L'omicidio di Marcone e il senso di ingiustizia di una generazione di foggiani
Io me lo ricordo quando ho letto la notizia della morte di Francesco Marcone. Una sera verso le 10 uscì una scritta in sovrimpressione su TeleFoggia. Non sapevo chi fosse, non sapevo manco bene cosa era l'Ufficio del Registro. Non c'erano i social, non c'erano i giornali online per capirci qualcosa in più, ne parlai con mio padre e mia madre, avevano conosciuto rispettivamente Francesco Marcone e sua moglie e mi dissero che erano due bravissime persone.
I PRIMI ANNI. Nel 1995 facevo l'Università, un cretino disse che non era d'accordo con la sospensione delle lezioni, Lello lo mandò affanculo. Passavano i giorni e non succedeva niente, qualcuno portò in Parrocchia dei moduli per una raccolta di firme organizzata dal Comitato Marcone, ci mettemmo al lavoro e ne raccogliemmo un bel po'. I giorni divennero mesi e poi anni, continuava a non succedere niente. C'erano pochissime notizie di indagini, le interrogazioni parlamentari arrivavano solo da politici di altre città. Una volta ne parlò Michele Santoro, spesso uscivano articoli su Protagonisti, proprio in un incontro nella redazione di Corso Garibaldi conobbi Daniela, una volta la invitammo ad una iniziativa dell'Azione Cattolica. Anche la cosiddetta società civile non si muoveva molto. Con Silvio avevamo fondato Bengodi Sity, un sito satirico abbastanza visitato, don Fausto ci faceva usare i computer della Parrocchia. Una volta vedemmo un manifesto provocatorio realizzato dal Comitato, se non ricordo male c'era scritto: “Francesco Marcone si è suicidato”. Visto che su internet non c'era quasi nulla decidemmo di dedicare una sezione del sito all'omicidio Marcone, mettemmo anche un timer che segnava il tempo che passava dall'omicidio. Solo una raccolta di articoli e una ricostruzione sulle indagini, niente di particolare, eppure arrivò lo stesso un preannuncio di querela. Dopo qualche anno fondammo BenFoggiaNius, ennesimo giornalino satirico, Daniela scelse noi per rendere pubblico un biglietto anonimo che poteva in qualche modo avere qualche indicazione. Magari poteva arrivare l'aiuto di qualche esperto Nind.
LA CONSAPEVOLEZZA. Negli anni successivi pian piano la città ha preso consapevolezza del problema della mafia, i volontari di Libera hanno organizzato un sacco di iniziative, il 21 marzo 2018 c'è stata la manifestazione nazionale antimafia, dopo la strage di San Marco è arrivata la DIA, moltissimi boss sono stati arrestati, il Comune è stato sciolto per mafia. Insomma, abbiamo fatto un po' di passi avanti. Su Marcone sono usciti documentari, libri, fumetti e spettacoli teatrali ma di arrestare killer e mandanti ancora non se ne parla. Ho vissuto a Milano, ho visto le facce degli attivisti milanesi quando si parla della strage di Piazza Fontata o dell'omicidio di Fausto e Iaio. Un senso di giustizia incompiuta. La stessa che hanno i foggiani della mia generazione quando si parla dell'omicidio di Marcone. Ho 50 anni, una soddisfazione che vorrei togliermi prima di schiattare è sapere chi è ha deciso l'omicidio di Marcone, chi ha sparato, chi ha coperto o depistato. Sperando che non si tratti di persone che, se sono ancora vive, siedono ai tavoli che contano. Ma il dubbio ce l'ho.