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  • Pubblicata il: 01/12/2012 12:59:02

Operazione "Cinque Metri", sigilli a sei aziende tra Trinitapoli e Zapponeta

Sequestro preventivo per un milione di euro

Sull’argomento si erano battuti già l’ex sindaco di Margherita di Savoia, Gabriella Carlucci, e l’onorevole Zazzera che portò la questione in Parlamento. Poi una serie di esposti presentati dai cittadini della zona delle Saline, che vedevano le acque del canale di raccolta reflui “Cinque Metri” tingersi sistematicamente di rosso, tanto da far emettere a chi di dovere il divieto di balneazione nella vicina foce Carmosina.
LA VICENDA. E’ così che sono partite le indagini condotte dal corpo forestale dello stato, dai carabinieri del comando provinciale di Foggia e dal Noe di Bari che, nell’ambito di una attività coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di sei piazzali aziendali appartenenti a società vinicole e conserviero-olearie attive tra Trinitapoli e Zapponeta. Tutto per un valore complessivo di 1milione di euro. Sigilli, dunque, ai piazzali aziendali, una misura che determina di fatto l’inattività delle aziende. Nel corso delle indagini, gli inquirenti hanno accertato una sistematica ed illecita attività di smaltimento e scarico di reflui provenienti dalle aziende destinatarie del sequestro che mettevano in circolo sostanze altamente inquinanti - come concentrato di mosto, anidride solforosa esausta, le acque utilizzate per il lavaggio delle cisterne di lavorazione - che potevano anche confluire nei terreni attigui, coltivati con carciofi e pomodori. Nel corso delle indagini è emerso anche che l’impianto di depurazione comunale – funzionante con modalità inadeguate ed insufficienti alla gestione dei reflui in ingresso - ha comportato il deterioramento irrimediabile delle acque del canale ricompreso in un sito di importanza comunitaria, come quella della zona umida Lago Salpi. Per questo, sul registro degli indagati figurano anche - come atto dovuto - il sindaco di Trinitapoli e due responsabili della gestione dell’impianto di depurazione, insieme ai titolari delle aziende interessate. Sul fatto, però, sono in corso ulteriori indagini.

di Redazione