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  • Pubblicata il: 15/01/2021 23:22:12

Nuovo DPCM, il caos dei codici ATECO: asporto vietato dalle 18 in “bar e altri esercizi simili senza cucina” 

È uno dei punti più controversi dell’ultimo DPCM. E sarà anche una delle situazioni che darà adito a polemiche ed escamotage per sottrarsi al provvedimento. L’ultimo decreto approvato dal Consiglio dei Ministri, infatti, prevede su tutto il territorio nazionale il divieto di asporto a partire dalle 18 per i “bar”, come hanno velocemente sintetizzato politici e media. In realtà, il decreto prevede il divieto di asporto per i “soggetti che svolgono come attività prevalente una di quelle identificate dai codici ATECO 56.30 e 47.25”.

IL PIATTO CALDO. Linguaggio ignoto per tanti, non – ovviamente – per addetti ai lavori ma che, qualche volta, mette in difficoltà anche titolari e gestori di locali. In sostanza, per spiegarlo a loro e ai cittadini, nel modo più semplice possibile: non cambia nulla per i ristoranti, la gran parte dei pub, pizzerie al piatto e in generale per tutti quei posti in cui siamo abituati a sederci al tavolo per mangiare un 'piatto caldo'. Il riferimento al piatto caldo non è casuale perchè tutto sta nella presenza o meno di una cucina. Per chi ce l'ha (e in genere esercita con codice Ateco 56.10.11) servizio al tavolo fino alle 18 e asporto fino alle 22. Per chi, invece, non ce l'ha, stop alle 18 anche per l'asporto, in particolare per i bar ma anche per birrerie, caffetterie, enoteche. Resta invece tutto come prima per piadinerie, kebabberie, rosticcerie, friggitorie e pizzerie al taglio, così come per gelaterie e pasticcerie: asporto confermato fino alle 22. Occhio, invece, ai pub dove si servono solo insalate, stuzzichini, panini o carne grigliata (non basta, infatti, che i pasti siano preparati con griglie e tostiere).

I NEGOZI. Più difficile da comprendere è il blocco del codice 47.25 che con la ristorazione ha poco a che fare. Si tratta di tutti i negozi in cui si vendono solo bevande. Facile pensare che chi abbia scritto la norma abbia pensato a quelle alcooliche. Il fatto sta che con questo codice si vende anche l'acqua minerale. Anche loro dovranno chiudere entro le 18. Un motivo in più per non uscire e farsi consegnare a domicilio le 'cassette' di bottiglie. Tutto chiaro? Il rischio di confondersi c'è ma, quanto meno, sono evidenti le buone intenzioni: quelle di limitare l'apertura di locali che, in realtà, con l'asporto, soprattutto serale, hanno poco a che fare e nelle cui vicinanze negli ultimi tempi, si sono creati i maggiori assembramenti. Difficile però tener conto di tutte le ipotesi. Alla fine tra tutte le regole quella che funziona meglio di tutte è quella del buon senso.

di Redazione