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  • Pubblicata il: 15/04/2020 20:14:27

Le scuole non sono organizzate bene e la metà degli studenti universitari rischia di non riuscire a pagare le tasse

I questionari di Link e UdS sulla didattica a distanza

La settimana scorsa Link e Unione degli Studenti Foggia hanno diffuso un questionario per rilevare i problemi che gli studenti e le studentesse della nostra città hanno affrontato nell’interfacciarsi con la nuova scuola on line e per rilevare le impressioni e i dubbi rispetto a quest’ultima. Oggi hanno pubblicato i risultati.

LA DIDATTICA A DISTANZA A SCUOLA. Il 40% degli studenti che hanno risposto al questionario dichiara che la propria scuola non ha messo a disposizione gli strumenti necessari per fruire della Didattica a Distanza, di questi il 30% dichiara che la propria scuola non ha attivato nemmeno lo sportello per la richiesta del comodato d’uso. Inoltre il 62% ritiene che le piattaforme utilizzate siano inefficienti e spesso problematiche nell’invio e nel ricevimento di materiali.

I DOCENTI E I COMPITI. Il 50% delle risposte evidenzia poi come non tutti i docenti si siano attivati per fare lezione on line, spesso a causa della mancanza di strumenti e per la mancanza di formazione riguardo l’utilizzo delle varie piattaforme. Inoltre nel 58% dei casi i docenti non rispettano l’orario interno sia per l’assegnazione dei compiti sia per l’organizzazione delle videolezioni, le quali spesso vengono fatte nel pomeriggio. In più il 79% registra un aumento considerevole della quantità degli assegni per casa. Altro dato fondamentale è quello legato al sistema di valutazione adottato dai docenti, con il 28% che afferma di non avere chiare le modalità di valutazione e il 35% della restante parte mette in dubbio l’effettiva validità di questi ultimi, denunciando quindi una grande incertezza riguardo questi temi. Infine il 47% dei casi dichiara di non avere una pausa tra una lezione e l’altra, denunciando come spesso le lezioni superino la durata di 50 minuti.

L'INCERTEZZA. "La linea conduttrice - scrivono dall'Unione degli Studenti - che tocca tutti i dati sopra riportati è una sola: l’incertezza. Che si parli delle metodologie didattiche o delle valutazioni risultano poco chiare le dinamiche che regolano questa didattica a distanza, e a questo si aggiungono i dati preoccupanti sulla disponibilità dei dispositivi necessari per accedere alle lezioni on line e sulla situazione delle troppe ore passate al computer che chiaramente diventa unico mezzo per svolgere i compiti. Non solo: un altro appunto importante da tenere è quello legato alla (questione compiti). I dati che abbiamo raccolto non sono sterili constatazioni di un problema ma la base delle richieste che indirizzeremo alle istituzioni: l’istruzione deve diventare il tassello fondamentale delle politiche adottate durante e dopo l’emergenza sanitaria per non correre il rischio di danneggiare ulteriormente un già precario sistema dell’istruzione e per mirare a migliorare e a valorizzare il nostro territorio. Gli studenti e le studentesse della nostra città non possono e non devono pagare questa crisi, né tantomeno le conseguenze che seguiranno a quest’ultima".

I RISULTATI DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI. Quasi il 25% degli studenti dichiara di non avere accesso ad una connessione stabile che risulti adeguata alla didattica digitale e agli esami a distanza, mentre il 23% dichiara di non avere dispositivi adatti a questi scopi. Dati già noti confermati ora anche nel contesto più ristretto dell’Università di Foggia. Il 44% dichiara di non disporre del materiale didattico, digitale o fisico, per sostenere gli esami: un dato che andrà certamente contemperato con la riapertura di cartolibrerie e librerie, ma che non perde di valore rispetto all’importanza che dovrebbe assumere il tema dell’accessibilità degli strumenti didattici in questa fase così difficile per milioni di studenti e famiglie. Per il 20% degli studenti l’organizzazione della didattica non è adeguata per poter seguire tutti i corsi, e per il 16% i docenti non rispettano gli orari stabiliti per svariate ragioni (esiste sicuramente anche un tema rispetto all’accessibilità della didattica a distanza per i docenti). Il 47% sostiene che il tempo disponibile per preparare gli esami non sia congruo, e secondo il 33% degli interrogati i docenti non si sono mostrati abbastanza disponibili a venire incontro alle loro esigenze.

LE TASSE. Importantissimo il dato emerso rispetto alla tassazione: il 50% delle risposte segnala che la spesa per le tasse universitarie, a seguito della crisi, non risulterà sostenibile per se o per la propria famiglia, mentre risulta più ampio il dato (57%) rispetto al peso delle tasse da pagare sulle finanze complessive, considerato superiore alla fase precedente. Il 45% delle risposte non ritiene bastevole il rinvio operato dall’Ateneo per il pagamento delle rate residue, la cui scadenza è stata spostata al 30 giugno: risulta come il tema non sia tanto il quando del pagamento, quanto la mutazione della situazione patrimoniale di numerose famiglie. Il 52% degli studenti borsisti che hanno risposto al questionario ritiene di non riuscire a raggiungere il numero di cfu necessari per il conseguimento della borsa di studio per il prossimo anno accademico, e il 56% ritiene di aver bisogno di un contributo ulteriore per sostenere le proprie spese. Degli studenti residenti in affitto, il 94% non si considera in grado di sostenere le spese per i canoni dei mesi di quarantena. Infine, il 40% degli interrogati pendolari o comunque fruitori del trasporto pubblico locale ritiene che il costo degli abbonamenti del trasporto gravi “molto” o “abbastanza” sulle proprie finanze. Due dati infine saltano all’occhio: solo il 33% degli interrogati ritiene che l’Università abbia fatto abbastanza per garantire a tutti l’accesso alla didattica digitale, ma risulta comunque che il 90% degli interrogati sia soddisfatto della piattaforma utilizzata per la stessa: sicuramente un dato di stimolo per le istituzioni accademiche.

LE PROPOSTE DI LINK. "I dati che emergono - scrivono da Link Foggia -  sono preoccupanti: bisogna assolutamente fare qualcosa per garantire a tutti l’accesso alla didattica anche in questo momento di profonda crisi, e bisogna evitare a tutti i costi che le categorie più svantaggiate siano ancora una volta quelle che pagano la crisi in atto. Tutte le istituzioni devono sentirsi coinvolte, ed occorre prima di tutto immaginarsi misure per evitare un maggior danno. Come organizzazione studentesca stiamo elaborando una serie di proposte e di richieste che indirizzeremo alle autorità competenti: la nostra non vuole essere una polemica sterile, non vogliamo strumentalizzare la gravissima situazione che viviamo, bensì evitare che i costi che andranno necessariamente pagati non vengano fatti ricadere sugli studenti in termini di accesso alla formazione e di diritto allo studio. Non possiamo permetterci di uscire dalla crisi sanitaria per entrare in una nuova crisi dei saperi e dell’istruzione: per evitare ciò, occorre immaginare delle risposte subito. Vogliamo un territorio in cui i saperi siano una priorità, in cui gli studenti e le studentesse siano ai vertici dell’agenda politica. Perché le crisi impongono delle scelte, e da quelle scelte risulterà poi, domani, il territorio che dovremo vivere nel futuro".

di Redazione