IL TENTATIVO DI ESTORSIONE. L’estorsore ha minacciato la vittima - che ha subito denunciato l’accaduto alla polizia -, prima con l’incendio dell’auto, poi con intimidazioni telefoniche e messaggi, l’esplosione di 5 colpi di arma da fuoco contro un’altra auto e con l’esplosione di un ordigno rudimentale davanti all’abitazione dei genitori della vittima. Tutte le minacce avevano il fine di farsi consegnare la somma di 100mila euro, scesa dopo una trattativa a 20mila, altrimenti, in caso contrario, ci sarebbero state gravi ripercussioni per l’assicuratore e per la sua famiglia.
I MESSAGGI INTIMIDATORI. Nei messaggi intimidatori inviati alla vittima, Narciso ha fatto esplicito riferimento alla malavita, elemento che ha fatto emergere così l'accusa del metodo mafioso. In un primo momento ha 'invitato' l’uomo a mettersi in regola: ‘Rivolgiti ad un buon amico che ti devi regolarizzare’, rincarando la dose con messaggi del tipo: ‘La malavita sa sempre dove bussare’. Poi, quando la vittima ha chiesto quali sarebbero state le rassicurazioni in caso di pagamento, l’estorsore ha spiegato all’uomo: ‘Ora siete assicurati, qualunque problema avrà la vostra famiglia, sarà il nostro’.
I PRECEDENTI. Narciso è stato inizialmente coinvolto nell’omicidio di Tizzano, avvenuto il 22 marzo 2011, ma poi assolto in Appello. Ha inoltre numerosi precedenti per reati contro il patrimonio e reati di ogni genere.
LA DENUNCIA. “Ancora una volta possiamo dimostrare che quando si denunciano subito gli episodi di estorsione – ha dichiarato Giuseppe Annicchiarico, dirigente squadra mobile di Foggia – si assicurano alla giustizia gli autori di questi episodi, restituendo alle vittime la normalità nelle loro vite”.