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  • Pubblicata il: 21/05/2021 13:11:51

Muoia Iaccarino con tutti i filistei: centrali nelle inchieste le sue dichiarazioni “auto ed etero accusatorie”

Fatti che emergono dalle parole del procuratore Vaccaro

È quello che deve essersi detto l’ex Presidente del Consiglio Comunale, oggi agli arresti domiciliari per corruzione, coinvolto a più livelli anche nei due rami d’inchiesta che hanno portato all’esecuzione delle misure cautelari nei confronti del sindaco dimissionario Franco Landella. Se devo morire io, dunque, che muoia anche il mio acerrimo nemico.

LE DICHIARAZIONI DI IACCARINO. È quanto emerge dalle dichiarazioni fornite dal Procuratore Vaccaro in sede di conferenza stampa, nonostante l’autoimposizione di non rivelare alla stampa più dello stretto necessario, considerate le altre indagini ancora aperte – così come ammesso dallo stesso Questore di Foggia. Per quanto riguarda il capo d’accusa della corruzione, infatti, Leonardo Iaccarino avrebbe avuto un ruolo importante negli arresti di questa mattina. Fonti di prova che, nelle parole di Ludovico Vaccaro, si configurano in termini di “dichiarazioni autoaccusatorie ed eteroaccusatorie”: Iaccarino avrebbe ammesso la corruzione, dunque, tirandosi dietro anche Landella e altri sodali di maggioranza.

“COLLOQUI CON ESPONENTI LOCALI”. “Coinvolti i cinque indagati attinti da misura cautelare, più altri indagati”: dice il Procuratore, entrando poi nello specifico del “pagamento di una tangente per ottenere la proroga di una convenzione urbanistica in favore dell’imprenditore Paolo Tonti”. Iaccarino ha parlato, dunque, collaborando con la giustizia, ma lo ha fatto anche in precedenza, durante “colloqui tenuti con esponenti politici locali, ignorando di essere intercettato”, senza dimenticare “altre intercettazioni tra Iaccarino, Capotosto e Iacovangelo (il consigliere che avrebbe dovuto imparare da lui “come si ruba”). Centrale, infine, l’Incontro del 15 agosto del 2020 tra il Sindaco e il Tonti, proprio nel giorno in cui divenne esecutiva la delibera di proroga in favore dell’imprenditore e in cui, secondo le indagini e le parole di Vaccaro, “viene raccolta la tangente e distribuita alle persone in due tranche da duemila euro ciascuno”.

CONCUSSIONE: IL COLLOQUIO CON AZZARITI. Ma l’ex Presidente del Consiglio Comunale figura anche nell’altro ramo, quello della tentata concussione, peraltro particolarmente grave nei confronti del sindaco dimissionario Landella, vista la cifra in ballo (500 e poi 300mila euro) e il mega appalto da 53milioni di euro. “Da anni si attende questo appalto, dal 2016 – ha precisato Vaccaro – con un project financing approvato che necessitava di un subentro”. E qui entra in scena l’azienda GIone di Luca Azzariti (parte offesa dell’indagine), il quale secondo gli inquirenti avrebbe prima ricevuto la “minaccia di mandare tutto all’aria” da parte di Landella, salvo poi incontrare anche “l’amico” Leo Iaccarino. In quest’ultimo caso si parla ancora di fonti di prova: “un colloquio registrato acquisito nelle precedenti operazioni di arresto”, cui si aggiungono “nuove dichiarazioni fornite da Iaccarino anche a seguito della misura cautelare da cui è stato raggiunto”.

LA TANGENTE IN CAMBIO DELL’AFFARE. A completare il quadro accusatorio, infine, stando sempre alle informazioni fornite da Ludovico Vaccaro in sede di conferenza, l’ammissione della tangente da pagare in cambio del via libera all’affare fornita da Pinotti, manager della precedente società inizialmente titolare del project financing, cui si aggiungono le consuete intercettazioni telefoniche e ambientali.

di Alessandro Galano