“1011 MORTI PER MAFIA”. Un elenco che va tristemente ad ingrossare una lista ufficiale di morti ammazzati più o meno direttamente dalla mafia e che, conti di Libera alla mano, arriva a 1011 in tutto. “Chi erano, chi sono queste persone? – si legge nel post pubblicato – Di loro, oltre l'età e la provenienza, non sappiamo nulla. Sappiamo che erano lavoratori, o forse no. Erano braccia, o forse no. Erano schiavi. Ecco: erano schiavi del XXI secolo in terra di Capitanata, Puglia, Italia, Europa. Questo lo sappiamo. Le loro storie sono simili a quelle dei tanti invisibili che popolano la provincia di Foggia, le sue sterminate campagne, legate indissolubilmente e drammaticamente al più rappresentativo dei nostri prodotti: il pomodoro”.
“OLOCAUSTO DI VITE”. Entrando poi nel merito del cosiddetto “oro rosso”, nel sistema-filiera che lo riguarda e inchioda Stato ed economia di settore a responsabilità ormai acclarate, Libera parla di un“olocausto di vite in nome di un mercato che si è fatto negli anni sempre più violento, feroce e folle, elaborando strumenti perversi come sono le aste al doppio ribasso della Grande Distribuzione Organizzata e portando un chilo di pomodori a valere solo 5 centesimi o una bottiglia di passata a costare 39 centesimi sullo scaffale”.
LE RESPONSABILITA’ DEI CONSUMATORI. Ricordare i nomi di cui sopra, infine, significa ricordare le responsabilità anche dei cittadini, dei normali consumatori, “anche quando – si legge ancora – orientiamo i nostri consumi all'insegna del basso costo, delle super offerte e del risparmio a tutti i costi a discapito della trasparenza delle filiere e delle condizioni di lavoro di chi, sui campi, sostiene ad un prezzo enorme il nostro settore agricolo”.