Calcio Foggia, Pavone sbugiarda Canonico: “Il mio contratto non è depositato in Lega, ecco le prove”
Il direttore sportivo uscente è un fiume in piena: “Il presidente gioca con le parole e inganna”
“Ribadisco che il mio contratto economico non è depositato in Lega. Canonico è molto bravo a mischiare le carte: da un discorso di ore estrapola una parte, sposta l'attenzione cercando di ingannare chi ascolta. Non ho parlato di tesseramento, ovvio che io sia tesserato. Ho parlato di contratto economico e il mio non è depositato. Di questo vi fornisco volentieri le prove”. E alle parole seguono i fatti: Peppino Pavone invia uno screenshot di una mail ricevuta dall'ufficio tesseramento della Lega Pro avente ad oggetto “Richiesta copia contratto Pavone Giuseppe”, la cui risposta ha il seguente tenore: “La informiamo che non risultano contratti economici depositati presso questa Lega dalla società Calcio Foggia 1920 per la stagione sportiva 2021/2022”. (clicca sulla foto per ingrandire).
LO SCONTRO IN TRASMISSIONE. Nessun dubbio, almeno stando alla mail ricevuta in visione direttamente da Pavone. La firma è di un collaboratore dell’ufficio tesseramento della Lega Pro e non lascia margini di incertezza: sebbene sia un tesserato del Calcio Foggia (fino al 30 giugno) non vi è alcun contratto depositato in Lega a nome di Giuseppe Pavone. Ed è su questo equivoco che Nicola Canonico, a dire di Pavone, “ha giocato”. Per comprendere la vicenda occorre ritornare a quanto accaduto nella serata di ieri, 20 giugno, nel corso della trasmissione ‘Zà Fò’ in onda su Foggia Tv. Il presidente, nel suo intervento, ha puntato il dito contro l’operato del direttore sportivo per la mancata valorizzazione dei calciatori e l’eccessivo budget della rosa. Peppino Pavone, in silenzio per l’intera stagione, è sbottato e ha chiesto di intervenire nella trasmissione mentre Canonico, in diretta, tentava vanamente di impedirlo. Nella concitazione del collegamento telefonico, durante il quale peraltro l’imprenditore barese ha abbandonato la scena, Pavone ha spiegato con difficoltà di aver messo su una rosa con 11 calciatori al minimo federale e un budget totale di 1,4 milioni di euro. Poi la rivelazione di aver accettato, per venire incontro alle esigenze della società, la richiesta di Canonico di non sottoscrivere un contratto federale “per risparmiare”. Il presidente Canonico, a questo punto, deve aver intimato al segretario della società rossonera Pippo Severo di intervenire per suo conto in trasmissione. E Pippo Severo è corso a chiarire che “Peppino Pavone è regolarmente tesserato con il Calcio Foggia”.
NESSUN CONTRATTO FEDERALE. Raggiunto, all’indomani, telefonicamente da Foggia Città Aperta, Peppino Pavone è ancora un fiume in piena: “Ovvio che sia tesserato” esordisce con fervore. “Il presidente gioca con le parole, ha sempre fatto così: da un discorso di ore estrapola la piccola parte che può andare a suo vantaggio e cerca di ingannare chi ascolta. Non si comporta da uomo di parola: che accetti il confronto così da chiarire chi dice la verità”. Peppino Pavone allora ribadisce: “Non ho alcun contratto depositato in Lega Pro. Inutile sviare l’attenzione sul tesseramento”. E, in effetti, le due questioni sono diverse. A differenza dei calciatori, infatti, per i quali è obbligatorio il contestuale deposito del contratto al momento del tesseramento, per la figura del direttore sportivo è possibile essere tesserati senza la necessità di alcun deposito di contratto.
I COSTI. Ma Peppino Pavone insiste anche sulle altre questioni da lui sollevate che riguardano gli aspetti economici: “Non possono essere sparate in conferenza – rivela Pavone - cifre a casaccio sui costi sostenuti (il riferimento è alla conferenza in cui Canonico disse di aver dovuto sborsare 2,7 milioni di euro come differenza tra costi e ricavi ndr). Il budget per l’intera rosa è stato di 1,4 milioni (cui vanno aggiunti – in effetti - i costi sostenuti per le risoluzioni contrattuali e del restante personale ndr). C’è stato quasi un milione di euro di introiti per le sponsorizzazioni, gli scambi merci. E ancora gli introiti degli abbonamenti e gli incassi delle partite. Per non parlare della legge Melandri, almeno 180mila euro. Ma di cosa stiamo a parlare?” chiosa Pavone. Insomma – è la questione che sembra cogliersi di sottofondo - è assurda la pretesa di Canonico per la cessione della società. Questioni passate, potrebbe dirsi, visto e considerato che proprio in giornata la Fortore Energia ha comunicato l’impossibilità di proseguire la trattativa mentre, d’altro canto, la società rossonera presenterà regolarmente richiesta di iscrizione al prossimo campionato e inizierà la programmazione. Ma in una città in cui i tifosi sono scottati da un passato recente fatto di cocenti delusioni, al presidente della squadra di calcio è richiesto uno sforzo in più teso alla massima trasparenza e correttezza. A Canonico il compito di riuscirci.