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  • Pubblicata il: 27/12/2014 19:16:04

Nuovo Tribunale, Comune chiude alla Coim e apre a un'altra manifestazione di interesse

Procedura rivolta ad Enti pubblici e privati

La Giunta comunale ha approvato la delibera con la quale si annulla la determina dirigenziale avente ad oggetto la presa d’atto del verbale di gara relativo al procedimento di ricerca di mercato di immobili da destinare a sede degli uffici e degli archivi delle nuove strutture giudiziarie. La deliberazione dell’esecutivo di Palazzo di Città, dunque, interviene nuovamente sul contratto – già risolto con una precedente delibera – tra il Comune di Foggia e la società Coim Srl con riferimento alla nuova sede degli archivi e degli uffici giudiziari di piazza Padre Pio.
 
ANNULLATA LA DETERMINA. La deliberazione della Giunta comunale ripercorre le tappe della vicenda, sulla quale tra l’altro è in atto un procedimento penale, individuando in particolare l’assenza di alcuni pareri fondamentali per la legittimità del contratto di fitto tra il Comune di Foggia e la Coim Srl per l’immobile di piazza Padre Pio, emersa nell’attività di ricognizione e di analisi effettuata dall’assessorato all’Avvocatura, Appalti e Contratti. «Era un dovere di trasparenza quello di compiere un approfondimento inerente gli atti amministrativi relativi al contratto tra Comune di Foggia e Coim Srl – commenta il sindaco Franco Landella –. Un iter nel quale abbiamo rilevato numerosi punti di illegittimità, che ci hanno portato dapprima a risolvere il contratto in attesa di acquisire i pareri mancanti ed oggi ad annullare la determina dirigenziale, di fatto chiudendo anche amministrativamente il percorso e predisponendo una nuova manifestazione di interesse per immobili da adibire a sede di uffici e archivi giudiziari, aperta ad enti pubblici e privati, venendo incontro così alla legittima richiesta, avanzata dalla Commissione Manutenzione del Tribunale di Foggia, di chiusura in tempi brevi della vicenda».
COSA MANCAVA. «L’esame del contratto di fitto per la sede dei nuovi archivi e dei nuovi uffici giudiziari ci ha permesso di riscontrare alcuni elementi che rendono, di fatto, nullo il contratto e che hanno come conseguenza diretta la decadenza dell’intero procedimento amministrativo. Nello specifico sono risultati assenti il nulla-osta dell’Agenzia del Demanio ed il parere dell’Ufficio Tecnico Erariale (oggi Agenzia del Territorio) sull’idoneità dello stabile. È risultato inoltre disatteso l’articolo 6 del D.L. 95 del 2012, in base al quale per i contratti di locazione passiva, aventi ad oggetto immobili ad uso istituzionale di proprietà di terzi, si applica la riduzione del 15% sul canone congruito dall’Agenzia del Demanio – spiega l’assessore all’Avvocatura, Appalti e Contratti, Sergio Cangelli –. A questo va poi aggiunta l’incompatibilità urbanistica dell’immobile oggetto del contratto con la sua finalità, circostanza emersa all’esito di un carteggio intercorso tra l’Amministrazione comunale e l’Agenzia del Demanio, quando il Servizio Urbanistica del Comune ha certificato come l’area sulla quale è stato realizzato l’immobile chiamato ad ospitare la sede nei nuovi archivi e dei nuovi uffici giudiziari, seppure destinata a servizi di pubblico interesse (Zona SP) consente la realizzazione di attrezzature di pubblico interesse locale, a differenza della Zona F, la quale consente l’edificazione di strutture pubbliche di interesse generale, come ad esempio installazioni militari e di pubblica sicurezza, carceri, cimiteri, Fiera, Tribunale e Palazzo di Giustizia. Dal che si desume in modo esplicito l’incompatibilità urbanistica della zona con la destinazione d’uso dello stabile nel quadro di regole descritto dal vigente Piano Regolatore Generale».
LE PROCEDURE. Secondo l’assessore comunale all’Avvocatura, Appalti e Contratti, dunque, «a prescindere dai pareri che possano essere resi dagli organismi pubblici sollecitati dall’Amministrazione Comunale, nonché dall’esito procedimento penale in corso, sono comunque emerse una serie di illegittimità connesse all’aggiudicazione, in capo alla Coim Srl., della manifestazione d’interesse. Si tratta di illegittimità che investono sia la valutazione dell’offerta tecnica presentata dalla ditta sia la valutazione dell’offerta economica – evidenzia Cangelli –. In relazione alla valutazione dell’offerta tecnica, la Commissione Giudicatrice, limitandosi a dichiarare la rispondenza dell’offerta con i requisiti tecnici previsti dal bando, non ha fornito alcuna motivazione in ordine alla idoneità dell’immobile all’uso, oltre che alla compatibilità urbanistica dello stesso, soprattutto in relazione al rispetto dei cosiddetti “standards”. Una verifica che sarebbe stata necessaria soprattutto in relazione alla contraddittorietà degli atti posti a base del rilascio dei permessi di costruire relativi all’immobile in questione, ed in particolare alla nota dello Sportello Unico delle Attività Produttive, a firma dell’ingegner Fernando Biagini, nonché del parere reso dal Sevizio Urbanistica. Con riferimento alla valutazione dell’offerta economica, invece, è emerso che l’Amministrazione Comunale, non avendo richiesto il parere di congruità del canone locatizio all’Agenzia del Demanio, ha fondato la propria valutazione esclusivamente sul parere fornito dall’Ufficio Lavori Pubblici del Comune, dunque nella persona dell’ingegner Biagini, il quale inizialmente aveva stimato congruo un canone annuale di 557mila 77 euro, salvo poi rettificare la propria valutazione in 773mila 430 euro».
LA RICHIESTA DI CONCILIAZIONE. «Il nostro obiettivo è stato sin dal primo momento quello di fare luce su un percorso amministrativo sul quale molte erano state sin dall’inizio le perplessità – specifica il primo cittadino – e nel contempo venire incontro alle esigenze dell’Amministrazione Giudiziaria, soprattutto alla luce del notevole disagio logistico determinato dall’accorpamento delle sedi giudiziarie. La predisposizione della nuova manifestazione di interesse, tuttavia, non poteva avvenire in assenza di una conclusione del precedente procedimento amministrativo. Da questo punto di vista – conclude il sindaco di Foggia – è opportuno sottolineare che all’Amministrazione comunale è recentemente pervenuta, da parte della Coim Srl, una richiesta di conciliazione alla quale il Comune di Foggia non ha inteso aderire neppure in forma parziale».

di Redazione