IL FATTO. Era il 16 marzo del 2012 quando i carabinieri intervennero in località “Camardella” dove un anziano aveva constatato che la sua abitazione era stata appena visitata dai ladri. L’uomo si era assentato per un’ora e al suo rientro aveva trovato - con amara sorpresa - l’abitazione completamente a soqquadro. I malviventi, erano penetrati nell’appartamento sito al primo piano utilizzando una scala e dopo aver rotto una finestra, si erano introdotti all’interno della casa, facendo razzia di gioielli e danaro contante (circa 450 euro).
Immediato l’intervento dei carabinieri del posto che, dopo un minuzioso sopralluogo, hanno riscontrato la presenza di alcune tracce di sangue in prossimità della finestra (uno dei rapinatori si era ferito durante la rottura del vetro). Nel corso dei rilievi i militari dell’Arma hanno repertato in particolare un cacciavite sporco di sangue e un foglio di carta con un’impronta di scarpa.
Successivamente, sulla scorta di alcuni elementi probatori acquisiti nel corso delle indagini come della continua attività investigativa sul fenomeno dei furti in abitazione, i carabinieri hanno effettuato una serie di prelievi di DNA con tamponi salivari da una rosa di sospettati.
I prelievi biologici sono stati successivamente inviati al RIS di Roma per le analisi e la comparazione coi profili genetici rilevati dalle tracce ematiche repertate nel corso del sopralluogo. Le analisi scientifiche che hanno confermato la piena corrispondenza tra il DNA estrapolato con la saliva del ventenne che è stato quindi colpito dall’ordinanza di custodia in carcere.