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  • Pubblicata il: 01/08/2013 16:35:03

Panni, ordinanza anti-randagi, l'Enpa replica al sindaco: “Divieto di alimentarli illegittimo”

La Protezione Animali decisa ad impugnare l'ordinanza

Ordinanza anti-randagi di Panni, dopo le parole del Sindaco ecco la replica dell'Enpa: “Il divieto di alimentarli è illegittimo”
 
La Protezione Animali determinata ad impugnare l'ordinanza
 
Puntuale, dopo le dichiarazioni rilasciate  a Foggia Città Aperta dal sindaco di Panni, Pasquale Ciruolo, arriva la replica dell'Ente Nazionale Protezione Animali: “il divieto di alimentare i cani randagi è illegittimo”. 
 
IL PROVVEDIMENTO “TERRORIZZA” I CITTADINI. Il riferimento, va precisato ancora una volta, è all'ordinanza ormai famosa (LEGGI) emanata dalla piccola cittadina della provincia di Foggia appena qualche settimana fa. In questa, tra i divieti, sarebbe compreso anche quello (poco ortodosso) di “sfamare” i cani randagi. Ma, come si è affrettato a dire il Primo Cittadino, nonostante una formulazione dell'ordinanza quanto meno equivoca, per chi viola il detto divieto non è prevista alcuna sanzione in denaro – a differenza delle altre multe  in materia di accompagnamento dei cani, tutte fissate in 150 euro. Ciononostante, l'Enpa – che già aveva sollevato il caso in precedenza, LEGGI – è entrata ancora di più nella questione, come si legge in questa nota ufficiale: “Il provvedimento ha comunque carattere perentorio, 'terrorizzando' quanti accudiscono amorevolmente i randagi in un lavoro di supplenza che, secondo la legge (281/91), spetterebbe proprio alle Regioni ed ai Comuni. Ma il vero problema dell'ordinanza – si legge ancora nella nota – è che vietare di dare da mangiare ad animali vaganti non è solo illegittimo, perché non previsto da alcuna norma di legge, come ribadito da pronunce dei Tribunali Amministrativi Regionali (ad esempio: Tar Puglia, Sez. Lecce, sent. n. 525/12), ma potrebbe configurare una ipotesi di maltrattamento omissivo, pretendendo di impedire di soccorrere un animale in difficoltà”. 
 
“MODIFICA DELL'ORDINANZA, O LA IMPUGNEREMO”. Una dialettica che non vuole saperne di rientrare, nonostante la buona fede mostrata dal sindaco Ciruolo, disponibile a confrontarsi su un tema che altri sindaci di comuni non lontano dal suo, hanno sempre preferito derubricare senza il minimo appello. Circa la questione del “divieto senza sanzione” poi, l'Enpa ha detto: “Siamo stupiti dalle parole del Sindaco, secondo cui l'ordinanza stabilisce sì il divieto di alimentare i randagi ma senza prevedere alcuna sanzione. Il Sindaco contraddice sé stesso: le sanzioni sono ben visibili nella parte finale dell'ordinanza stessa”. E qui, ancora una volta, il riferimento è al primo punto delle “Avvertenze”, dove in effetti viene detto in linea generale che chiunque dovesse violare (“in tutti i casi”) l'ordinanza, dunque nella sua interezza e comprendente anche il divieto di dare da mangiare ai cani, potrebbe incorrere appunto nella sanzione di 150 euro di multa. “Pertanto – conclude l'Enpa – chiediamo nuovamente al Sindaco di modificare l'ordinanza. In caso contrario confermiamo la nostra intenzione di impugnarla nelle sedi più opportune”.
Puntuale, dopo le dichiarazioni rilasciate a Foggia Città Aperta dal sindaco di Panni, Pasquale Ciruolo, arriva la replica dell'Ente Nazionale Protezione Animali: “il divieto di alimentare i cani randagi è illegittimo”. 
IL PROVVEDIMENTO “TERRORIZZA” I CITTADINI. Il riferimento, va precisato ancora una volta, è all'ordinanza ormai famosa (LEGGI) emanata dalla piccola cittadina della provincia di Foggia appena qualche settimana fa. In questa, tra i divieti, sarebbe compreso anche quello (poco ortodosso) di “sfamare” i cani randagi. Ma, come si è affrettato a dire il Primo Cittadino, nonostante una formulazione dell'ordinanza quanto meno equivoca, per chi viola il detto divieto non è prevista alcuna sanzione in denaro – a differenza delle altre multe  in materia di accompagnamento dei cani, tutte fissate in 150 euro. Ciononostante, l'Enpa – che già aveva sollevato il caso in precedenza, LEGGI – è entrata ancora di più nella questione, come si legge in questa nota ufficiale: “Il provvedimento ha comunque carattere perentorio, 'terrorizzando' quanti accudiscono amorevolmente i randagi in un lavoro di supplenza che, secondo la legge (281/91), spetterebbe proprio alle Regioni ed ai Comuni. Ma il vero problema dell'ordinanza – si legge ancora nella nota – è che vietare di dare da mangiare ad animali vaganti non è solo illegittimo, perché non previsto da alcuna norma di legge, come ribadito da pronunce dei Tribunali Amministrativi Regionali (ad esempio: Tar Puglia, Sez. Lecce, sent. n. 525/12), ma potrebbe configurare una ipotesi di maltrattamento omissivo, pretendendo di impedire di soccorrere un animale in difficoltà”. 
“MODIFICA DELL'ORDINANZA, O LA IMPUGNEREMO”. Una dialettica che non vuole saperne di rientrare, nonostante la buona fede mostrata dal sindaco Ciruolo, disponibile a confrontarsi su un tema che altri sindaci di comuni non lontano dal suo, hanno sempre preferito derubricare senza il minimo appello. Circa la questione del “divieto senza sanzione” poi, l'Enpa ha detto: “Siamo stupiti dalle parole del Sindaco, secondo cui l'ordinanza stabilisce sì il divieto di alimentare i randagi ma senza prevedere alcuna sanzione. Il Sindaco contraddice sé stesso: le sanzioni sono ben visibili nella parte finale dell'ordinanza stessa”. E qui, ancora una volta, il riferimento è al primo punto delle “Avvertenze”, dove in effetti viene detto in linea generale che chiunque dovesse violare (“in tutti i casi”) l'ordinanza, dunque nella sua interezza e comprendente anche il divieto di dare da mangiare ai cani, potrebbe incorrere appunto nella sanzione di 150 euro di multa. “Pertanto – conclude l'Enpa – chiediamo nuovamente al Sindaco di modificare l'ordinanza. In caso contrario confermiamo la nostra intenzione di impugnarla nelle sedi più opportune”.

di Redazione