“La protesta in corso a Cerignola per scongiurare la soppressione della locale sezione del Tribunale è pienamente legittima, perché nessuna spending review può e deve far precipitare il Tribunale di Foggia, già vicino all’implosione, nel caos e nella paralisi. Bastano i numeri drammatici del contenzioso inevaso e dei processi pendenti per evidenziare la crisi della giustizia, civile e penale, in questa provincia, alle prese con carenze di organico alle quali si cerca vanamente di ovviare attraverso l’impegno lodevole di un numero irrisorio, in proporzione a quello che occorrerebbe, di operatori e magistrati. Ma è fin troppo semplice immaginare quello che succederebbe con l’accorpamento di tutte le sezioni distaccate, da Cerignola a Trinitapoli, da Manfredonia a San Severo, con l’aggiunta dell’altrettanto nefasta decisione di sopprimere lo storico Tribunale di Lucera e le sezioni staccate di Rodi Garganico e Apricena”. E' quanto sostiene in una nota il consigliere regionale, Giannicola De Leonardis, presidente della settima Commissione Affari Istituzionali della Regione Puglia, che interviene sul rischio chiusura dei Tribunali e delle sedi giudiziarie in provincia di Foggia.
SOLLECITARE IL GOVERNO “Alla luce dell’impegno assicurato dagli enti locali per contribuire nel contenimento delle spese mettendo a disposizione locali di proprietà", De Leonardis invita "il presidente del Tribunale di Foggia, i parlamentari appena eletti e le istituzioni nel loro complesso a sollecitare le autorità di Governo quanto meno per una deroga al percorso tracciato da un decreto che non considera affatto l’alto tasso di criminalità e le peculiarità della provincia di Foggia, e che avrebbe profonde ripercussioni – tutte in negativo – sulla percezione di sicurezza, legalità, giustizia avvertita dai cittadini, le principali vittime di tagli e risparmi soltanto presunti. Deroga che non sarebbe uno scandalo - conclude De Leonardis - visto quanto successo in altre aree decisamente meno critiche del Paese, e che sarebbe dettata unicamente dal buon senso, senza il quale nessuna politica sarebbe giustificabile”.