“Non mi piace molto parlare, ma leggere sì”. Parola di Paolo Giordano, ospite di rilievo lo scorso mercoledì 3 aprile del Liceo V. Lanza e, nel tardo pomeriggio, della libreria Ubik di Foggia. Il breve video qui proposto d’altronde, riprende proprio una lettura dell’ormai famosissimo autore piemontese, tratta dal suo ultimo romanzo dal titolo “Il corpo umano”.
“BOOK STAR”… COSA SIGNIFICA?. “Sentivo di avere un credito nei confronti del pubblico, ottenuto grazie al successo del mio primo romanzo. E ho deciso di sfruttarlo trattando un tema non facile, importante, come quello della guerra”. Una dichiarazione da scrittore consumato, coerente, consapevole delle proprie risorse. Una motivazione per introdurre il suo secondo libro, “Il corpo umano”, successivo all’ormai celebratissimo “La solitudine dei numeri primi”, tradotto in tutto il mondo e in grado di schiudergli le porte della celebrità (entrambi editi da Mondadori).
“Una book star”, Paolo Giordano, come nelle parole del direttore artistico della libreria Ubik, Michele Trecca, fedeli a quanto si dice e si scrive di lui ormai da qualche anno. “Non so cosa vuol dire”, la risposta dell’autore, “non so cosa significa questa espressione… Book star”: una replica modesta, semplice, onesta. Parola ricorrente, quest’ultima, percepita dal pubblico presente in sala – affollatissima – e da quei lettori che hanno spolpato il suo secondo lavoro, soprattutto giovani, studenti “extravaganti” forgiati dalla docente Mariolina Cicerale, entusiasti del taglio dato dallo scrittore torinese ad un tema universale come quello della guerra.
LA GUERRA? NO, GLI UOMINI. Ma non c’è solo il conflitto afgano nel romanzo di Paolo Giordano: ci sono soprattutto i conflitti umani, quelli tra “una serie di personaggi che all’inizio, arrivato in Afghanistan, mi sono sembrati tutti identici, spersonalizzati, e che poi invece si sono rivelati ciascuno fortemente caratterizzato”. Questa la prima impressione dello scrittore al suo arrivo in Gulistan (una delle regioni afgane più esposte agli attacchi nemici), chiamato a scrivere per Vanity Fair in merito ad un conflitto che, ormai da molti anni, vede numerosi giovani italiani prendervi parte in prima persona. Da lì, da un semplice articolo poi, è arrivato il reportage – “La bolla di sicurezza”, pubblicato sul sito ufficiale dell’autore – e, dunque, il romanzo, “dopo averne stracciati altri due”, come ha aggiunto lo stesso Giordano, per giunta rivelando pagina 80 come la zona di frontiera della sua scrittura: “ho capito che è intorno a quel numero che mi rendo conto se una cosa che sto scrivendo funziona o se invece fa schifo”.
LA LINEA D’OMBRA. Uno scrittore onesto, come detto, autentico, il quale non ha timore di affermare che proprio la famiglia, il concetto astratto e il suo corrispettivo umano, è uno dei bersagli preferiti della sua scrittura. Un giovane autore che soffre – o meglio, che ha sofferto ed elaborato – il “lutto” di una prima giovinezza ormai trascorsa, sul punto di trasformarsi in età adulta: “linea d’ombra” ben raccontata attraverso una serie di personaggi fortemente caratterizzati nel suo “Corpo umano”. Tra questi, anche un foggiano, originario di Torremaggiore, inserito nel romanzo “in omaggio ad un caro amico che mi ha dato l’idea per scrivere questo libro, proveniente proprio dalle vostre parti.” C’è anche Foggia, dunque, un pizzico, nella sua seconda storia “post-solitudine dei numeri primi”. E, di sicuro, ci sarà anche nei ricordi dell’autore, il quale ha fatto il pieno del calore dei lettori foggiani, in un doppio appuntamento intenso e molto apprezzato da tutti.