Parco San Felice, la vittoria della società civile: il Comune blocca i lavori
Recinzione realizzata senza autorizzazione degli uffici
Un ettaro di parco pubblico recintato per realizzare uffici, aree ristori, centri fitness e parcogiochi. Il tutto con la 'scusa' di prendere in concessione il campo di calcetto.
LA PROTESTA. Contro l'abuso che si stava realizzando a Parco San Felice, sul lato tra Via Rovelli e Via La Malfa, si erano sollevate voci di protesta di singoli cittadini, associazioni formali e informali. A ruota vi erano state prese di posizioni politiche da parte dell'opposizione. Una protesta che, per adesso, registra una vittoria. Il Comune di Foggia si vede 'costretto' a bloccare i lavori.
L'ABUSO. Con una nota indirizzata alla stampa, infatti, l'assessore allo sport, Sergio Cangelli, fa sapere che “su sollecitazione dei presidenti e dei componenti di tutte e tre le Commissioni consiliari” ha verificato “quale fosse lo stato dell’arte del procedimento autorizzatorio dei lavori di rifunzionalizzazione della struttura”. La conclusione è che l'associazione Asd Rovelli, a cui è stato affidato direttamente lo spazio “ha iniziato i lavori di recinzione senza le dovute autorizzazioni rilasciate dagli uffici competenti”.
IL BLOCCO. “Durante questa fase endoprocedimentale – continua l'assessore - il Servizio Sport ha sospeso il procedimento amministrativo in attesa della conclusione della predetta attività istruttoria”. Intanto, Cangelli, d'intesa con il sindaco, ha convocato il rappresentante legale dell'associazione per chiedergli un cambio del progetto tecnico e l'eliminazione della recinzione.
UN DIETROFRONT. L'Asd Rovelli, in tempi brevi presenterà “un nuovo progetto meno impattante, utilizzando la stessa formula adottata per le altre strutture sportive che sono state assegnate in concessione ad altre associazioni sportive cittadine”. Si tratta di un dietrofront da parte del Comune che, nei giorni precedenti, sempre per bocca dell'assessore Cangelli, aveva difeso il progetto precisando che la recinzione aveva “l’esclusivo fine di garantire gli ingressi e la sicurezza degli utenti, in paticolare bambini e a evitare la vandalizzazione delle strutture". In quella occasione aveva preso a esempio l'area di Parcocittà “Del resto – aveva dichiarato - non mi sembra che l’area confinante, definita soluzione virtuosa ed esemplare da questi stessi novelli detrattori, sia priva di recinzione, per cui non si comprende il perché, ma lo si intuisce facilmente, quella stessa recinzione rappresenti dapprima un vantaggio e poi un limite”. Ora l'inversione di rotta: la recinzione è abusiva.