Lo spaccio di droga era un vero e proprio affare di famiglia: sei arresti, trovati "libri contabili"
Il giro d'affari ammonta a circa 150mila euro
Il nome scelto per l'operazione, come sempre, è calzante: 'Drug Family'. Perchè è a carattere familiare l'organizzazione criminale sgominata dai Carabinieri di Foggia, dedita alla detenzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Si tratta di Matteo Clemente, 20 anni, Laura Marzocca, 39 anni, Sabina Ladogana, 45 anni, Valentina Clemente, 24 anni, Giuseppe Menniello, 34 anni e Adelina Clemente, 26 anni. Oltre agli arrestati ci sono altre 11 persone indagate.
LE INDAGINI. L’attività investigativa è iniziata il 22 marzo 2013, con l’arresto di Vincenzo Ladogana e Luigi Gentile, trovati in possesso di mezzo chilogrammo di cocaina e di tutta l’attrezzatura utilizzata per il confezionamento, quali bilancini di precisione, buste in cellophane, nastro adesivo e più di 4.000 euro in denaro contante.
I LIBRI CONTABILI. Durante la perquisizione erano stati trovati tre quaderni, da considerarsi dei veri e propri libri contabili, con sopra indicata in forma manoscritta tutta la movimentazione della sostanza stupefacente che avevano acquistato e venduto, con indicazioni dettagliate del prezzo d’acquisto, dei quantitativi ceduti o in giacenza, gli acconti ricevuti, i regali effettuati come campione per l’assaggio e il reso ricevuto per la cocaina di scarsa qualità. Gli arrestati sono già stati condannati alla pena di quattro anni di reclusione.
IL NUCLEO FAMILIARE. Nel corso delle indagini è emerso il coinvolgimento di altri soggetti, alcuni dei quali congiunti degli arrestati. Importante è il ruolo nella gestione dell’attività illecita della moglie di Vincenzo Ladogana, Laura Marzocca e della nipote Adelina Clemente, convivente di Luigi Gentile, le quali concorrevano con Ladogana nello spaccio della cocaina presso l’abitazione di quest’ultimo già prima del suo arresto. La donna, dopo l’arresto del marito, ha continuato a svolgere l’attività illecita di spaccio di droga tra le mura domestiche insieme al nipote Matteo Clemente, mantenendo inalterata la gestione dell’impresa criminale di famiglia.
GLI ALTRI PARENTI COINVOLTI. L’indagine ha permesso di individuare altri parenti che svolgevano l’attività illecita di spaccio prevalentemente a Cerignola e nei comuni limitrofi del basso tavoliere ed in particolare Sabina Ladogana, sorella di Vincenzo Ladogana e madre di Matteo Clemente, che si avvaleva delle figlie Adelina e Valentina Clemente.
IL PORTO ABUSIVO DI ARMI. Inoltre, Matteo Clemente, che spacciava spesso in concorso con Giuseppe Menniello, si è reso responsabile anche di detenzione e porto abusivo di armi da fuoco e violenza e minaccia a pubblico ufficiale. Il giovane, dopo essere stato fermato, ha colpito al fianco destro un Carabiniere, guadagnando la fuga puntando contro i militari intervenuti una pistola semiautomatica.
IL GIRO D’AFFARI. L’indagine, condotta tra marzo e giugno 2013, ha permesso di accertare molteplici episodi di spaccio, 70 ogni giorno tra il pomeriggio e la sera, alcuni dei quali aggravati per essere stati commessi con l’aiuto di minori, che svolgevano la funzione di vedette per verificare l’eventuale sopraggiungere delle forze dell’ordine. Il giro d’affari è stimato intorno ai 150.000 euro e, per tutelarsi, presso l’abitazione di Ladogana erano state posizionate delle telecamere sul terrazzo proprio verificare un eventuale arrivo dei carabinieri.