La settimana scorsa Link e Unione degli Studenti Foggia hanno diffuso un questionario per rilevare i problemi che gli studenti e le studentesse della nostra città hanno affrontato nell’interfacciarsi con la nuova scuola on line e per rilevare le impressioni e i dubbi rispetto a quest’ultima. Oggi hanno pubblicato i risultati.
LA DIDATTICA A DISTANZA A SCUOLA. Il 40% degli studenti che hanno risposto al questionario dichiara che la propria scuola non ha messo a disposizione gli strumenti necessari per fruire della Didattica a Distanza, di questi il
30% dichiara che la propria scuola non ha attivato nemmeno lo sportello per la richiesta
del comodato d’uso. Inoltre il 62% ritiene che le piattaforme utilizzate siano inefficienti e
spesso problematiche nell’invio e nel ricevimento di materiali.
I DOCENTI E I COMPITI. Il 50% delle risposte evidenzia poi come non tutti i docenti si siano attivati per fare
lezione on line, spesso a causa della mancanza di strumenti e per la mancanza di
formazione riguardo l’utilizzo delle varie piattaforme. Inoltre nel 58% dei casi i docenti
non rispettano l’orario interno sia per l’assegnazione dei compiti sia per l’organizzazione
delle videolezioni, le quali spesso vengono fatte nel pomeriggio. In più il 79% registra
un aumento considerevole della quantità degli assegni per casa.
Altro dato fondamentale è quello legato al sistema di valutazione adottato dai docenti,
con il 28% che afferma di non avere chiare le modalità di valutazione e il 35% della
restante parte mette in dubbio l’effettiva validità di questi ultimi, denunciando quindi una
grande incertezza riguardo questi temi.
Infine il 47% dei casi dichiara di non avere una pausa tra una lezione e l’altra,
denunciando come spesso le lezioni superino la durata di 50 minuti.
L'INCERTEZZA. "La linea conduttrice - scrivono dall'Unione degli Studenti - che tocca tutti i dati sopra riportati è una sola: l’incertezza. Che si
parli delle metodologie didattiche o delle valutazioni risultano poco chiare le dinamiche
che regolano questa didattica a distanza, e a questo si aggiungono i dati preoccupanti
sulla disponibilità dei dispositivi necessari per accedere alle lezioni on line e sulla
situazione delle troppe ore passate al computer che chiaramente diventa unico mezzo
per svolgere i compiti.
Non solo: un altro appunto importante da tenere è quello legato alla (questione compiti).
I dati che abbiamo raccolto non sono sterili constatazioni di un problema ma la base
delle richieste che indirizzeremo alle istituzioni: l’istruzione deve diventare il tassello
fondamentale delle politiche adottate durante e dopo l’emergenza sanitaria per non
correre il rischio di danneggiare ulteriormente un già precario sistema dell’istruzione e
per mirare a migliorare e a valorizzare il nostro territorio.
Gli studenti e le studentesse della nostra città non possono e non devono pagare
questa crisi, né tantomeno le conseguenze che seguiranno a quest’ultima".
I RISULTATI DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI.
Quasi il 25% degli studenti dichiara di non avere accesso ad una connessione stabile
che risulti adeguata alla didattica digitale e agli esami a distanza, mentre il 23% dichiara
di non avere dispositivi adatti a questi scopi. Dati già noti confermati ora anche nel
contesto più ristretto dell’Università di Foggia.
Il 44% dichiara di non disporre del materiale didattico, digitale o fisico, per sostenere gli
esami: un dato che andrà certamente contemperato con la riapertura di cartolibrerie e
librerie, ma che non perde di valore rispetto all’importanza che dovrebbe assumere il
tema dell’accessibilità degli strumenti didattici in questa fase così difficile per milioni di
studenti e famiglie.
Per il 20% degli studenti l’organizzazione della didattica non è adeguata per poter
seguire tutti i corsi, e per il 16% i docenti non rispettano gli orari stabiliti per svariate
ragioni (esiste sicuramente anche un tema rispetto all’accessibilità della didattica a
distanza per i docenti).
Il 47% sostiene che il tempo disponibile per preparare gli esami non sia congruo, e
secondo il 33% degli interrogati i docenti non si sono mostrati abbastanza disponibili a
venire incontro alle loro esigenze.
LE TASSE. Importantissimo il dato emerso rispetto alla tassazione: il 50% delle risposte segnala
che la spesa per le tasse universitarie, a seguito della crisi, non risulterà sostenibile per
se o per la propria famiglia, mentre risulta più ampio il dato (57%) rispetto al peso delle
tasse da pagare sulle finanze complessive, considerato superiore alla fase precedente.
Il 45% delle risposte non ritiene bastevole il rinvio operato dall’Ateneo per il pagamento
delle rate residue, la cui scadenza è stata spostata al 30 giugno: risulta come il tema
non sia tanto il quando del pagamento, quanto la mutazione della situazione
patrimoniale di numerose famiglie.
Il 52% degli studenti borsisti che hanno risposto al questionario ritiene di non riuscire a
raggiungere il numero di cfu necessari per il conseguimento della borsa di studio per il
prossimo anno accademico, e il 56% ritiene di aver bisogno di un contributo ulteriore
per sostenere le proprie spese.
Degli studenti residenti in affitto, il 94% non si considera in grado di sostenere le spese
per i canoni dei mesi di quarantena.
Infine, il 40% degli interrogati pendolari o comunque fruitori del trasporto pubblico locale
ritiene che il costo degli abbonamenti del trasporto gravi “molto” o “abbastanza” sulle
proprie finanze.
Due dati infine saltano all’occhio: solo il 33% degli interrogati ritiene che l’Università
abbia fatto abbastanza per garantire a tutti l’accesso alla didattica digitale, ma risulta
comunque che il 90% degli interrogati sia soddisfatto della piattaforma utilizzata per la
stessa: sicuramente un dato di stimolo per le istituzioni accademiche.
LE PROPOSTE DI LINK. "I dati che emergono - scrivono da Link Foggia - sono preoccupanti: bisogna assolutamente fare qualcosa per
garantire a tutti l’accesso alla didattica anche in questo momento di profonda crisi, e
bisogna evitare a tutti i costi che le categorie più svantaggiate siano ancora una volta
quelle che pagano la crisi in atto.
Tutte le istituzioni devono sentirsi coinvolte, ed occorre prima di tutto immaginarsi
misure per evitare un maggior danno.
Come organizzazione studentesca stiamo elaborando una serie di proposte e di
richieste che indirizzeremo alle autorità competenti: la nostra non vuole essere una
polemica sterile, non vogliamo strumentalizzare la gravissima situazione che viviamo,
bensì evitare che i costi che andranno necessariamente pagati non vengano fatti
ricadere sugli studenti in termini di accesso alla formazione e di diritto allo studio.
Non possiamo permetterci di uscire dalla crisi sanitaria per entrare in una nuova crisi
dei saperi e dell’istruzione: per evitare ciò, occorre immaginare delle risposte subito.
Vogliamo un territorio in cui i saperi siano una priorità, in cui gli studenti e le
studentesse siano ai vertici dell’agenda politica.
Perché le crisi impongono delle scelte, e da quelle scelte risulterà poi, domani, il
territorio che dovremo vivere nel futuro".