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  • Pubblicata il: 16/10/2020 00:43:09

Palazzo Zammarano nuova vita dopo il ‘caso tangenti’: ospiterà gli uffici del Riuniti, fitto da un milione

Maxi locazione di 1200mq per una durata di 3 anni

Quattro piani dell'immobile più l'intero secondo piano interrato. Il direttore generale degli Ospedali Riuniti di Foggia, Vitangelo Dattoli, ha dato il via libera alla maxi locazione di circa 1200mq più oltre 3mila di parcheggio sotterraneo del Palazzo Zammarano di Piazza Padre Pio. Diverrà sede degli uffici amministrativi del nosocomio. La costruzione è la stessa al centro delle cronache nel 2014. Per un caso di tangenti, legato al fitto del palazzo al Comune di Foggia per farne nuova sede del tribunale, sono stati condannati, in primo grado, per concussione il dirigente comunale Fernando Biagini e l'ex consigliere Massimo Laccetti.

GLI IMPORTI. Per oltre sei anni I locali e gli appartamenti dell'immobile si sono affacciati su Piazza Padre Pio desolatamente vuoti. Ora il civico 68 potrà finalmente 'animarsi'. È del 30 settembre scorso, infatti, la delibera con cui, come detto, il direttore generale degli Ospedali Riuniti di Foggia, Vitangelo Dattoli ha autorizzato la stipula del contratto di locazione che avrà una durata di tre anni e una spesa totale di quasi 1,2milioni di euro. L'offerta è giunta dalla società del gruppo Zammarano, Semplice srl, a cui la Coim ha ceduto a fine 2019 la proprietà dell'immobile a seguito di scissione. Il costo proposto è stato di 12,5 euro a metro quadro. Alla tariffa è stata poi applicata la decurtazione del 15% prevista dalla normativa per le locazioni a Enti pubblici mentre il previsto parere dell'Agenzia del demanio è stato richiesto con diversi giorni di ritardo e al momento dell'accordo non ancora acquisito.

LE NECESSITA'. Tutto è partito dall'avviso pubblico del 23 giugno scorso. Gli Ospedali Riuniti di Foggia si sono messi alla ricerca di una superficie di 1000 mq da adibire a uffici amministrativi. La nuova disposizione dei percorsi e dei servizi all'interno dell'area ospedaliera, legata all'emergenza coronavirus, hanno infatti reso necessario alcuni spostamenti. In particolare, è divenuto impellente trasferire l'Area Gestione Risorse Finanziarie, in quanto allocata presso il D'Avanzo, nel frattempo trasformato in ospedale Covid. Si è dovuto traslocare, inoltre, l'Area Gestione Risorse Umane in quanto il 'monoblocco' di Via Luigi Pinto in cui era ospitata, è in corso di demolizione per i lavori di ammodernamento.

L'OFFERTA. All'avviso, entro la data di scadenza del 9 luglio, ha risposto solo la società Semplice srl di proprietà di Lello Zammarano. L'imprenditore ha proposto la disponibilità dell'immobile di Piazza Padre Pio con un'offerta, come detto, di 12,5 euro a metro quadro, a conti fatti il valore massimo indicato dall'Osservatorio Immobiliare dell'Agenzia Entrate per un immobile in zona semicentrale in ottimo stato. Per i tecnici del Riuniti l'offerta è stata ritenuta valida e nello scorso luglio è avvenuta l'aggiudicazione. Solo lo scorso 30 settembre, tuttavia, si è dato ulteriore corso al contratto. Per urgenza, non si è potuto attendere il parere dell'Agenzia del demanio richiesto il 3 settembre ma si è disposto che il valore definitivo del canone annuale sarà definitivamente stabilito sulla base di quanto emergerà.

IL CASO. L'immobile sei anni fa doveva essere destinato a sede del tribunale di Foggia con un contratto di locazione di 4,5 milioni di euro per 6 anni. Tra lettere anonime, indagini e denunce tutto fu bloccato dalla Procura di Foggia. L'imprenditore edile Lello Zammarano denunciò di aver dovuto pagare tangenti dell'importo di 80mila euro per potersi assicurare la stipula del contratto di locazione. In primo grado, il Tribunale ha dato ragione alla sua versione, condannando l'ex dirigente Fernando Biagini a 5 anni e 4 mesi e l'ex consigliere Massimo Laccetti a 5 anni. Il processo di appello è ancora in corso e nel corso dell'ultima udienza, tenutasi a Bari lo scorso mercoledì, il pm ha chiesto di ascoltare proprio l'imprenditore edile Zammarano. La difesa dei due imputati mira a mutare l'imputazione del reato in corruzione o induzione indebita con una condanna che in quel caso scenderebbe presumibilmente sotto i 3 anni.

di Michele Gramazio