E anche la seconda è andata. E bene. Dopo l'ubriacatura firmata Stefano Benni – rettifichiamo quanto scritto in precedenza: 300 spettatori seduti, e circa 200 in piedi GUARDA IL VIDEO – con una notte da tutto esaurito che ha stupito lo stesso protagonista (basta guardare le foto postate sulla sua pagina fan ufficiale di facebook), il Chiostro di Santa Chiara ha accolto la seconda e ultima giornata di Questioni Meridionali. Due le parole, questa volta, in un clima più riflessivo e meno accalcato: impegno e funk.
Una mostra intelligente, dedicata ad una personalità politica di cui si sa ancora troppo poco, ben raccontata durante la serata. Tra i vari aneddoti utili a spiegare (termine non casuale) la figura e l'operato del “creatore” del Burkina Faso, Thomas Sankara, basta citarne uno: un provvedimento politico ed economico, diremmo da questa parte del mondo, ma di quelli concreti, che si vedono davvero. In uno dei paesi più poveri del mondo, l'ex leader assassinato circa 25 anni fa aveva creato dei veri e propri orti, situati accanto ai ministeri, e questo perché riteneva che i funzionari che non sapevano coltivare la terra, non avrebbero mai potuto comprendere le necessità del popolo burkinabé, dedito all’agricoltura. La mostra inoltre, con le tavole di Giuliano Cangiano, resterà a disposizione del pubblico sino al 30 settembre prossimo, alla Biblioteca Provinciale di Foggia.
La seconda parte della serata di domenica 8 settembre poi, è stata dedicata all'Ilva, come da copione, attraverso la graphic novel presentata dall'autore e giornalista Carlo Gubitosa. Un racconto per immagini, una denuncia a colori, decisamente più graphic journalism – come è stato detto sul palco di Questioni Meridionali – considerate le ottime infografiche che fanno da collante tra le varie storie protagoniste del volume Ilva. Comizi d'acciaio, edito dalla casa editrice Becco Giallo. Si parla della storia della città con il cielo rosso, delle menzogne, delle 600 pagine di istruttoria che hanno fatto da sostegno, da fondamenta a questo interessante lavoro editoriale, ispirandone diversi altri e alimentando la consapevolezza della classe operaia tarantina. Dei bambini appena nati e già fumatori accaniti, secondo i report forniti dai tecnici (pari a 10 sigarette al giorno a causa dell'aria infestata). E, anche, di una possibile riconversione del mostro, come fatto in altre zone d'Europa. Una proposta, anzi una provocazione, quella lanciata da Gubitosa al termine della conversazione: “riconvertiamo l'Ilva in un'area di coltivazione della canapa indica, del tutto sperimentale, sarebbe più sano, non trovate?”.
Dopo il dovere, il piacere. A chiusura di una due giorni importante, ricca di spunti e in grado di coinvolgere un pubblico variegato, dai più giovani ai trentenni sino alle famiglie con i bambini a seguito (l'effetto teatro di strada, insomma, non sembra affatto terminato, e meno male). I Bundamove in concerto hanno stupito per forza e sound: un elettro funk davvero interessante, con brani che spaziano dal loro repertorio autografo sino a classici del rock e del funky, con una capacità di improvvisazione davvero suggestiva. C'è James Brown rivisto e rimpolpato di suoni, di fiati soprattutto, ci sono i Rage Against The Machine addolciti e variati, con la famosa “Killing in the name” rilanciata e ad un tratto trasformata nel proprio ritornello in un simpatico “anche tu sei di Foggia!” - con tanto di cori da parte del pubblico. E c'è un gran sound, soprattutto, trainato da una formazione ricca e assolutamente da seguire: giovani allo sbaraglio che si divertono e che fanno qualità e “rumore”, nel senso positivo del termine. E che ricordano un po' i ragazzi di Questioni Meridionali...
E anche la seconda è andata. E bene. Dopo l'ubriacatura firmata Stefano Benni – rettifichiamo quanto scritto in precedenza: 300 spettatori seduti, e circa 200 in piedi
GUARDA IL VIDEO – con una notte da tutto esaurito che ha stupito lo stesso protagonista (basta guardare le foto postate sulla sua pagina fan ufficiale di facebook),
il Chiostro di Santa Chiara di Foggia ha accolto la seconda e ultima giornata di Questioni Meridionali, ieri sera, domenica 8 settembre
. Due le parole, questa volta, in un clima più riflessivo e meno accalcato: impegno e funk.
"L'I HAVE A DREAM" DI THOMAS SANKARA. Una mostra intelligente, dedicata ad una personalità politica di cui si sa ancora troppo poco, ben raccontata durante la serata. Tra i vari aneddoti utili a spiegare (termine non casuale) la figura e l'operato del “creatore” del Burkina Faso, Thomas Sankara, basta citarne uno: un provvedimento politico ed economico, diremmo da questa parte del mondo, ma di quelli concreti, che si vedono davvero. In uno dei paesi più poveri del mondo, l'ex leader assassinato circa 25 anni fa aveva creato dei veri e propri orti, situati accanto ai ministeri, e questo perché riteneva che i funzionari che non sapevano coltivare la terra, non avrebbero mai potuto comprendere le necessità del popolo burkinabé, dedito all’agricoltura. La mostra inoltre, con le tavole di Giuliano Cangiano, resterà a disposizione del pubblico sino al 30 settembre prossimo, alla Biblioteca Provinciale di Foggia.
"L'ILVA? FACCIAMONE UN'AREA DI COLTIVAZIONE DELLA CANAPA". La seconda parte della serata di domenica 8 settembre poi, è stata dedicata all'Ilva, come da copione, attraverso la graphic novel presentata dall'autore e giornalista Carlo Gubitosa. Un racconto per immagini, una denuncia a colori, decisamente più graphic journalism – come è stato detto sul palco di Questioni Meridionali – considerate le ottime infografiche che fanno da collante tra le varie storie protagoniste del volume "Ilva. Comizi d'acciaio", edito dalla casa editrice Becco Giallo. Si parla della storia della città con il cielo rosso, delle menzogne, delle 600 pagine di istruttoria che hanno fatto da fondamenta a questo interessante lavoro editoriale, ispirandone diversi altri e alimentando la consapevolezza della classe operaia tarantina. E ancora, si racconta dei bambini appena nati e già fumatori accaniti, secondo i report forniti dai tecnici (pari a 10 sigarette al giorno a causa dell'aria infestata). Ma anche, soprattutto, di una possibile riconversione del "mostro", similmente ad altre zone d'Europa. Una proposta, anzi una provocazione, in tal senso, quella lanciata da Gubitosa al termine della conversazione: “riconvertiamo l'Ilva in un'area di coltivazione della canapa indica, del tutto sperimentale, sarebbe più sano, non trovate?”.
FUNK FUNK FUNK. Dopo il dovere, il piacere. A chiusura di una due giorni importante, ricca di spunti e in grado di coinvolgere un pubblico variegato, dai più giovani ai trentenni sino alle famiglie con i bambini a seguito (l'effetto teatro di strada, insomma, non sembra affatto terminato, e meno male). I Bundamove in concerto hanno stupito per forza e sound: un elettro funk davvero interessante, con brani che spaziano dal loro repertorio autografo sino a classici del rock e del funky, con una capacità di improvvisazione davvero suggestiva. C'è James Brown rivisto e rimpolpato di suoni, di fiati soprattutto, ci sono i Rage Against The Machine addolciti e variati, con la famosa “Killing in the name” rilanciata e ad un tratto trasformata nel proprio ritornello in un simpatico “anche tu sei di Foggia!” - con tanto di cori da parte del pubblico. E c'è un gran sound, soprattutto, trainato da una formazione ricca e assolutamente da seguire: giovani allo sbaraglio che si divertono e che fanno qualità e “rumore”, nel senso positivo del termine. E che ricordano un po' i ragazzi di Questioni Meridionali...