"Confermo i contatti tra la criminalità molisana con il nord della Puglia". Così, da Larino, il Procuratore Ludovico Vaccaro, parlando dei sette arresti che hanno stroncato, proprio nel basso Molise, un giro di cocaina che ha coinvolto, tra le proprie vittime, anche una donna tossicodipendente. L'operazione è scattata all'alba dell'8 marzo.
“L’INFLUENZA FOGGIANA”. Un duro colpo, secondo Vaccaro, ma non mortale, quello inferto quest’oggi alla criminalità organizzata molisana la quale, a dire dello stesso Procuratore, risentirebbe ultimamente dell’influenza della mala foggiana. "La fascia costiera è molto esposta alla criminalità per la vicinanza con la Puglia e per la mobilità turistica, dovuta alla presenza di insediamenti ricettivi che favoriscono tali fenomeni”, ha detto Vaccaro, con chiaro riferimento alla Capitanata. “L'operazione di oggi – ha continuato – condotta dal comandante della Guardia di finanza di Termoli, Carmela Rinaldi, é stata chiamata “Otto marzo” perché coincisa con la Festa della Donna, ma anche perché vede vittima di una tentata estorsione una donna”.
OPERAZIONE “OTTO MARZO”. Sette arresti, sequestri effettuati dal 2010 ad oggi, tre chilogrammi di cocaina, un minore coinvolto e una donna vittima di tentata estorsione da parte della banda di spacciatori. Questi gli elementi dell’operazione “Otto Marzo”, scattata all’alba della festività dedicata al gentil sesso, per opera delle fiamme gialle, dopo circa otto mesi di indagini. Il traffico di droga aveva il suo centro a Termoli, diramandosi però sulla costa molisana e nell’area del cratere. Stando alle indagini, a capo della banda è risultato essere Alessandro Marchesani, personaggio molto noto alle forze dell'ordine. Con lui, in manette, anche Antonio Russo, Riccardo Lanzone e Lorenzo Pistillo, tutti e tre di Termoli, Nicolino Rinaldi di Bonefro (Campobasso), Emilio Alfieri di Santacroce di Magliano (Campobasso) e Michele Liuzzi di San Paolo Civitate (Foggia).
SAN PAOLO E SAN SEVERO. E proprio il comune dauno, insieme con quello di San Severo, avrebbero rappresentato i due punti di riferimento per gli uomini di Marchesani. Quest’ultimo, stando alle intercettazioni e ai vari pedinamenti effettuati, si sarebbe rifornito di cocaina, eroina e marijuana proprio nell’Alto Tavoliere, a San Paolo Civitate e San Severo, per poi rifornire gli altri membri della banda con il fine di “servire” tutto il territorio molisano. Tra gli spacciatori, anche un minorenne, i cui atti verranno trasferiti alla Procura dei Minori di Campobasso. Vittima della banda di spacciatori invece, una donna del posto, tossicodipendente, minacciata di morte da Marchesani se non avesse provveduto a spacciare la droga.