Sono tre le ordinanze di custodia cautelare (due in carcere ed una agli arresti domiciliari) eseguite questa mattina dagli agenti del commissariato di Manfredonia, in collaborazione con il personale della squadra mobile di Milano e di Foggia, nonché del Reparto Prevenzione Crimine di Lecce.
IL FATTO. Si tratta di tre viestani - Fabio Vario e Orazio Coda, entrambi di anni 22, e Girolamo Desimio, di 27 - ritenuti responsabili, in concorso fra loro e con un altro soggetto, all’epoca dei fatti minorenne (denunciato in stato di libertà), di una rapina in danno di una gioielleria milanese, lo scorso 7 aprile, dove si impossessavano di catenine, brillanti e preziosi per circa 100mila euro. Ai malfattori viene altresì contestata l'aggravante di aver commesso il fatto con armi (uno spray urticante e una pistola), di averle portate al di fuori delle proprie abitazioni e di aver provocato al gioielliere lesioni personali alla testa ed alle mani giudicate guaribili in 15 giorni.
LA DINAMICA DEL COLPO è stata registrata dal sistema di videosorveglianza della gioielleria e ha permesso subito di identificare il rapinatore armato di pistola (all’epoca dei fatti minorenne), anch’egli originario di Vieste, che non aveva esitato a colpire più volte in testa la vittima con il calcio della pistola, oltre a sferrargli calci unitamente al complice quando la vittima era già a terra, temporaneamente accecato a causa del liquido urticante che il secondo rapinatore gli aveva spruzzato al viso. I due rapinatori, a volto scoperto, si sono presentati nel negozio come normali clienti ma subito dopo hanno estratto la pistola e minacciato il gioielliere mentre, con l’ausilio di spray urticante, lo immobilizzavano bloccandogli i polsi con nastro adesivo e percuotendolo violentemente nel vano tentativo di farsi aprire la cassaforte. Non avendo avuto accesso al vano blindato hanno razziato tutto ciò che era esposto in vetrina, per un ammontare di circa 100mila euro.
LE INDAGINI. Per gli inquirenti, la rapina era stata organizzata con dovizia di particolari, individuando l'obiettivo ed effettuando numerosi sopralluoghi, avendo altresì l'accortezza di spegnere i telefoni cellulari nell'arco di tempo della commissione della rapina. I rei sono stati però "traditi" dall'accurata analisi dei loro spostamenti e da alcune fotografie postate su Facebook, che ritraevano due di loro, qualche giorno prima della rapina, di fronte alle Colonne di San Lorenzo a Milano; l’altro, invece, ha lasciato, nella gioielleria, un'impronta digitale. L'analisi dei tabulati telefonici, inoltre, ha fatto ritenere che gli arrestati abbiano concorso nel commettere la rapina ed, in particolare, che il minore e Desimio siano entrati nella gioielleria e abbiano materialmente aggredito il gioielliere, mentre gli altri due siano rimasti all'esterno con funzione di "palo". Al termine delle incombenze di rito, Coda e Desimio sono stati associati rispettivamente alla Casa Circondariale di Foggia e di Vicenza, mentre Vario è stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari nella sua abitazione di Vieste.