po’ troppo anche per loro. E così il Movimento 5 stelle si sta mobilitando contro Matteo De Vita, il grillino dell’ultimissima ora. E contro Barbara D’Urso, “colpevole” di aver invitato in trasmissione uno pseudo rappresentante del movimento che fa capo al leader genovese.
IL GRILLINO FANTASMA. Tutto è cominciato ieri. Con lo stesso Beppe Grillo che sul suo blog ha pubblicamente smascherato “un esempio che unisce falsificazione e il classico triste fenomeno dei voltagabbana italiani”. Matteo De Vita da San Giovanni si è iscritto a un Meet Up il 24 febbraio 2013, il giorno delle elezioni. La D’Urso lo ha invitato a parlare a nome del MoVimento 5 Stelle come "attivista" in collegamento da Bari. Eppure – spiegava ieri Grillo - il signor De Vita, che non rappresenta nessuno se non sé stesso, oltre a sfoggiare un'arroganza fuori dal comune, si arroga il diritto di parlare a nome di un movimento al quale non appartiene se non virtualmente, dopo essersi iscritto alla semplice piattaforma Meet Up il giorno delle elezioni politiche 2013!!!! Ma la televisione lo invita e lo spaccia per attivista e lo fa dialogare con deputati della Lega ed altri facendo fare una pessima figura al MoVimento 5 Stelle”.
LE SCUSE. Lo stesso De Vita non ha perso tempo e ha chiesto scusa: “Per chi non ha capito quale era il mio intento a totale difesa del MoVimento 5 Stelle chiedo scusa a tutti gli attivisti che magari hanno intrapreso un modo di esprimere il concetto di movimento”.
IL BIS SUL LUOGO DEL DELITTO. Oggi, però, ha fatto il bis. Ed è tornato sul “luogo del delitto”, non disdegnando addirittura dei consigli al Movimento: “Gli eletti in Parlamento devono andare in Tv, tutti devono confrontarsi con l'opinione pubblica”. Non è mancata una pesante replica: “Voi state dando spazio a un mitomane – gli ha risposto Jacopo Fo - che sta parlando con un linguaggio assurdo per sputtanare. Io credo che l’Italia sia in un momento grave e la cosa peggiore che si deve fare è calunniare le persone. Io non sono d’accordo con il MoVimento 5 Stelle ma non si può sputtanare così. Se la vostra redazione avesse fatto una verifica approfondita, si sarebbe accorta che non era un militante”
PARLARE O NON PARLARE? QUESTO E' IL PROBLEMA. Il fenomeno del “vado o non vado in tv” è esteso e non manca di creare frizioni anche a Foggia. Oltre all’annosa questione dei vari meetup più o meno accreditati in città – in realtà, al momento nessuno è autorizzato a usare il logo del Movimento a Foggia – la conferenza stampa di sabato scorso, convocata per analizzare il voto, ha contribuito ad accrescere le tensioni e causare ulteriori spaccature all’interno dei grillini. Anche perché, sul carro dei vincitori – come dimostra il caso De Vita – sono in tanti che vogliono salirci.