E’ stato depositato ieri presso il Tribunale Amministrativo Regionale di Bari il ricorso presentato dalla Fiadel per richiedere l’annullamento e l’immediata sospensione delle ordinanze che hanno portato all’affidamento della gestione del servizio di igiene urbana all’Amiu.
LE MOTIVAZIONI. Mancanza dei presupposti di urgenza necessari per poter derogare la legge, esercizio abusivo del servizio da parte di Amiu e invalidità dell’autorizzazione al di fuori del territorio comunale di Bari, superamento delle competenze del Consiglio Comunale di Foggia che non ha mai autorizzato l’affidamento del servizio ad Amiu. Sono queste solo alcune delle motivazioni alla base dell’esposto. Senza contare il fatto che non vi è traccia della delibera con cui il Consiglio comunale di Bari avrebbe dovuto autorizzare l’azienda barese a insediarsi a Foggia, una condizione di efficacia espressamente inserita nel testo dell’accordo stipulato tra Amiu e Comune di Foggia lo scorso 27 dicembre. A tutt’oggi poi nessuno conosce il contratto che regolerà il servizio.
RISCHIO SOSPENSIONE. Ce n’è abbastanza, insomma, per richiedere la sospensione dell’intera procedura posta in essere dal sindaco Mongelli e fatta propria dalla Regione Puglia che lo scorso 8 gennaio 2013 ha emanato un’apposita ordinanza per imporre ad Amiu di gestire la raccolta dei rifiuti in città. E’ questa, quantomeno, la tesi dei ricorrenti, come afferma l’avvocato Vincenzo De Michele che ha assistito la Fiadel nella presentazione del ricorso: “Ci troviamo di fronte ad una procedura totalmente fuori legge. I provvedimenti sono stati presi in spregio a norme non solo nazionali ma di rango comunitario. Chiediamo al Tribunale che l’intero iter sia annullato e nel frattempo immediatamente sospeso”.
EMERGENZA CREATA. L’accusa è che sia stato “il Comune stesso ad aver determinato la situazione di emergenza che si vorrebbe porre a fondamento dell’ordinanza”. Si legge nell’esposto che il Comune, dopo il fallimento dell’Amica, ha avuto ben undici mesi per affidare i servizi a un nuovo soggetto. Non basterebbero a giustificare tale ritardo le difficoltà rinvenute nell’interpretare le norme (che nel 2012 avevano suggerito l'arrivo dell'esperto Raphael Rossi in città). Difficoltà messe nero su bianco dal sindaco nell’ordinanza n.2/2013, secondo il quale le vicende giudiziarie dell’Amica e “la contorta e ondivaga produzione normativa statale in materia di servizi pubblici locali non hanno consentito all’Amministrazione comunale di Foggia di avviare le procedure ordinarie per l’affidamento del servizio di igiene urbana”. Ma a rafforzare quanto affermato dai ricorrenti è riportata una semplice considerazione: come conciliare il succedersi delle proroghe delle ordinanze sindacali per diciotto mesi con il presupposto dell’urgenza, essendo per definizione poco urgente tutto ciò che è suscettibile di differimento nel tempo?
SCARICABARILE. Giustificazioni insufficienti, insomma, e la tecnica dello “scaricabarile” rinvenibile nelle ordinanze. Quella di Vendola prende per oro colato le parole del sindaco di Foggia il quale, è scritto nelle premesse, “ha riferito che l’unico percorso attuabile per far fronte alla situazione critica […] è rappresentato dal subentro di Amiu”. Quella di Mongelli dà la colpa alla Regione Puglia per non aver attivato gli organi di governo dell’Ato di Foggia cui spetta la gestione dei rifiuti.
IL PUNTO CRUCIALE. Lo snodo fondamentale del ricorso si sofferma, inoltre, sulla frase contenuta nell’accordo “fermo restando le regole di reclutamento ordinariamente vigenti per l’Amiu spa”. Si tratta dell’espressione inserita da Grandaliano per consentire all’azienda barese di “filtrare” le assunzioni dei disoccupati di Amica e Daunia Ambiente, valutandone i carichi penali, così come avviene per la Pubblica Amministrazione. Una procedura ben accolta dalla stragrande maggioranza dei cittadini desiderosi di liberarsi finalmente dalle infiltrazioni della criminalità all'interno della gestione dei rifiuti. Tuttavia, questa la contraddizione evidenziata nel ricorso, se all'Amiu si applicano le regole del pubblico impiego, essa è soggetta alla spending-review e dunque ai limiti ad assumere. Tale circostanza è stata invocata dal Comune di Foggia come impedimento al reclutamento diretto dei dipendenti. Quanto è stato attuato mostra come il Comune avrebbe potuto internalizzare il servizio.
FIADEL. Una questione delicata che evidentemente non è stata ben compresa dall'opinione pubblica e che ha relegato Fiadel in una posizione del tutto minoritaria. La Fiadel è stata, infatti, l’unica associazione sindacale rifiutatasi di sottoscrivere l’accordo tra Amiu e Comune di Foggia stipulato presso la Regione Puglia lo scorso 27 dicembre. Il Segretario provinciale Vincenzo Iascone è tra i dodici dipendenti che, secondo quanto affermato da Grandaliano, non saranno riassunti da Amiu a causa della denuncia presentata nei suoi confronti, oltre che nei confronti di Mongelli e dell’assessore Gentile per estorsione, truffa, abuso d’ufficio e interruzione di pubblico servizio. Una decisione da cui, sebbene con toni dimessi, ha preso le distanze anche Raffaele Piemontese. Il presidente del Consiglio comunale ha affermato che “una più approfondita riflessione su questo punto non sminuirebbe la scelta compiuta dal consiglio di amministrazione di Amiu”.