LE PRIMARIE. Com’è andata il 9 marzo è cosa nota: stravince Marasco. Razionalità vorrebbe che…
E invece, ecco l’attuale quadro (nemmeno un mese dopo). Gianni Mongelli ha riconosciuto (più o meno) la vittoria di Marasco, ma ha annunciato che è pronto a candidarsi (da consigliere) anche con una lista civica, perché “sono successe cose strane durante il voto”.
Rita Saraò, in barba all’accordo, annuncia di non volersi candidare come consigliere comunale e lavora con persone della società civile per una lista civica, all’insegna dell’associazionismo.
Lorenzo Frattarolo era rimasto “fedele alla linea”, ma da quando la linea non c’è ha cominciato a farsi prendere dai mal di pancia anche lui. In avanscoperta ci è andato il suo “sponsor” Scalfarotto con il botta e risposta proprio con Marasco, all’indomani dell’accordo con l’Udc.
I NO A MARASCO. Nino Abate ci aveva messo, invece, solo un paio di giorni a “bollare” le primarie come drogate dal centrodestra.
Nel frattempo, anche Sel ha lasciato Marasco: “Troppo moderato per rappresentarci”, pensando a un proprio candidato alla poltrona di primo cittadino.
TROVARE UN SENSO. Ah, poi c’è Marasco. Sì, quello che il 9 marzo ha vinto, anzi stravinto le primarie. Quello che l’intera coalizione avrebbe dovuto appoggiare. Quello che avrebbe dovuto presentare una lista con i primi 4 nomi sicuri (Abate, Frattarolo, Mongelli, Saraò).
Scusate la domanda molto franca: ma le primarie che le fate a fare?