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  • Pubblicata il: 25/06/2013 18:40:05

San Ferdinando, il cane deve morire: niente soccorsi per il randagio in fin di vita

Le istituzioni ignorano un allarme sempre più grave

Uomo avvisato, mezzo salvato: non lo stesso si può dire quando si parla di animali, nella fattispecie di cani. Soprattutto nel comune di San Ferdinando di Puglia dove, dal maggio 2012, data di insediamento della nuova giunta, il sindaco Michele Lamacchia è alle prese con un'emergenza ormai giunta ad un punto di non ritorno: quella del randagismo. E ad “avvisare l'uomo” la redazione di Foggia Città Aperta – sollecitata dalla sezione canosina della Lega per la Difesa del Cane – ci aveva anche provato, pubblicando giorni fa il video di un cane “divenuto famoso” nel comune pugliese (GUARDA), proprio a causa delle sue cattive condizioni di salute. Questa mattina, il cane in questione (tra i tanti esemplari di randagio abbandonati al proprio destino tra le vie di San Ferdinando) è stato trovato riverso per strada, con un buco nella pancia, in condizioni a dir poco gravi.
RIFIUTATO IL SOCCORSO AL CANE. Tempo fa era stato investito da un'auto e versava in condizioni preoccupanti, con una frattura al bacino calcificata male. Questa mattina invece, lo sfortunato randagio è stato ritrovato quasi esanime, per strada, in pieno centro cittadino, molto probabilmente azzannato da qualche branco di cani, con una ferita aperta nello stomaco. Il cane, ritrovato da una comune cittadina di San Ferdinando, non reagiva agli stimoli. Non sapendo cosa fare e non essendoci un canile sanitario cittadino, la ragazza ha chiesto aiuto prima ai carabinieri e, successivamente e come da prassi,  alla polizia municipale. La palla allora, dopo i consueti tentennamenti (i quali di fatto sono consistiti nel rifiuto di prestare soccorso al cane ferito), è passata al delegato al randagismo del Comune, Vito Evangelista, esattamente il terzo uomo chiamato dal sindaco ad occuparsi – o a “non” occuparsi – del problema nell'arco di un anno, dopo i precedenti Gaetano Todisco (al momento assessore all'Ambiente, agricoltura e igiene urbana) e il consigliere Salvatore Russo (un educatore cinofilo e, dunque, forse “troppo coinvolto”).
IL SINDACO. Allertato dal delegato, il medico Michele Lamacchia, sindaco di San Ferdinando di Puglia, ancora una volta non è riuscito a trovare una soluzione al problema legato al randagismo,  ribadendo - spiega la cittadina ricevuta stamattina -  l'assoluta impossibilità da parte sua ad occuparsi tanto del cane in questione, quanto di qualsiasi randagio presente in città. A suo dire, non avrebbe “mezzi e strumenti per farlo”. Così facendo dunque, qualsiasi animale, soprattutto in una situazione di totale emergenza come quella vissuta a San Ferdinando di Puglia (LEGGI) e anche in altri comuni della Capitanata, sarebbe destinato a peregrinare per le strade cittadine e, nei casi estremi, a spirare per strada, contrariamente a qualsiasi norma in materia di sicurezza e di igiene cittadino. Quanto al cane in questione, i volontari in queste ore stanno provando a salvargli la vita, ancora una volta dando fondo alle proprie risorse private: impresa ardua, viste le condizioni in cui versa l'animale.
LA REGIONE. Intanto, dopo l'incontro dello scorso 17 giugno, che ha chiamato in causa l'assessore Elena Gentile e i rappresentanti dei comuni pugliesi, in vista di una nuova legge regionale in materia di randagismo, si attende la “chiamata” delle associazioni animaliste. Queste ultime infatti, stando alle dichiarazioni della Gentile, dovrebbero prendere parte attivamente al tavolo istituzionale, attraverso una proposta congiunta che metta ordine tra le varie idee presentate lo scorso 11 giugno, quando appunto la delegazione di volontari del nord della Puglia venne ricevuta in Regione per discutere dell'allarme randagismo (LEGGI). Allarme che, a causa di certi amministratori, rischia di non essere risolto affatto, a danno e pericolo per i contribuenti.

di Redazione