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  • Pubblicata il: 17/06/2022 18:13:45

Rete Meridionalista “Carta di Venosa”, la presentazione a Pietramontecorvino

Sabato 18 giugno alle 10,30, presso il Teatro Comunale di Pietramontecorvino sarà presentato il “manifesto” dell’associazione “Carta di Venosa”.

RIDARE IMPULSO AL SUD.Non un partito, più di un partito - scrivono gli attivisti -. Dopo anni di affievolimento delle problematiche legate alla Questione Meridionale, un nutrito gruppo di studiosi e personalità del mondo della cultura, della politica, del giornalismo, della ricerca, dell’arte, dell’economia, ha deciso di dare vita ad una specifica iniziativa culturale, la Rete Meridionalista “Carta di Venosa”, la cui attività, autonoma e indipendente, è indirizzata a ridare impulso e attenzione a una tematica decisiva non solo per il Sud ma per l’intero paese”.

GLI OSPITI DEL TALK. Nella sessione pomeridiana si svolgerà un “talk” di approfondimento sulle prospettive per il Sud, coordinato da Giulia Fresca e Nicola Manfredelli, che metterà a confronto diversi e qualificati esponenti del mondo meridionalista, tra cui, il ricercatore e scrittore, Alessandro Cannavale, il docente dell’Università della Calabria Giancarlo Costabile, l’ex Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, lo studioso e scrittore Pietro De Sarlo, il giornalista e scrittore Marco Esposito, il sindacalista Gianni Fabbris, la costituzionalista Anna Falcone, lo scrittore Valentino Romano, il Sindaco di Martano, Fabio Tarantino.

I TEMI. Il “manifesto” della Carta di Venosa individua nell’impegno per il cambiamento delle politiche economiche e sociali, un campo d’azione fondamentale per il superamento dei divari, delle disparità, delle disuguaglianze, superando le esperienze negativamente sperimentate di un certo “meridionalismo di maniera” e “ribellismo di facciata”. Temi caldi dell’incontro saranno anche le questioni di grande attualità e le preoccupazioni dettate dalle scelte governative sulla possibile approvazione del provvedimento sull’Autonomia Differenziata e di quello sulla Concorrenza che, per versanti diversi, pongono a rischio l’impalcatura unitaria e democratica dello Stato e la natura di beni comuni delle risorse primarie, ad incominciare dall’acqua bene pubblico.

di Redazione