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  • Pubblicata il: 07/01/2015 13:00:01

Rodi Garganico, l'edificio di Roccamare: 16 anni di prefabbricato a picco sul mare

La battaglia del WWF: “Una vicenda infinita”

 
Sulla pericolosità della costruzione che tiene in scacco uno dei tanti panorami del promontorio del Gargano, sfregiandone la bellezza da circa 16 anni, c'è poco da dire: anche senza una perizia tecnica, è facile supporre la non edificabilità dell'edificio, anzitutto perché collocato in una zona evidentemente franosa. Eppure, nonostante le sentenze del Tribunale e i ricorsi, puntualmente respinti, della Società Roccamare,  non si è ancora proceduto alla demolizione dell'edificio. Anzi, proprio in questi giorni si tornerà a discutere della sua legittimità o meno. Forse in modo definitivo.
 
LA RICHIESTA DEL CONSIGLIO DI STATO. A farlo sapere è la sezione territoriale del WWF la quale, da ben 16 anni, ha intrapreso un'azione legale insieme con altre associazioni ambientaliste e con gli stessi cittadini residenti confinanti con l'edificio in questione. “Al momento – fanno sapere dal WWF, nonostante gli sforzi profusi in questi anni – i responsabili riescono ancora ad evitarne la demolizione, continuando a schiaffeggiare l'ambiente e il paesaggio”. L'ultimo atto di questa inquietante “storia infinita” è la recente ordinanza del Consiglio di Stato che chiede al Comune di Rodi Garganico una lunga serie di documenti e tavole grafiche inerenti la costruzione. In realtà, si tratta dell'ultimo grado di appello a cui ha fatto ricorso la Società Roccamare, interessata a portare a termine i lavori, impugnando la sentenza del TAR di Bari n. 806/2013 che aveva respinto in toto tutti i precedenti ricorsi contro l'annullamento, deciso dalla Provincia di Foggia, della concessione edilizia per la costruzione dell'edificio e contro la conseguente ordinanza di demolizione emanata dal comune di Rodi. 
 
LA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI LUCERA. Sembrerebbe una sorta di ultimo atto al quale però, ancora una volta, vogliono prendere parte anche gli stessi residenti della vicina Roccamare che, a detta sempre del WWF, hanno formalmente chiesto al Sindaco e al Dirigente del Settore Urbanistica del comune di Rodi di partecipare con propri tecnici di fiducia all'approfondimento istruttorio che deve compiere l'amministrazione comunale. Di tale richiesta inoltre, i cittadini confinanti hanno informato anche la Procura della Repubblica e l'Assessorato all'Urbanistica della Regione Puglia. Richieste pienamente condivise dallo stesso WWF, il quale anzi: “Si aspetta che il comune di Rodi nel produrre la documentazione richiesta tenga ben presente le motivazioni della sentenza di primo grado del 2008 del Tribunale di Lucera che hanno dettagliatamente illustrato l’illegittimità dell'edificio che è stato realizzato alterando nei documenti progettuali misure di angoli e distanze”.
 
“MASSIMA PERICOLOSITA' DI FRANA” E VINCOLO PAESAGGISTICO. Stando alla perizia del Consulente Tecnico d'Ufficio (CTU) nominato dal Tribunale, architetto Filiberto Lembo, depositata in vista della sentenza il 3 luglio 2007 presso il Foro di Lucera, Roccamare sorge al di fuori dei parametri di edificabilità, essendo collocata in zona G1 (Salvaguardia Costa) – assolutamente inedificabile, soggetta a vincolo paesaggistico ed in “Zona franosa I” del Piano di Fabbricazione. La franosità della zona, osserva ancora il WWF, ben nota fin dagli anni '50, “trova una incontestabile conferma nella classificazione PG3 (massima pericolosità di frana) ed R4 (rischio frana molto elevato) attribuita dall’Autorità di Bacino della Puglia alla zona di Rodi al cui centro viene a trovarsi la costruzione Roccamare”. Tutte documentazioni che, si spera, verranno considerate e riproposte dall'attuale Amministrazione in vista dell'ultima decisione spettante al Consiglio di Stato e che, dopo 16 anni, potrebbe chiudere (ed eliminare) il prefabbricato a picco sul mare di Roccamare.
Sulla pericolosità della costruzione che tiene in scacco uno dei tanti panorami del promontorio del Gargano, sfregiandone la bellezza da circa 16 anni, c'è poco da dire: anche senza una perizia tecnica, è facile supporre la non edificabilità dell'edificio, anzitutto perché collocato in una zona evidentemente franosa. Eppure, nonostante le sentenze del Tribunale e i ricorsi, puntualmente respinti, della Società Roccamare, non si è ancora proceduto alla demolizione dell'edificio. Anzi, proprio in questi giorni si tornerà a discutere della sua legittimità o meno. Forse in modo definitivo.
LA RICHIESTA DEL CONSIGLIO DI STATO. A farlo sapere è la sezione territoriale del WWF la quale, da ben 16 anni, ha intrapreso un'azione legale insieme con altre associazioni ambientaliste e con gli stessi cittadini residenti confinanti con l'edificio in questione. “Al momento – fanno sapere dal WWF, nonostante gli sforzi profusi in questi anni – i responsabili riescono ancora ad evitarne la demolizione, continuando a schiaffeggiare l'ambiente e il paesaggio”. L'ultimo atto di questa inquietante “storia infinita” è la recente ordinanza del Consiglio di Stato che chiede al Comune di Rodi Garganico una lunga serie di documenti e tavole grafiche inerenti la costruzione. In realtà, si tratta dell'ultimo grado di appello a cui ha fatto ricorso la Società Roccamare, interessata a portare a termine i lavori, impugnando la sentenza del TAR di Bari n. 806/2013 che aveva respinto in toto tutti i precedenti ricorsi contro l'annullamento, deciso dalla Provincia di Foggia, della concessione edilizia per la costruzione dell'edificio e contro la conseguente ordinanza di demolizione emanata dal comune di Rodi. 
LA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI LUCERA. Sembrerebbe una sorta di ultimo atto al quale però, ancora una volta, vogliono prendere parte anche gli stessi residenti della vicina Roccamare che, a detta sempre del WWF, hanno formalmente chiesto al Sindaco e al Dirigente del Settore Urbanistica del comune di Rodi di partecipare con propri tecnici di fiducia all'approfondimento istruttorio che deve compiere l'amministrazione comunale. Di tale richiesta inoltre, i cittadini confinanti hanno informato anche la Procura della Repubblica e l'Assessorato all'Urbanistica della Regione Puglia. Richieste pienamente condivise dallo stesso WWF, il quale anzi: “Si aspetta che il comune di Rodi nel produrre la documentazione richiesta tenga ben presente le motivazioni della sentenza di primo grado del 2008 del Tribunale di Lucera che hanno dettagliatamente illustrato l’illegittimità dell'edificio che è stato realizzato alterando nei documenti progettuali misure di angoli e distanze”.
“MASSIMA PERICOLOSITA' DI FRANA” E VINCOLO PAESAGGISTICO. Stando alla perizia del Consulente Tecnico d'Ufficio (CTU) nominato dal Tribunale, architetto Filiberto Lembo, depositata in vista della sentenza il 3 luglio 2007 presso il Foro di Lucera, Roccamare sorge al di fuori dei parametri di edificabilità, essendo collocata in zona G1 (Salvaguardia Costa) – assolutamente inedificabile, soggetta a vincolo paesaggistico ed in “Zona franosa I” del Piano di Fabbricazione. La franosità della zona, osserva ancora il WWF, ben nota fin dagli anni '50, “trova una incontestabile conferma nella classificazione PG3 (massima pericolosità di frana) ed R4 (rischio frana molto elevato) attribuita dall’Autorità di Bacino della Puglia alla zona di Rodi al cui centro viene a trovarsi la costruzione Roccamare”. Tutte documentazioni che, si spera, verranno considerate e riproposte dall'attuale Amministrazione in vista dell'ultima decisione spettante al Consiglio di Stato e che, dopo 16 anni, potrebbe chiudere (ed eliminare) il prefabbricato a picco sul mare di Roccamare.

di Redazione