La palazzina è abusiva, via libera alla demolizione: l’azienda edile chiederà risarcimento milionario al Comune
L’edificio tra via Regina e Corso del Mezzogiorno
Il contenzioso riguarda due società edili e, soprattutto, l’amministrazione comunale che, in questi dieci anni, avrebbe dovuto sbloccare la situazione del prefabbricato. In queste ore, pertanto, le ruspe stanno provvedendo alla demolizione dell’edificio sito in via Regina, con accesso su Corso del Mezzogiorno.
OTTO CONSIGLI COMUNALI A VUOTO. Un “pastrocchio” amministrativo, a quanto si apprende, mai effettivamente risolto dalle varie amministrazioni che si sono succedute in questi dieci anni – nel frattempo, la palazzina è diventata rifugio per i gatti e, talora, per i senzatetto – e che, complici gli otto consigli comunali convocati nell’ultimo mese e dedicati all’edificio, e tutti parimenti inefficaci, non è stato possibile risolvere in modo pacifico.
LA “ROTAZIONE” DELLA PALAZZINA. Al centro della disputa, in estrema sintesi, la “rotazione” dell’edificio richiesta a suo tempo al Comune di Foggia da parte del Consorzio Coop Casa: il passaggio d’uso della palazzina che, come stabilito dal Tribunale, avrebbe dovuto sancire anche una modifica urbanistica, di fatto da decidere in sede di Consiglio e, in realtà, mai realmente decisa. Modifica urbanistica contestata da un’altra azienda edile, Madaga s.r.l., in riferimento alle vicine palazzine che, con il cambio d’uso di cui sopra, avrebbero visto decrescere il loro valore.
RISARCIMENTO MILIONARIO (E 150MILA EURO DI DEMOLIZIONE). Una situazione di blocco piuttosto complessa che rendeva, giuridicamente parlando, abusivo il prefabbricato in questione, tanto da dover essere, alla fine, demolito. Uno stallo politico, dunque, che porterà l’azienda edile coinvolta in prima persona a chiedere un risarcimento milionario al Comune di Foggia (così come annunciato dal legale di Coop Casa, Gilberto Mercuri, interpellato da Foggia Città Aperta), senza togliere i 150mila euro di costi di demolizione a carico dei contribuenti, necessari per buttare giù, dopo dieci anni, il prefabbricato.