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  • Pubblicata il: 16/04/2014 13:58:04

Pd, i vecchi non lasciano. Anzi, quadruplicano

Candidabili anche oltre terzo mandato, nonostante l'invito di Piemontese. Scalfarotto: “occasione persa”

“Opinabile e non esaustiva l'indicazione del limite dei 3 mandati”. Questo l'esito della riunione del Pd cittadino, per deliberare in merito all'approvazione della lista dei candidati in vista delle prossime elezioni del 25 maggio. Traduzione: i “vecchi” non lasciano, anzi raddoppiano. O, come nel caso di alcuni di loro, possono addirittura quadruplicare. In barba a quanto auspicato dal segretario provinciale Raffaele Piemontese e a quanto sostenuto (non da oggi) da Ivan Scalfarotto stesso, puntuale nel rimarcare da Roma la propria disapprovazione: “Un'occasione persa”.
 
CI SONO LE DONNE, I GIOVANI, I LAVORATORI... CHE VOLETE DI PIU'?. Approvata all'unanimità la proposta del segretario cittadino Mariano Rauseo, atta a giustificare la buona fede della decisione: “Nella lista – si legge in merito, nella nota – è stato rispettato l'equilibrio di genere, con candidature femminili di alto profilo. Inoltre c'è una significativa presenza di giovani e di rappresentanti del mondo del lavoro, della cultura e della cittadinanza attiva. E c'è, infine – qui il dunque – il giusto riconoscimento del lavoro svolto dai consiglieri e dagli assessori uscenti e la necessaria valorizzazione del patrimonio di esperienze da loro maturato”.  Insomma, ad un'analisi rapida, il Pd foggiano sembra dire: se ci sono le donne, i giovani, i lavoratori della cultura e gli esponenti della società civile, perché non allora anche chi ha governato da 15 anni questa città? Largo al rinnovamento dunque, purché passi per l'approvazione dei “vecchi” - e dei loro voti. 
 
“FINE MANDATO: MAI”. D'altronde è quanto sottolinea il parlamentare foggiano Ivan Scalfarotto utilizzando proprio il termine “rinnovamento” nella sua critica e spiegando che questo “non consiste nel mettere in lista nuove persone, ma nel garantire a queste nuove energie di non concorrere in condizioni impari. Mi pare che la direzione cittadina del Pd di Foggia abbia perso un’occasione – ha continuato ancora il sottosegretario alle Riforme e deputato del Partito Democratico – non raccogliendo l’invito del segretario provinciale per un turn-over delle candidature. Chi ha rappresentato la città per quindici anni in Consiglio Comunale ha probabilmente già dato il meglio di sé, e può utilmente continuare a contribuire alla vita pubblica da altre postazioni”. Infine, sempre nel suo intervento, direttamente da Roma, la stoccata finale: “Trovo sbagliato che in calce alle biografie dei pubblici rappresentanti ci sia la scritta ‘fine mandato: mai’.
“Opinabile e non esaustiva l'indicazione del limite dei 3 mandati”. Questo l'esito della riunione del Pd cittadino, per deliberare in merito all'approvazione della lista dei candidati in vista delle prossime elezioni del 25 maggio. Traduzione: i “vecchi” non lasciano, anzi raddoppiano. O, come nel caso di alcuni di loro, possono addirittura quadruplicare. In barba a quanto auspicato dal segretario provinciale Raffaele Piemontese e a quanto sostenuto (non da oggi) da Ivan Scalfarotto stesso, puntuale nel rimarcare da Roma la propria disapprovazione: “Un'occasione persa”.
CI SONO LE DONNE, I GIOVANI, I LAVORATORI... CHE VOLETE DI PIU'?. Approvata all'unanimità la proposta del segretario cittadino Mariano Rauseo, atta a giustificare la buona fede della decisione: “Nella lista – si legge in merito, nella nota – è stato rispettato l'equilibrio di genere, con candidature femminili di alto profilo. Inoltre c'è una significativa presenza di giovani e di rappresentanti del mondo del lavoro, della cultura e della cittadinanza attiva. E c'è, infine – qui il dunque – il giusto riconoscimento del lavoro svolto dai consiglieri e dagli assessori uscenti e la necessaria valorizzazione del patrimonio di esperienze da loro maturato”.  Insomma, ad un'analisi rapida, il Pd foggiano sembra dire: se ci sono le donne, i giovani, i lavoratori della cultura e gli esponenti della società civile, perché non allora anche chi ha governato da 15 anni questa città? Largo al rinnovamento dunque, purché passi per l'approvazione dei “vecchi” - e dei loro voti. 
“FINE MANDATO: MAI”. D'altronde è quanto sottolinea il parlamentare foggiano Ivan Scalfarotto utilizzando proprio il termine “rinnovamento” nella sua critica e spiegando che questo “non consiste nel mettere in lista nuove persone, ma nel garantire a queste nuove energie di non concorrere in condizioni impari. Mi pare che la direzione cittadina del Pd di Foggia abbia perso un’occasione – ha continuato ancora il sottosegretario alle Riforme e deputato del Partito Democratico – non raccogliendo l’invito del segretario provinciale per un turn-over delle candidature. Chi ha rappresentato la città per quindici anni in Consiglio Comunale ha probabilmente già dato il meglio di sé, e può utilmente continuare a contribuire alla vita pubblica da altre postazioni”. Infine, sempre nel suo intervento, direttamente da Roma, la stoccata finale: “Trovo sbagliato che in calce alle biografie dei pubblici rappresentanti ci sia la scritta ‘fine mandato: mai’.

di Redazione