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  • Pubblicata il: 03/11/2012 14:15:04

Speleologo soccorso nelle cave garganiche

A salvarlo il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico

Trent’anni, moldavo, tra i numerosi speleologi presenti all’incontro internazionale di speleologia in corso in questi giorni a Borgo Celano, frazione di San Marco in Lamis, si è calato nella Grave di Campolato, nel ventre del Gargano, ed è rimasto bloccato, senza possibilità di risalire. È accaduto ieri. A salvarlo, una squadra del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS).
IL SALVATAGGIO. A duecento metri sotto terra – anzi sotto San Giovanni Rotondo, per la precisione – S. P., uno speleologo di nazionalità moldava, ha rischiato davvero grosso.  È accaduto che dopo essersi bagnato a causa di uno scivolone in una pozza, spossato, il giovane trentenne ha deciso di ritornare in superficie, abbandonando con un collega il resto del gruppo. Dopo pochi metri prtò, la stanchezza lo ha bloccato definitivamente. A quel punto, valutata l’impossibilità di farlo proseguire in autonomia, la squadra del CNSAS ha iniziato il recupero in sicurezza dello speleologo, agevolata anche dagli allarmi lanciati dai colleghi. A complicare le cose, è stata la stazza dello speleologo, la cui corporatura si aggira sul metro e ottanta, per oltre cento chilogrammi di peso. Le operazioni di risalita per lui, sono durate circa sei ore.
NULLA DA TEMERE. Tutto è andato a buon fine, ad ogni modo, anche perché per questo raduno di speleologia, che ha portato oltre mille speleologi in Puglia, sono state predisposte misure di sicurezza importanti. Il Soccorso Alpino e Speleologico Pugliese hanno organizzato dei presidi in tutte le cavità della zona, coinvolgendo anche i tecnici del CNSAS di altre regioni, presenti all’incontro.

di Redazione