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  • Pubblicata il: 31/03/2019 12:26:54

Le raccolte di figurine dei calciatori: ieri e oggi CRONACHE DAL PASSATO

A cura di Salvatore Aiezza

A volte basta davvero poco per farci tornare indietro negli anni.,Qualche  giorno fa , ad esempio,nel riordinare i libri ed alcune cose nella stanza di mio figlio piu’ piccolo, si fa per dire con i suoi 23 anni, mi è capitato casualmente di avere tra le mani e sfogliare l’album della raccolta calciatori “Panini” di quest’anno. Ogni anno, ancora oggi,  raccoglie le mitiche  figurine, e, senza soluzione di continuità, conserva tutti gli album da quando io stesso facevo la raccolta calciatori. Decido, dunque, di scendere per andare a comperare alcune bustine da fargli trovare al suo rientro a Foggia. All’edicola prendo tre bustine: due parole con l’edicolante e in men che non si dica, la memoria torna indietro agli anni 60. 

“CASPITA, 70 CENTESIM?! TI RICORDI QUANDO LE PAGAVAMO ADDIRITTURA 10 LIRE? LE 'DIECI LIRE' DELLE BUSTINE RAPPRESENTAVANO TANTISSIMO PER LA NOSTRA GENERAZIONE. Esse, infatti, erano il frutto del nostro impegno settimanale alla scuola, al catechismo e... basta! perchè non esisteva altro. Questo impegno, alla domenica si concretizzava nelle 100 lire che i nostri genitori ci davano, con nostra immensa gioia e con le quali potevamo acquistare, appunto, le tanto agognate bustine dei calciatori, non prima però di essere stati a messa. Dopo la Santa messa, allora in quel di San Tommaso, una corsa all’edicola di P.zza Baldassarre, per acquistare le figurine, prima di andare a vedere il film a Santa Chiara o alla sala Farina. Con 100 lire ben 10 bustine. 

I GIOCHI. Poi, dopo il film, iniziavano gli interminabili scambi di figurine e i tanti giochi che con le stesse si facevano: colletto, colore, squadra cappotto ecc. La ricerca dei “difficili” lo “sbolognamento!” quanto più possibile dei “triploni”; la ricerca della “squadra” o lo “scudetto” che ci mancava e che avremmo però “pagato a “caro figurine”: potevano valere anche tre o quattro calciatori. C’era però qualcosa alla quale occorreva fare molta attenzione: quella di non scambiare le figurine “valida”. La “Valida” o “bisvalida” erano quelle figurine che riportavano sul retro per l’appunto, tale dicitura. La loro raccolta premiava i collezionisti più assidui con ricchi premi. E quasi in ogni bustina vi era una “valida”.  L’album, strutturato piu’ o meno come oggi, nella formazione delle squadre, tranne qualche miglioria e aggiornamento, riportava nelle ultime pagine l’elenco dei regali e le modalità per ottenerli: palloni di cuoio, magliette e completi da calciatore, l’intramontabile “almanacco del calcio” e tanti altri “sogni” di noi bambini. 

I REGALI. Io ricordo ancora di aver preso due palloni di cuoio eun completino del Milan, squadra per la quale allora tifavo. Oltre alle bustine domenicali, qualcuno di noi riusciva a comprarne qualcuna anche in settimana, approfittando di una piccolissima “cresta” che a volte si faceva su un qualche commissione che la mamma ci affidava al vicino negozio alimentare o anche alla sua complicità: e si, perché alle nostre mamme piaceva stare vicino a noi, nei pomeriggi trascorsi intorno al tavolo della cucina o della stanza, dopo aver fatto i compiti, a guardare l’album, che noi mostravamo con tanta passione, e a sfogliare insieme a noi le figurine. Spesso, poi, al pomeriggio ci si intratteneva in casa con qualche amico, di solito il o i figli dei vicini di casa del condominio ove abitavamo e ci divertivamo a scambiare e incollare le figurine. A tal proposito dovete sapere che, almeno fino agli anni 70, non esistevano le figurine autoadesive e per attaccare le stesse all’album si usava la “cellina", triangolini biadesivi da apporre sul retro della figurina per attaccarla all'album. Peraltro questi triangolini non è che incollassero bene proprio e spesso le figurine si staccavano, per cui ci si muniva della colla stick. 

LE BUSTINE. Il completamento dell’album era ovviamente il successo al quale tutti aspiravamo. Per coloro ai quali mancavano solo una o due figurine, era una vera disdetta. Ogni bustina che si apriva era un battito di cuore nella speranza di veder spuntare il calciatore mancante. Si accumulavano così centinaia di doppioni che, alla fine, difficilmente si sarebbero scambiati. C’erano quelle che non uscivano mai: alcune diventavano vere e proprie rarità e, di queste, molte ancora oggi vengono vendute su siti specializzati per parecchi euro. Tra le più “difficili” da trovare, negli anni 60/70, ricordo il famoso Pizzaballa, portiere dell’Atalanta; un altro portiere: Battara, della Sampdoria e, ancora Cuccureddu, difensore juventino e Salv , calciatore bresciano. Le soluzioni per finire l’album erano due: sperare nella “comprensione” di qualche amico che in cambio di decine e decine di figurine ti consegnava quella mancante oppure, ma era una cosa che si faceva a malincuore e quasi di nascosto e anche vergognandosene un po’, chiedere direttamente la “Panini” per avere le figurine mancanti. Quando già ervamo più grandicelli cominciò ad essere consueto lo scambio di figurine tra compagni di scuola: ma non in classe altrinenti il professore te le requisiva (i più maligni dicevano che lo faceva di proposito per portarle ai suoi figli…). 

LO SCAMBIO. Funzionava, più o meno, così: ciascuno portava a scuola l’elenco delle figurine mancanti e lo consegnava a un compagno il quale poi, a casa, ne avrebbe controllato i numeri con quelli che aveva e il giorno successivo li portava a scuola e, durante la ricreazione, li consegnava a colui che le aveva chiesto, ottenendone in cambio quelle che servivano a lui. In tal modo si accelerò di molto il riempimento dell’album. Devo dire, ad onor del vero che la cosa, per chi ha i figli che ancora fanno la collezione Panini, continua anche se abbiamo una certa età: non è raro infatti vedere in ufficio, attempati papà che scambiano liste di numeri di figurine, preparate a casa dai figli, con i colleghi per poi una volta tornati a casa farsi consegnare dai figli le figurine richieste e,all’indomani, scambiarle con quelle portate dal collega. Facciamo in pratica da intermediari in questo sempre bel “gioco” che, ci fa tornare un po’ bambini. La raccolta dei calciatori della “Panini” era, insomma, una vera e propria passione. Dopo esserci lasciati andare a questi ricordi, pago le bustine all’edicolante e, non senza una punta di nostalgia, prendo le tre bustine, pagate 2 euro e 10 centesimi, e, comunque, ringrazio il buon Dio, per avermi dato un figlio che conservi ancora il desiderio di rccogliere queste ceebri ed immortali figurine che oggi vengono celebrate, come è avvenuto anche a Foggia in febbraio, con un tour nelle varie città dove è possibile visitare la mostra storica delle figurine, ma anche fare scambi e acquistare gadget .
(Salvatore Agostino Aiezza)

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di Redazione