“Nicola e Ilaria per sempre con noi”. Recitava così lo striscione posto dinanzi la chiesa di San Paolo a Foggia dove stamane si sono celebrati i funerali di Ilaria Mirasole e Nicola Pio Dilorenzo, i due 18enni di Foggia deceduti sabato sulla Tangenziale di Foggia in seguito ad un terribile incidente stradale tra l’auto su cui erano a bordo e un'Alfa Romeo.
GLI AMICI. Tanti gli amici della coppia presenti. Come Marco, amico di infanzia di Ilaria: “Era la ragazza più buona del mondo, la conosco da 20 anni e l’ho vista crescere – dice emozionato -. Il giorno prima si era diplomata, le avevo chiesto il voto la sera prima. E’ l’ultima volta che l’ho sentita, sono distrutto. Di lei ricordo il suo sorriso e la dolcezza, molti momenti della mia vita li ho trascorsi con lei”. Accanto a lui Tony, che aveva ricevuto un ultimo sms 20 minuti prima dello schianto, che ha letto in chiesa una lettera rivolta ai due giovani: “Mi avrebbero fatto sentire tanto bene se fossero venuti quel giorno – spiega tra le lacrime – ho ricevuto il messaggio venti minuti prima da Nicola, poi vedendo che non si facevano sentire ho chiamato sette volte lui e cinque lei e mi ero preoccupato. Ho iniziato a chiamare i genitori. Quel giorno saremmo dovuti andare al mare a Marina di Lesina, non immaginavo di passarla qua la giornata”.
IL SALUTO. Circa 2mila erano le persone presenti nei pressi della chiesa al quartiere Cep, che non è riuscita a contenere la folla giunta sul posto a salutare per l’ultima volta i due sfortunati ragazzi. Tra loro anche gli scout che Ilaria frequentava alla parrocchia di San Pio X e gli amici di Nicola, molti in motocicletta. La messa è stata officiata dall’arcivescovo della Diocesi di Foggia-Bovino, Mons. Francesco Pelvi: “Questo è un momento di grande sofferenza e di profonda riflessione, in particolare per noi adulti – ha spiegato -. Abbiamo bisogno di capire che la vita è molto fragile, come un cristallo da custodire. Il dolore per la morte tragica di questi ragazzi, che sono i ragazzi di tutti i genitori di Foggia, deve farci riflettere. Noi adulti dobbiamo avere il coraggio educativo di accompagnare i giovani non come destinatari di quello che desideriamo, ma come interlocutori per farli crescere secondo i principi di prossimità e amicizia fraterna. Dinanzi a queste tragedie si sente un vuoto interiore che scoraggia e ci interroga su cosa possiamo fare per evitarle, ma dall’altro lato ci deve far dire che il futuro ha bisogno dei giovani perché si possano realizzare i sogni e il mondo sia più equo e giusto”. Le indagini chiariranno l’esatta dinamica di un incidente che ha spezzato le vite di due giovani pieni di sogni da realizzare.