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  • Pubblicata il: 09/06/2013 22:34:02

Non tutti i cani finiscono come Argo... A San Ferdinando, è ancora emergenza

L'impegno dei volontari, laddove non arrivano i sindaci

Randagio da molto tempo ormai, forse qualche tempo fa ha avuto anche una famiglia. Fatto sta che in paese, nel comune di San Ferdinando di Puglia, lo conoscono davvero tutti: è anziano, è stato anche investito da un'automobile e, purtroppo, non ha mia ricevuto soccorso. Né da chi ha calpestato la sua dignità, né dai cittadini, né da chi dovrebbe invece occuparsene, ossia l'amministrazione comunale. Nel video qui proposto - del quale si ringraziano i volontari della Difesa della Lega del Cane - si può notare il passo malfermo, probabilmente esito di una frattura o una rottura del bacino calcificata male. Il cane non ha il pelo sulla pancia ed è con ogni probabilità affetto anche da altre malattie di non trascurabile gravità, le quali costituiscono un rischio per la cittadinanza, al pari di molti altri cani randagi abbandonati nelle medesime condizioni. Domattina, i volontari di San Ferdinando, San Giovanni Rotondo, Cerignola e San Marco in Lamis saranno in Regione, per incontrare il presidente Nichi Vendola e discutere del caso "randagismo" in sede di consiglio.
STORIA DI ARGO. Quella qui proposta, è solo una delle storie esito della situazione di estrema criticità vissuta dai cittadini di San Ferdinando di Puglia, rappresentati dalla sezione di Canosa della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, per quanto riguarda l'ormai ineludibile problema del randagismo dei cani. A fare da contraltare a queste immagini infatti, c'è la storia di Argo, un dobermann abbandonato al quale i volontari hanno prestato soccorso (guarda la gallery dedicata), ancora una volta senza il minimo aiuto da parte dell'amministrazione comunale. "L'abbiamo ritrovato per strada circa un mese e mezzo fa, in condizioni pietose, completamente mangiato dalla rogna e dalla dermatite - questa la testimonianza della volontaria Isabella Nadia Valente - il cane stazionò per circa una settimana davanti ad un distributore di benzina, in via Trinitapoli, nei pressi di una strada ad alto scorrimento veloce, rischiando ogni minuto di essere investito, ma cosa più grave mettendo a rischio l'incolumità dei passanti". Alle segnalazioni fatte dai cittadini al comando della Polizia Municipale, la risposta è stata sempre la stessa: "non possiamo fare nulla, non abbiamo il potere e la competenza per poter autorizzare la cattura del cane e il successivo ricovero presso il canile sanitario". Come già evidenziato negli articoli precedenti infatti (LEGGI), è solo il sindaco che può autorizzare la messa in sicurezza della situazione, permettendo ad Asl e accalappiacani di provvedere ai soccorsi del cane (e degli altri cani in condizioni di estrema difficoltà). Ad oggi, nonostante l'incontro odierno in Regione dei volontari di Capitanata, l'ordinanza comunale in merito alla questione non è stata ancora emanata.
"NON ABBIAMO PIU' NESSUN MEZZO PER SALVARE CANI IN DIFFICOLTA'". E Argo? Ad occuparsene, è facile immaginarlo, sono stati i volontari della Lega: "Abbiamo caricato il cane in macchina e lo abbiamo trasportato a Cerignola presso il canile sanitario/rifugio gestito dall'associazione "Gli amici di Balto", i quali hanno accolto Argo e lo hanno salvato da un destino crudele. Argo è risultato microchippato - ha aggiunto Isabella - è uno dei tanti cani di razza che arrivano dall'estero piccolissimi e che ha avuto la sfortuna di essere abbandonato". A conferma della criticità della situazione, Argo è risultato essere affetto da rogna, dermatite e leishmaniosi. Oggi però sta bene, grazie alle cure che tutt'ora sta ricevendo dai volontari, ma è solo un caso isolato: una storia a lieto fine tra tante nere delle quali si sa poco o nulla. E in tal senso, il grido di aiuto dei volontari di San Ferdinando circa le difficoltà quotidiane nel gestire una situazione senza il minimo aiuto istituzionale, non ha bisogno di commenti e merita di essere riportato in versione integrale: "Non abbiamo più nessun mezzo e modo per salvare cani in difficoltà, in quanto non c'è nessuna struttura dove poterli tenere. Siamo stati costretti ad affittare un box in un rifugio, pagando mensilmente di tasca nostra, per poter salvare dei cuccioli o cani malati che altrimenti morirebbero. Sono soldi che non dovremmo coprire noi, ma il Comune e lo Stato, considerato che ogni anno vengono stanziati milioni di euro alle varie regioni destinati alla costruzione e all'ampliamento dei rifugi o canili sanitari e alle sterilizzazioni. Sono fondi che ogni Comune 'dovrebbe' utilizzare presentando un progetto, ma come al solito i sindaci ignorano il problema e i fondi rimangono bloccati in Regione".

di Redazione