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  • Pubblicata il: 11/04/2013 16:44:03

Oda Teatro chiuso: c'è chi brinda e c'è chi bluffa... E chi la getta in politica

Una scritta sul muro riaccende le polemiche

Una cosa è certa: ai foggiani, il teatro, piace. Non può essere altrimenti, se la chiusura dell’Oda Teatro, avvenuta lo scorso martedì 2 aprile, suscita un sommovimento di animi così forte, con scontri e polemiche a non finire (quasi più della mancata riapertura del Teatro Giordano). Gente in piazza, messaggi infuocati sui muri e altrettanti e altrettanto infuocati su bacheche virtuali.
“PAGATE CARO PAGATE TUTTO”. L’ultima, in ordine di tempo, è la scritta comparsa, anzi denunciata ieri da Mario Pierrotti, direttore artistico della compagnia Cerchio di Gesso, il quale ne riferisce proprio nella sua lettera inviata gli organi di stampa, esito della riunione in Provincia con il Presidente Pepe (LEGGI). È a firma Jacob, il laboratorio politico di via Pagano, in aperta polemica nei confronti della gestione dell’Orto degli Attori da parte della compagnia foggiana in primis e, anche, dell’ente Provincia. Una scritta che ha nel modo imperativo la sua forza e che, a ben guardare, rappresenta quasi una “tag” della “rivendicazione di gioia” per la chiusura dell’Oda pubblicata di recente dallo Jacob su facebook (e la sola citazione posta ed esergo del pezzo – Baudelaire: “che cos’è l’arte? Prostituzione” – dà un’idea del tono).
“VENDERE IL C… A PEPE”. Lo Jacob se la prende con il Cerchio di Gesso colpevole – si legge nell’articolo – di “aver venduto il culo a Pepe”. Un cambio di identità, quello del Cerchio, avvenuto al momento del mutamento di bandiera alla Provincia, il quale avrebbe inaugurato un nuovo corso che di fatto avrebbe “privatizzato” uno spazio pubblico sancendo, tra le tante cose, anche la fine della collaborazione dello stesso Jacob con l’Oda (il riferimento è alla rassegna letteraria “Pagine di contrasto”). “Artisti, attori. Gente di provata fede – si legge nell’articolo – impegnata a mostrarsi impegnata nel sociale. Di botto, allineata alla parabola discendente del Biecamente Politico. Che, da politicanti avvinghiati alle prebende del pubblico, riservò posti a Pepe e al suo entourage per un bel reading sulle foibe”.
“PENSATE AL FOGGIA”. “Voglio anche ringraziare gli imbecilli di turno, imbrattatori di muri e non solo che agiscono solitari e al buio per non essere visti e al buio regalano in forma gratuita un incomprensibile parere”. Questa la risposta di Mario Pierrotti, nella sua lettera, la quale stigmatizza più l’atto, il gesto, la scritta sul muro, piuttosto che la polemica lanciata dallo Jacob, per giunta sottolineata da una frase forte che fa da cerniera tra le due parti dell’articolo: “Alla notizia della nuova serrata abbiamo alzato i calici e brindato”. Sul suo profilo facebook poi, Pierrotti si lascia andare e “ringrazia” lo Jacob per il gesto, rincarando vecchie asprezze evidentemente mai del tutto sopite: “grazie Jacob...mi organizzo per fare i conti. nel frattempo mi dai un altro consiglio? il Foggia è più forte col 4-4-2 o col 2-4-4?”.
LA POLEMICA CON MARCHETTI. Più diplomatica, invece, la risposta di Pierrotti alle “voci di corridoio” paventate da Enzo Marchetti nella doppia intervista a Foggia Città Aperta, le quali vedrebbero uno scambio di veleni – e di soffiate anonime – alla base di tutte queste chiusure di teatri e spazi teatrali, a cominciare dal Co.Nar.T. Pierrotti non scende nelle polemiche, dice, ma la parola “maestro” è, appunto, usata con tanto di virgolette. D’altronde, sempre su facebook, lo stesso Enzo Marchetti, l’indomani dalla visita dei vigili del fuoco al Piccolo Teatro, lasciò un post difficilmente equivocabile: “amici teatranti, credete voi che facendo queste denunce più o meno anonime, nella speranza di far chiudere qualche teatro possiate fare il pieno con le vostre rappresentazioni?” E poi, a chiusura, un riferimento preciso: “lasciate fare a chi vuol fare, voi avete avuto già tanto, noi no”.
“VOI AVETE AVUTO GIA’ TANTO”. E se c’è qualcuno che “ha avuto”, tra le realtà culturali, in questa città che il Sole24 Ore schiera sempre tra gli ultimi posti delle graduatorie nazionali (ma non nella cultura, va precisato), questo è sicuramente il Cerchio di Gesso. Vincitore di un bando pubblico (cristallino, dacché ne dica Jacob) e dunque legittimato “ad avere”, va detto, producendo ottimi lavori e producendo lavoro, soprattutto, ma forse colpevole di essersi legato eccessivamente all’istituzione Provincia, più che ai suoi cangianti inquilini. Adesso, dopo dieci anni di concessione pubblica, il nodo viene al pettine, soprattutto perché la responsabilità di questa certificazione di agibilità non sembra essere totalmente della Provincia, la quale di fatto né ha smentito né ha ammesso la propria colpa.
CHI BLUFFA?. E qui, entra in gioco la politica (una certa politica) – e Jacob, pur nella veemenza dei toni, solleva delle questioni interessanti. Perché qualcosa, anche da questo punto di vista, proprio non torna. Andiamo con ordine: prima chiude il Co.Nar.T e nessuno si mobilita; poi tocca al Piccolo (che non chiude, ma quasi), e ancora niente. Infine l’Oda, e Sel, prontamente, organizza una mobilitazione, porta gente in piazza per protestare contro la Provincia di centrodestra, colpevole in tutto e per tutto. Eppure, la compagnia teatrale è proprio ad Antonio Pepe e Billa Consiglio che si affida, non solo: ha piena fiducia e certezza che il sodalizio, in scadenza di esistenza, più che di mandato, si prodigherà per fornire tutte le carte per mettersi in regola. Se c’è un ente, invece, contro cui si scaglia Mario Pierrotti è proprio la Regione, colpevole di aver bloccato le erogazioni: la stessa governata da Nichi Vendola, l’inventore di Sel, lo stesso partito che ha avviato la mobilitazione di cui sopra. Insomma, qualcuno, da qualche parte, sta bluffando. E il timore è che i tempi di riapertura sfumino sempre di più, a tutto danno dei lavoratori i quali, si parli di Sofim, Fiat od Oda (con o senza manifestazioni), sono, in fondo, tutti uguali.

di Redazione